In Campania e Basilicata oltre lo studio delle matrici ambientali

Credo che siamo all’avanguardia. Abbiamo sottoposto con protocollo ben codificato ad analisi del sangue e anche del capello, per uno studio ancora non pubblicato, volontari anche bambini, affetti da patologie neoplastiche, tiroidee, neurodegenerative e anche pazienti in abs. Abbiamo dosato 14 metalli pesanti e 12 Policlorobifenili. Da direttore del progetto ritengo già di avere risultati interessanti e in corso di minuziosa indagine. Certamente lavoro unico e inedito in campo Italiano. Nel progetto quale volontaria, deceduta dopo poco tempo dai prelievi, abbiamo anche una paziente affetta da cancro dell’esofago e vivente da decenni nei pressi di una fonderia . Risultati che ritengo interessanti. Ovvio e sottolineo che una rondine non fa primavera ma è opportuno sostenere e verificare senza pregiudizi alcuni risultati. Quando ho iniziato il reclutamento dei volontari non ho mai avuto idee precostituite, abbiamo unito le analisi alle cartelle cliniche dopo averle rese anonime .Solo ad analisi concluse abbiamo unito la cartella A con l’analisi A e l’anamnesi A . Una paziente di 6 anni attualmente in recidiva di particolare patologia, è stata segnalata alla importante struttura di cura e ricerca per espresso desiderio e consenso dei genitori e mia completa  disponibilità all’autorizzazione di trasmissione dei dati ottenuti  dal prelievo di sangue di  un anno fa.  Siamo in completa  fase sperimentale e in un campo ricco di spine e di con qualche rosa.  Alcune cose credo che le diremo fra qualche mese dopo le ovvie  opportune  e complete valutazioni e verifiche interdisciplinari. Lavorare su matrici ambientali è cosa abbastanza comune, iniziare a mettere il naso nei malati e nei sani delle zone critiche , iniziare a manipolare fluidi biologici e dati clinici diventa molto più interessante e anche più difficile e non possibile per tutti. Stabilire un nesso di causalità è ancora più complesso , non è semplice e neppure si può fare con facilità. La ricerca  spesso ha necessità di fortuna, di concatenazioni di eventi un ricercatore a mio giudizio non deve avere come ho detto idee precostituite, deve essere libero nella mente e accettare ciò che trova, nel bene e nel male. Spesso i risultati sono a sorpresa, spesso possono essere esatti qualche volta sbagliati o meritevoli di correzione. Ad esempio posso dire che il campione di ragazzi autistici al momento non sembrano avere particolari problemi , rispetto ad altre patologie più sospette , anche questo resta solo un dato , la ricerca deve dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio o per lo meno riuscire a porre interrogativi interessanti . Molti mi chiedono e mi stanno spingendo per conoscere i risultati, dobbiamo ancora guardare tante cose e inoltre poichè abbiamo dosato anche i pcb ( policlorobifenili ) nel sangue, questo è terreno difficile , sostanze che agiscono nell’ordine dei picogrammi e delle quali per molte di esse  non conosciamo al mondo ancora le dosi minime che potrebbero essere nocive, e neppure in quale modo agiscono e cosa realmente possono causare. In questo campo nonostante forse sono il primo a fare questo in Italia  , devo sgomitare , e farmi strada tra 100 difficoltà, 300 eretici, 500 venditori di fumo e pseudo cultori delle materie mediche e 1000 dosi di grande pazienza 😉  che chi mi conosce sa essere in mio possesso quale dote naturale. Forse ricercatori si diventa non si nasce , è un mix di conoscenze, esperienze , schemi mentali , fortuna e combinazioni di eventi. La ricerca va rispettata, incentivata accolta con mente aperta a 500 gradi , se una strada non c’è bisogna disegnarla, se un orizzonte non si vede bisogna tentare di immaginarlo , bisogna sempre guardare “ oltre la curva “ pensare cosa ci può essere dietro. Non posso condividere le chiusure mentali strette in schemi stereotipati , la ricerca è apertura geniale o fortuita della mente ad orizzonti non conosciuti pertanto al momento per definizione “ sconosciuti “. Bisogna avere fede come in tutte le cose bisogna avere fede, amore e perseveranza. Non sono i risultati che spesso contano ma ciò che uno costruisce per i risultati che magari altri avranno. Questo è il ricercatore e la ricerca, il resto spesso sono solo chiacchiere da Bar.

Dott. Vincenzo Petrosino Medico Chirurgo

Spec. In chirurgia Oncologica

Direttore del progetto “ un’ analisi per la vita “