Mercato San Severino: necessità di bagni chimici al mercato

Anna Maria Noia

 La necessità di ordine, pulizia e soprattutto igiene è condivisa – trasversalmente – da avventori e mercatanti (ambulanti) che giungono a Mercato S. Severino ogni sabato per la consueta fiera settimanale. Una fiera che ha sempre reso importante, nel corso dei secoli, la cittadina posta al centro dei traffici e del commercio sin dall’antichità – donde la denominazione di Mercato. L’area mercatale, come è strutturata odiernamente – ovvero da circa 10-15 anni – vede in via Moro (ma  vi sono banchi anche sul Trincerone, in via Solofrana) la presenza comune di salumieri, pescivendoli, commercianti di frutta, rivenditori di olive e di sementi e altri operatori del settore alimentare. Inoltre vi sono bancarelle con merci varie e stand di oggettistica e di articoli per la casa. Gli ambulanti provengono da tutta la Campania: dalle zone direttamente limitrofe e circonvicine – quali Cava de’ Tirreni, Montoro, Sarno, Baronissi e anche Salerno – ma anche da più lontano (Bagnoli Irpino). La maggioranza di questi rivenditori e gli stessi clienti sono concordi nell’affermare che l’area è “sporca e abbandonata a sé stessa” – dichiarano in molti, senza però voler trovare a tutti i costi una precisa responsabilità. Infatti è noto che al termine del mercato per piazza Aldo Moro si trovano rifiuti ovunque e contenitori accantonati, con cassonetti stracolmi. In particolare utenti e negozianti stigmatizzano l’assenza di bagni chimici dove poter espletare i propri bisogni e soddisfare le umane esigenze corporali. Ed è su questo che esplode la polemica: il consigliere di minoranza Fabio Iannone, infatti, cavalca la protesta che monta da tempo presso gli ambulanti e richiede all’amministrazione appunto “l’installazione dei bagni chimici”, che risolverebbe – esprime in una nota – il “disservizio igienico-sanitario pagato dai miei concittadini.” Sotto la lente del consigliere anche i cassonetti pieni di immondizia. Ma sentiamo cosa pensano del fenomeno gli stessi interessati: “Non c’è una reale intenzione di introdurre i bagni chimici – dichiarano dei fratelli rivenditori di frutta da Cava de’ Tirreni – anche se sarebbero senz’altro utili.” I fruttivendoli auspicano anche una maggiore organizzazione nella logistica degli stand: “Se dovessimo sentirci male, come passerebbe un’autombulanza?” – si chiedono. Sotto accusa anche una presunta “cattiva disposizione dei banchi”. Anche gli acquirenti plaudono ai bagni chimici: “Sono importanti soprattutto per gli anziani” – dicono. Infine, non è causale il fetore nauseabondo di orine che promana dalle mura perimetrali che circondano il mercato stesso. Ma questa è un’altra storia, che implica il buon senso e il civismo delle persone, anche se ciò può essere considerato come effetto delle impellenze fisiologiche di venditori e utenti.