La stretta (mediatica) sulle discoteche

Amedeo Tesauro

La morte di un sedicenne al Cocoricò di Riccione nel mese di luglio ha d’improvviso messo davanti agli occhi dell’opinione pubblica il tema dei giovanissimi e le loro serata “da sballo”. La successiva morte di un diciottenne nel Salento nei giorni scorsi non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco, alimentando la macchina mediatica che fino ad oggi aveva solo marginalmente approcciato il fenomeno. Ovviamente anche le istituzioni lavorano, pronto un giro di vite sul mondo delle discoteche: sanzioni, nuovi regolamenti, controlli più stretti o direttamente la chiusura del locale, come avvenuto per il Cocoricò. Il popolo della notte, ma soprattutto un intero settore che vive e prospera, attende gli esiti di una stretta che minaccia di cambiare le abitudini di gestori e clienti. Stretta che non è solo legislativa, ma anche mediatica. Cavalcando l’onda delle tragedie e del provvedimento di chiusura del locale di Riccione, i media hanno avviato un’aggressiva campagna che ha reso il tema di una popolarità sorprendente se si considera come esso sia sempre stato presente. Le fonti di informazione si sono riempite di testimonianze dei “sopravvissuti” pronti a raccontare delle loro notti brave, resoconti del giorno dopo tra alcol e ecstasy e brutte esperienze per giovani e giovanissimi alla ricerca del divertimento. La campagna dei media ha così affiancato quella istituzionale, imponendo come priorità un tema ignorato o sottovalutato fino all’altro ieri. Bisogna dire che c’è molto del mediatico anche nella scelta di sbarrare la celebre discoteca di Riccione, un segnale forte che tuttavia lascia dubbi sulla reale efficacia del provvedimento, finito non a caso nel mezzo del dibattito con forti prese di posizione tra favorevoli e contrari: gli uni convinti che bisogna partire dalle discoteche, gli altri sicuri che la droga si combatte nella società tutta e non ne singolo luogo utilizzato come capro espiatorio. L’impressione è che il provvedimento di chiusura del Cocoricò abbia davvero dato la sveglia, la tragedia verificatasi è stata assunta come punto eccessivo oltre il quale non sia possibile andare senza intervenire, da qui la stretta in procura e nei media. Non sorprende, le notizie sono notizie e come il ferro vanno battute quando sono calde, sorprende semmai il qui e il quando, perché ora e non ieri, o l’altro ieri ancora: le serate alcoliche o accompagnate dalla droga non sono una novità, sono routine da tempo, qualcuno dice nuova frontiera del divertimento, qualcun altro afferma che la gioventù sia la stessa di epoca in epoca. La morte di due giovani serve allora da molla per far luce su un mondo su cui non c’era davvero necessità di far luce, perché tutto è sempre stato alla luce del sole. Figurativamente parlando, ovvio.