Napoli: presentazione Indagini su cittadini al di sopra di ogni sospetto: Friedrich Dürrenmatt vs Leonardo Sciascia. Con Giuseppe Montesano e Salvatore Silvano Nigro

Bianca Fasano

Se qualcuno si ostina a dire che Napoli non sia più la città della cultura, quel qualcuno o dorme o è in malafede. Basta soltanto decidere al mattino cosa si voglia ascoltare, vedere, sentire,  annusare, toccare o di cosa si voglia cibarsi, perché a Napoli la cultura aleggia nell’aria e nelle menti di una infinità di persone e persino nei cibi. Gente come quella che il cinque di marzo si accalcava nella Book Area Healthy di Via Merliani 118 Napoli (Vomero) per seguire una delle serate che, da marzo a maggio 2015, con il titolo “Strane coppie”, vengono organizzate da “La linea scritta” ( laboratori di scrittura creativa) e curate da Antonella Cilento.   Il 5 marzo abbiamo potuto seguire “Indagini su cittadini al di sopra di ogni sospetto: Friedrich Dürrenmatt vs Leonardo Sciascia. Con Giuseppe Montesano e Salvatore Silvano Nigro. Sedie e poltrone, un ingresso mediante ascensore e l’altro dal portone sulle scale. Fino a riempire la piccola sala colma anche di libri, sono giunte molte persone, tante da fare sì che ciascuno, occupato il posto, vi restasse. Piacevolmente bloccato. Dunque si parla di arte a Napoli e al di fuori della vetrata che da sulla strada il paesaggio è passato “dall’esterno giorno all’esterno notte”, mentre alla fine gli astanti si riflettevano come in uno specchio nella vetrata. Un inizio alla “Pirandello” in Questa sera si recita a soggetto” con gli attori tra il pubblico, che si fanno spazio tra le poltroncine per raggiungere “la scena”. Quando l’attore Enzo Salomone (Napoletano doc, si formatosi alla fine degli anni ’60 con il teatro d’avanguardia nel Centro teatrale Esse, poi fondatore di una compagnia teatrale dal nome Cooperativa Teatrale LIBERA SCENA ENSEMBLE, che si esibisce in Italia e in Europa, ben conosciuto anche sul grande e sul piccolo schermo),[1] “irrompe”, siamo a teatro. Da questo si comprende un  valore da commediante: costruirsi intorno il palco anche quando non c’é. Stiamo assistendo, ci rendiamo conto a quel: Ormond Brasil 10 melologo scenico per voce recitante e pianoforte da “Der Tunnel”di Friedrich Dürrenmatt (scrittore, drammaturgo e pittore svizzero). La voce, a volte tonante a volte, preoccupata, irritata, sorpresa del viaggiatore in un sorprendente spazio tempo da incubo è accompagnata  dalle note incisive di Ciro Longobardi (pianista, si dedica da più di quindici anni allo studio e alla diffusione del repertorio e dei linguaggi musicali moderni e contemporanei).  Apprendiamo poi che la musica è di Fabio Cifariello Ciardi , il quale si dedica alla musica strumentale, a quella elettroacustica e alla creazione di opere multimediali attraverso un approccio che lui definisce ‘ecologico’ e politico. Non ci stupiamo di apprendere che si interessi alla trascrizione strumentale degli andamenti finanziari e delle inflessioni e dei ritmi della voce parlata. Lungo percorso artistico alle spalle con gli studi di musicologia, composizione e musica elettronica all’Accademia di S. Cecilia e con Tristan Murail e Philippe Manoury all’IRCAM di Parigi.. Il tempo, diversamente da quello del racconto, scorre e incalza, finita la performance, ci si rende conto che “la prima “sfida letteraria” di Strane Coppie 2015, ossia quella tra Friedrich Dürrenmatt e Leonardo Sciascia, e di là da venire. Antonella, giovane e scattante, che già ci aveva introdotti alla serata, ritorna “sul palco”, seguita dagli artisti che “sgombrano la scena” per  fare posto ai relatori, ossia Giuseppe Montesano – di cui per brevità ricorderemo soltanto che insegna filosofia nel liceo “Cartesio” di Giugliano (Napoli) e che suoi articoli sono comparsi su Il Messaggero, Il Mattino, Diario, Lo Straniero ed è vincitore del Premio Napoli e de Premio Viareggio con sue opere letterarie- e Salvatore Silvano Nigro[2] – già critico di «Paese Sera» e redattore, presso la casa editrice Laterza, degli Scrittori d’Italia (diretti da Folena) e della Letteratura italiana. Collabora al domenicale del «Sole 24 Ore»- Ci fermiamo qui perché sarebbero troppe le cose da ricordare e accenniamo soltanto al fatto che (!!!) nel 2002 la Chicago University gli abbia conferito una laurea honoris causa. Aggiungo anche che, con molta pazienza ha atteso che giungesse il tempo della sua relazione ed è riuscito, dopo, a mantenere desta l’attenzione di un pubblico il quale già da un paio d’ore permaneva seduto. Non è poco. I due grandi personaggi di  cui si è ascoltato (e poi anche discusso), erano: Dürrenmatt, che “è stato protagonista del rinnovamento del teatro di lingua tedesca, trattando in chiave grottesca i problemi della società contemporanea e smascherando le meschinità nascoste dalla facciata perbenista della società svizzera” e l’intramontabile  Sciascia, noto per il suo impegno civile e la denuncia sociale dei mali di Sicilia che ottenne un grande successo di pubblico con una serie di romanzi brevi di ambientazione prevalentemente siciliana  tra cui quel “Il giorno della civetta”, 1961, poi trasformatosi in film  nel 1968, diretto da Damiano Damiani e interpretato da Franco Nero e Claudia Cardinale; Ricordiamo ancora che Sciascia visse la tragedia del terrorismo con “L’affaire Moro”, 1978, “anche come relatore di minoranza nella commissione parlamentare d’inchiesta sull’assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia (era stato eletto alla Camera dei deputati nel 1979 nelle liste del Partito Radicale).” Davvero ancora tanto da dire sulla serata, svoltasi offrendo notizie “nuove” rispetto a ciò che è parte della conoscenza “comune”, o quantomeno libraria e da internet, da chi le ha apprese personalmente. Uno Sciascia inedito, che ha “passeggiato” tra il pubblico con la sua personalità straordinaria e straordinariamente raccontato. Cosa aggiungere? Napoli è sempre l’equivalente della cultura: sempre la capitale di un Regno.

[1] Sul grande schermo 1982 ne Le occasioni di Rosa di Salvatore Piscicelli, nell’86 (che segna anche il suo esordio televisivo) è in Anemia diAlberto Abruzzese e Achille Pisanti, Nel 1992 è la volta del pluripremiato Morte di un matematico napoletano (Leone d’Argento a Venezia e David di Donatello e Nastro d’Argento per la miglior regia esordiente di Mario Martone). Nel 1995 è nel film campione d’incassi Viaggi di nozze di Carlo Verdone. Lo stesso anno è anche nel cast diPianese Nunzio, 14 anni a maggio di Antonio Capuano con Fabrizio Bentivoglio. Nel 1996 è in La medaglia e Classe mista 3° A di Federico Moccia. Torna al grande schermo nel 2000 con ‘Ngopp di Paolo D’Ammicco. A questo seguono La vita degli altri (2001) di Nicola De Rinaldo, la commedia Maria ihm schmeckt’s nicht (2009) con Lino Banfie Sergio Rubini, Noi credevamo(2009) di nuovo diretto da Mario Martone con Luigi Lo Cascio e Toni Servillo, con il quale lavora anche in Una vita tranquilla (2009).[2] Ha insegnato a Parigi (alla Sorbonne e all’École Normale Supèrieur), a Tours (Université Rabelais), a New York (New York University), a Bloomington (Indiana University), a Pisa (Scuola Normale Superiore). Nel 2002 la Chicago University gli ha conferito una laurea honoris causa. Si è occupato di Dante, di novellistica e predicazione nel Quattrocento e nel Cinquecento, di letteratura e arti figurative nel Cinquecento, della letteratura barocca, di Alessandro Manzoni, delle avanguardie novecentesche, della narrativa contemporanea e del lavoro editoriale. Ha collaborato alla Letteratura italiana, diretta da Alberto Asor Rosa per Einaudi; al Romanzo, diretto da Franco Moretti; agli Annali della Storia d’Italia; e alla Storia dell’arte sempre per Einaudi. Per Sellerio ha curato le opere di Mario Soldati e di Giuseppe Bonaviri; cura, sempre per Sellerio, i romanzi di Andrea Camilleri. Per Adelphi cura gli scritti inediti di Giorgio Manganelli. I suoi libri sono stati tradotti in varie lingue.