La tormentata vicenda della scomparsa di Majorana nel lontano 27 marzo 1938

Giuseppe Lembo

Torna di attualità la triste vicenda del giovane fisico italiano Ettore Majorana che lavorò con Enrico Fermi nella Scuola di Via Panisperna, ricevendone gli apprezzamenti di un “genio della scienza”; un riconoscimento simbolo, nel panorama scientifico mondiale, solo di pochi. Ettore Majorana, il fisico geniale Ettore Majorana, scomparso nel lontano 1938, torna, purtroppo, ancora una volta di attualità cronachistica; tanto, con grande amara delusione per chi, da tanto lungo tempo, aveva occupato la scena, ricercando la verità su di un caso a cui è sempre più difficile porre la parola “fine”; un caso di fatto mai risolto e che sicuramente non si risolverà mai più. Ed ora più che mai, facendo crescere la confusione, la Procura di Roma, non mette assolutamente la parola fine e tanto meno dà quelle certezze invocate dai tanti che hanno chiesto una tomba per Ettore Majorana; una tomba certa e non virtuale, dove poter riaccendere “quegli amorosi sensi” che uniscono il mondo dei morti a quello dei vivi, tenendone sempre viva la memoria anche per quelli che verranno e che, come nel caso Majorana, non possono continuare ad essere scippati della verità, forse scomoda, legata al più grande mistero del secolo scorso. Il caso Majorana, di cui mi sono per lungo tempo occupato con testimonianze e scritti è un caso che, purtroppo, non può finire qui. Non si possono assolutamente buttare a mare le ipotesi concretamente fondate, riguardanti la sua scomparsa, con un fantasioso ritrovamento in Venezuela a Valencia, così come testimoniato, secondo il dispositivo della sentenza romana da una foto del 1955, che ritrae il presunto Ettore Majorana, quasi cinquantenne, mentre girava per Valencia a bordo di una scintillante Studebaker in un atteggiamento dal sorriso altrettanto scintillante. Trattasi di un assoluto ed inedito fuori programma. Ettore Majorana non sapeva guidare e non aveva mai conseguito la patente; tra l’altro, c’è, l’altrettanto, fuori programma del suo fare gioioso e godereccio che proprio è difficile poter riconoscere allo scienziato Majorana, un uomo solo, un uomo fortemente provato da profonde sofferenze dell’anima, dal volto sfuggente e dagli occhi sempre tristi. Chi ha ritenuto opportuno chiudere il caso Majorana scrivendo una sentenza così strutturata, conosce poco o niente dell’uomo-scienziato Ettore Majorana, un uomo ed uno scienziato caratterialmente poco propenso al sorriso e tanto meno al sorriso sfavillante. Così riconosciuto e descritto, quel Bini – Majorana, proprio non può essere il nostro tanto amato e ricercato Ettore Majorana. Non è, Ettore Majorana, lo scomparso! Non è assolutamente il nostro amico scienziato, considerato da tutti quelli che l’avevano conosciuto, prima di tutto, un uomo solo, un uomo fortemente bisognoso di umanità. La sua triste scomparsa-fuga, conseguente ad una grave crisi esistenziale per le sue scoperte scientifiche e per tutto quello che potevano rappresentare per il futuro dell’umanità è da “caso” inviolato ed assolutamente impenetrabile; il tutto, per una profonda crisi di coscienza per gli sviluppi che avrebbe poi avuto la fissione del nucleo di uranio ed il suo potenziale distruttivo. Ettore Majorana dal profondo della sua timidezza e delle sue manifeste inquietudini, si organizzò con un rigore da vero scienziato, anche il protagonismo dell’invincibile silenzio; anche il mistero della sua impenetrabile scomparsa. Tanto, più e meglio del dispositivo di una qualsiasi sentenza, è ben evidenziato proprio dalle parole di Enrico Fermi che, nel 1939, quando la polizia decise di smettere le ricerche, disse “Ettore era così intelligente che, se aveva deciso di sparire dal mondo senza farsi trovare, è inutile che continuano a cercarlo”. Le parole di Enrico Fermi che aveva definito Ettore Majorana un “genio”, illuminano di luce propria i contorni di un caso-scomparsa che, purtroppo, non ha avuto e non avrà mai quella tanto attesa fine, per chiudere definitivamente la vicenda terrena legata al caso Majorana; un tormentato caso del secolo scorso che continua senza risultati concreti ancora oggi.