Salernitana, obiettivo salvezza ma con ambizioni…

Maurizio Grillo

Le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa da patron Mezzaroma non lasciano spazio a dubbi, almeno sulla carta: la Salernitana, finalmente, non ha l’obbligo di vincere e potrà godersi la riconquistata serie B con l’unico obiettivo di ben figurare e mantenere la categoria. Del resto sposiamo appieno un passaggio del pensiero presidenziale, quando Mezzaroma ha affermato che “i salti repentini non portano da nessuna parte. In ogni progetto c’è un periodo di stabilizzazione, poi si può riprendere il percorso verso una crescita a 360°: è chiaro che ogni imprenditore che fa calcio punta al massimo”. E’ chiaro, però, che quando punti su un mister preparato come Torrente, un direttore sportivo abituato a vincere come Fabiani ed hai una società composta da Claudio Lotito e Marco Mezzaroma vien difficile pensare che la Salernitana, dopo un quadriennio sportivamente parlando miracoloso, possa accontentarsi di vivacchiare e da questo punto di vista ci sentiamo pronti ad affermare una cosa: le attuali e cervellotiche normative sulla multiproprietà non rappresentano un ostacolo verso la scalata della Salernitana in serie A. Quale imprenditore serio sceglie Salerno per restare a vita in B? O, per dirla alla Mezzaroma, “che facciamo, se siamo tre le prime scendiamo in campo per perdere apposta?”. Oltre ai giovani della Lazio ed ai riconfermati (10-12, forse troppi, ma è giusto così), è palese che la proprietà centrerà quei 2-3 colpi di categoria anche superiore e che possano far fare il cosiddetto salto di qualità. Di nomi ne stanno circolando una marea, nei fatti la dirigenza assicura di “non essersi mossa ancora concretamente, non ci sono trattative in essere”. Da un concetto ci sentiamo leggermente di discostarci. E’ frequente, nelle dichiarazioni dei tesserati granata, il paragone con Carpi e Frosinone che “erano partite per salvarsi e, mantenendo la stessa squadra, hanno vinto la B inaspettatamente”.  Va necessariamente rimarcato, però, che la B di quest’anno è nettamente più difficile rispetto al campionato passato, con due retrocesse che puntano alla A, piazze importantissime che vogliono lottare per i play off e tanti giocatori svincolatisi dal Parma che stanno trovando collocazione in realtà meno blasonate, ma con una rosa di alto livello. Già la storia recente insegna che la riconoscenza verso chi ha vinto l’anno prima non sempre porta i risultati: Luciani, Iannarilli, Capua, Piva, Perpetuini, Guazzo e tanti altri sembravano fenomeni in C2, ma in Prima Divisione le ovazioni di qualche mese prima si tramutarono presto in “andate a lavorare” e “vergognatevi”. Tradotto: riconoscenza ok, ma bisogna essere concreti e la categoria impone innesti di spessore e giovani di qualità. Toccherà, comunque, a Torrente far divertire la gente e le sue dichiarazioni sono in linea con il nostro precedente editoriale: dopo aver subito l’onta della D e di due fallimenti, Salerno si goda la ritrovata cadetteria senza limiti ed obiettivi. Salvandosi senza patemi, con un bel gioco, tanti gol, giovani interessanti e togliendosi qualche sfizio (leggasi vittoria nel derby con l’Avellino) sarebbe già il top per una neopromossa. E come primo anno può andar bene così…