Riforma della scuola: “Mattarella, se ci sei, batti un colpo!”

Renzi e la maggioranza dei parlamentari del PD si stanno dimostrando degli emeriti incapaci sulla riforma della scuola  pubblica. Volendo seguire l’iter parlamentare (commissione Istruzione, Camera dei Deputati e infine Senato), ed essendo alla fine di giugno, i tempi tecnici non ci sono per la realizzazione della riforma. L’unica possibilità  è di porre il voto di  fiducia,  che è diventato ormai prassi per l’attuale governo, curandosi  poco della democrazia del nostro Paese. Ormai Renzi si comporta come il ritornello della Cinguetti: “E qui è casa mia, e qui comando io!” Pare l’autoritarismo di un uomo debole che cerca di fare il duro esercitando in allegria il potere che gli italiani gli hanno dato… Mi correggo: che i politici gli hanno dato, gli italiani non hanno ancora avuto il piacere di votarlo. È pura follia e inaccettabile che su una riforma così importante non si tenga conto delle esigenze in primis degli alunni e poi delle famiglie. Con Renzi il Parlamento italiano è diventato non il luogo dove si discute, dove ci si confronta e si vota in modo democratico, ma una corte  parlamentare dove il « Signorotto »  e i suoi di corte decidono per tutti noi italiani. Siamo tornati in una forma di governo medioevale. Proprio la scuola potrebbe essere  la tomba del suddetto governo, non più credibile agli occhi dei cittadini, in quanto essa non può essere considerata  un bene di un partito o di una parte del PD e dei suoi alleati, attaccati solo alle poltrone da difendere da eventuali elezioni che li spazzerebbero via. A questo punto ben vengano nuove elezioni, perché andare avanti in questo modo su problematiche serie come la scuola è da disperati. Il miglioramento economico di un  Paese non potrà  avvenire senza un miglioramento del sistema scolastico, oltre a maggiori investimenti nella ricerca e a una maggiore interazione con il mondo lavorativo. E questo potrà avvenire con una scuola pubblica di eccellenza, garante di uguaglianza e pari opportunità, veicolo d’integrazione. Queste cose son sapute e risapute, ma per fortuna la scuola italiana è lì, ad aspettare Renzi al varco, perché i docenti non prendono ordini e non si piegheranno a un colore politico. La scuola è di tutti e appartiene a una intera nazione, che ha lottato in passato per il diritto allo studio. Proprio per questo il Giamburrasca del momento, non riuscirà a distruggerla. La scuola diverrà  lo scoglio su cui la nave da crociera targata “Concordia-PD”  del comandante Renzi si andrà a infrangere. Ma penso anche che Mattarella si debba svegliare e prendere posizione nella sua funzione di Capo dello Stato.

Gerardo Petta