Tutto pronto per ricordare Franco Califano nel biennio della scomparsa

Alfonso Mariano

Il 30 marzo 2015 ricorre il secondo anniversario della scomparsa del grande cantautore Franco Califano. Fervono i preparativi per ricordarlo degnamente in quel di Ardea (RM) dove è sepolto ed è stato istituita la Casa-Museo dedicata al Maestro presso la Sala Consiliare del comune  inaugurata il 30 marzo 2014, dal Sindaco Luca Di Fiori. La Casa –Museo è gestita con amore e dedizione da Donatella Diana la quale insieme ad Antonello Mazzeo ha condiviso i momenti più belli, ma anche i più tragici della vita del Maestro.   .Raccoglie  oggetti, libri, dischi, film, romanzi e riconoscimenti vari. Il  sogno di Donatella,   oltre a fargli intitolare una Piazza o una strada è la realizzazione di un  festival per cantautori in una qualsiasi città italiana,che in una ricorrenza fissa  organizzi un premio filantropico importante (meglio se dedicato alle donne) come avrebbe voluto il Maestro con grandi artisti che  “cantino Califano”; il premio è  ancora un sogno, ma chissà…

Inoltre, Alberto Laurenti e Antonello Mazzeo per conto della Fondazione Trust-Onlus Franco Califano. annunciano vari eventi in programmazione in ricordo del Maestro a partire dal 27 marzo al 3 aprile e, segnatamente: 27 marzo: Alberto Laurenti e la Band del Maestro in concerto all’Exe di Roma (Eur);  28 marzo: 2° Memorial manifestazione ufficiale della fondazione F. Califano onlus con  ritrovo alle 12:30 presso il ristorante “La Baita”per chi vuole partecipare al pranzo organizzato da Giuseppe Carfì amministratore del Gruppo Facebook “Franco Califano il Poeta” .Alle 15 Santa Messa al cimitero di Ardea, a seguire visita alla Casa- Museo del Maestro;  alle 17:30 nella Sala Consiliare esibizione della Banda Filarmonica di Ardea, seguirà il concerto di Alberto Laurenti e la Band del Maestro con collegamenti radiofonici e televisivi su Sky e Streaming, prevista la presenza del Sindaco, dell’Assessore alla Cultura, con la consegna di targhe istituzionali, declameranno le poesie del Maestro i doppiatori della Associazione per lo Spettacolo.

Il 29 marzo alle 10:30 nuovo appuntamento dove riposa il Maestro e a seguire pranzo e Concerto di Sandro Presta e la sua band presso l’Agriturismo Corte in Fiore di Ardea.

La Fondazione, oltre a numerose iniziative supporterà quanti seguiranno le orme di Califano che ha sempre espresso il desiderio che l’opera di autori suoi pari fosse studiata nelle scuole, dall’infanzia in poi, per arricchire il patrimonio culturale di poesia e filosofia.

Il 30 M’arzo, come coniato da Donatella mutuando la canzone “Non escludo il ritorno” al cinema Lux di Roma si terrà un concerto con l’esibizione della Band, e dei tanti altri artisti che parteciperanno riproponendo le sue canzoni poi gli aneddoti interpretati da Gianfranco Butinar e la proiezione del film “ Non escludo il ritorno”. Tra i tanti appellativi dati a Califano, quelli che più gli piacquero erano “il Socrate della canzone” e “il filosofo di Roma”; quando si parlava di età affermava: “Mi accorgerò di essere vecchio solo cinque minuti prima di morire”. Franco Califano, il grande poeta dell’amore, compositore di tanti famosi monologhi, alternati a canzoni intramontabili di grande impatto emotivo fra cui:“ Tutto il resto è noia”; ”La nevicata del ‘56”, “Minuetto”, “La musica è finita”, “Una ragione di più”, “Un grande amore e niente più”; “E la chiamano estate”; “Semo gente de borgata”; Questo nostro grande amore”; “Un’estate fa” e tanti altri, eseguiti da grandi interpreti.. Il Nostro è stato anche poeta, scrittore e saggista con opere come: “Voglia di vivere voglia di morire” – “Ti perdo – Diario segreto di un uomo da strada”, “Il cuore nel sesso”, “Sesso e sentimento” , “Calisutra”e “ Monologhi e poesie romanesche” Nel 2008 ha pubblicato il libro autobiografico “Senza manette”, scritto a quattro mani con Pierluigi Diaco. Inoltre è stato interprete di fotoromanzi e attore cinematografico.  Le canzoni di Califano, autentica poesia, ci hanno consegnato spaccati di vita, mai banali, frutto anche delle sue esperienze; musica dell’anima, stupendi accordi con l’uso di aforismi, metafore, ossimori, un coagulo di versi mai artefatti, all’apparenza semplici ma con una profondità che lascia basiti, per l’aspetto semantico-lessicale, avulso dal messaggio subliminale, ma libero come il suo pensiero. Una poesia colta,  profonda espressiva, nonostante Califano sconvolga per la sua semplicità, come si evince dalla sua prefazione nel libro “Voglia di vivere voglia di morire” pubblicato nel 1971. “ Un pensiero riesco a metterlo sulla carta e quando lo rileggo, mi accorgo  che è  più bello di come lo pensavo: questo per me è meraviglioso. Con una penna e un foglio di carta mi sento a mio agio. Quello che scrivo può valere poco, non so, ma credo che la vera poesia, sia quella più semplice; ecco, io scrivo in modo semplice, non rincorro il vocabolo ricercato, non ne ho il tempo perché quando scrivo qualunque cosa, non penso; per questo la mia poesia ha il pregio di essere vera, come vere sono le canzoni che ho scritto finora rifiutando il compromesso della commerciabilità. Eccone alcuni titoli: “Baciami per domani”, “E la chiamano estate!, “Vivere per vivere”, La musica è finita”, “Una ragione di più”, “In questa città”. Ne ho scritte più di cento”. Per me anche una canzone può essere poesia, sono purtroppo i poeti che mancano. Ho amato molto  sono stato amato da tante donne. Ognuno mi ha insegnato qualcosa, ad ognuna ho insegnato qualcosa. Come cattolico, la sola  figura che mi affascina è quella di San Francesco d’Assisi, colui che è riuscito a dare a Dio un volto, quello dell’amore. L’amore quindi è il mio Dio e amo San Francesco perché lo predicava. Amo il silenzio ma non la solitudine. Nell’amicizia sono debole come sono forte nell’amore. In ogni cosa cerco la poesia e detesto tutto ciò che è freddo e meccanico; adoro quindi la natura, gli animali in genere con una leggera preferenza per i cani e gli uccelli. La stagione che più sento è la primavera. Un tramonto primaverile riesce a farmi piangere. Mi commuovo facilmente , ma piango raramente; nessuno riesce a capirmi bene, forse nemmeno io so come sono fatto e quello che voglio, so soltanto che dopo che ho scritto una poesia, una canzone, un qualcosa, mi sento sereno, sazio e migliore”. Questo è il vero “Califano” che, per ironia della sorte, se ne è andato proprio in un tramonto primaverile, stagione a lui più cara; lasciandoci in eredità una patrimonio di inestimabile valore letterario: le sue “POESIE”. L’auspicio è che diventino oggetto di studio nelle scuole, per farlo conoscere, capire ed amare come realmente merita; una persona semplice, fragile, incompresa che continua a stupirci con la straordinaria profondità dei suoi versi e, quanti frettolosamente l’avevano condannato, giudicato e definito un superficiale, dovranno ricredersi.