Salerno: alzata panno di San Matteo, pace ricomposta tra Curia e portatori
Rita Occidente Lupo
Pace fatta tra la Curia Arcivescovile ed i portatori delle paranze che ieri sera, all’alzata del panno di San Matteo, hanno gettato le premesse per una festa patronale all’insegna della fede e dell’equilibrio. Così apparso già dalla concelebrazione eucaristica in cripta, presieduta dal neo incardinato parroco don Michele Pecoraro, che col sorriso e la carica d’entusiasmo, ha già conquistato anche chi non lo conosce per le sue doti canore. Verso San Matteo, tra novene e spaccati di fede, momenti aggreganti liturgici, per scendere nelle profondità del messaggio evangelico, che l’apostolo gabelliere ha incarnato. “Il panno rappresenta uno straccio, serve a pulire: di qui, un mese prima della festa, l’alzata del panno di San Matteo, momento liturgico ad indicare tale evento, per pulizia e nitore spirituale, nel vivere il Vangelo!” Così il parroco della Cattedrale, ricordando alla numerosa folla nel quadriportico del Duomo, che l’etimologia latina Domus, casa di tutti. Di qui l’ invito a frequentare il tempio di culto, non monopolio clericale, ma dimora comune! Scroscianti applausi hanno rimarcato che don Pecoraro ha fatto centro nell’assenso popolare. Con la sua semplicità, tra una nota faceta ed una spirituale, se l’è cavata alla grande nello smorzare eventuali note polemiche. Infatti, nella breve processione dalla cripta, al termine dell’Eucarestia serale, con la sacra reliquia del braccio di San Matteo, i numerosi fedeli, a latere del corteo, ossequiosi verso il clero, a rimandare un clima disteso. La conferma nel quadriportico, quando dopo il preludio di don Pecoraro, all’alzata del panno da parte dei portatori, il saluto dell’Arcivescovo Luigi Moretti, dal tono pacato, nel tratto sorridente. “Ogni esperienza, utile alla salvezza- ha prorotto- per cui quest’anno, dopo l’esperienza del precedente, servito a riflettere ed a trovare migliori intese per vivere una festa patronale all’insegna della fede. Nello spirito della misericordia, anche nella diversità delle opinioni, la bellezza dell’unità, per vivere autenticamente il Vangelo.” La conclusione, con la benedizione della reliquia ed il dono di don Pecoraro dell’effigie di San Matteo, che tipograficamente ben resa, tappezzerà la città, oltre ad esser stata donata ad ogni famiglia, come icona di pietà popolare, nel culto patronale.