Per un mondo nuovo basato sull’uomo e sui diritti

Giuseppe Lembo

Il mondo è sempre più violento; la sopraffazione umana, a partire dalla disumana sudditanza psicologica, n’ è una costante. Contro le violenze e lo schiavismo moderno, si leva forte la voce dei saggi del mondo, contro la schiavitù. Non più, è detto, schiavismo, ma dignità, libertà e diritto alla vita per tutti gli uomini della Terra. La lotta allo schiavismo moderno è una lotta particolarmente sentita dal Papa Francesco che in un incontro a Roma con i rappresentanti delle altre Chiese monoteiste ha deciso di porre all’attenzione del mondo, l’importante obiettivo della cancellazione di tutte le diverse forme di schiavitù ancora presenti sui tristi scenari del mondo. Tanto, entro il 2020; sarà, se raggiunto la nascita-rinascita per un mondo nuovo, dove non ci dovrà essere mai più l’orco assassino che si arroga il barbaro diritto di rendere schiavo un altro uomo. Tutto questo fa parte assordante, di una grande contraddizione sempre più alla base del rapporto tra il capitale ed il capitale umano; tra il capitale, come risorsa del potere unico e senza appello e del capitale umano costretto a vivere le sue forti contraddizioni, con spinte sempre più estreme verso un processo crescente e diffuso di marginalizzazione che proprio non conosce limiti. A prevalere sarà la saggezza del capitale umano, senza il quale, il capitale in sé avrebbe la sola forza del niente. Il mondo deve necessariamente cambiare; in alternativa al protagonismo violento dei pochi impegnati egoisticamente in percorsi di vita basati sul tutto per sé, occorre con saggezza pensare ad un nuovo sistema di vita che garantisca tutti, con in primo piano l’insostituibile binomio lavoro e sviluppo due sfere interagenti che devono saper camminare insieme, in equilibrio e condivisione. Purtroppo non c’è lavoro senza sviluppo socio-economico territoriale; lo sviluppo, per essere tale, deve garantire prima di tutto il lavoro che resta centrale al vivere insieme in tutte le diverse realtà della Terra, pronta ad accogliere i processi innovativi senza subirne alterazioni violente ed assolutamente poco sostenibili, dove prevalgono sempre più ed inopportunamente, comportamenti circenses  che fanno dimenticare le giuste opportunità del fare, attraverso la giusta cultura dell’innovazione e della creatività che contrastano sempre più con l’effimero dominante del nostro tempo, fortemente ammalato di uomo. Dei buoni e giusti insegnamenti per cambiare il mondo, pensando ad un mondo nuovo, ci vengono dal Papa Francesco che venendo dalla fine del mondo, pensa con forza a nuovi equilibri geopolitici per innervare saggiamente i cambiamenti necessari al futuro dell’uomo sulla Terra.  Occorre il nuovo; occorre per questo, cambiare i meccanismi della rappresentanza; occorre per il bene comune, diffidare di indistinti personaggi che agiscono da spicciafaccende per lobbisti e lobbie di un capitale-ricchezza sempre più disumano e fortemente nemico del capitale umano, la più grande risorsa del mondo; una risorsa d’eccellenza senza la quale il mondo si ferma. La modernità e le sue crescenti politiche monetarie devono essere per l’uomo e non contro l’uomo, così come intese oggi; devono essere, nei loro obiettivi da raggiungere, virtuose e finalizzate al bene comune, evitando di fare i soli egoistici e disumani interessi di quei potenti senz’anima, sempre più indifferenti al capitale umano, usato abusandone, per i propri fini e sempre meno per la crescita sociale, disumanamente squilibrata, un vero e proprio inferno soprattutto nel concetto di vecchiaia sempre più inteso come “costo sociale”, al solo esclusivo vantaggio di chi è benestante e può permettersi il pagamento di tutti i costi per vivere bene anche la tanto maltrattata terza età. Purtroppo, la mancanza di saggezza umana ha accentuato gli egoismi in una crescita senza limiti del tutto per sé con conseguente decrescita del bene comune sempre più indifferente a chi  governa le risorse economiche, ossia quel capitale economico-finanziario  disumanamente indifferente al capitale umano, il primo oro del mondo.  L’Italia va scossa da vecchie abitudini, creando quella necessaria discontinuità rispetto al passato, incapace di pensare a costruire anche nel nostro Paese un mondo nuovo, partendo dalle sue preziose risorse, prima della quale è in assoluto, il capitale umano, una grande ricchezza antropologica attraverso la quale giocare la nostra scommessa per fare ripartire l’Italia, con un sistema Paese umanamente nuovo, capace di riportare in primo piano, la grande emergenza italiana che ha il binomio conosciuto di lavoro e sviluppo.