Napoli: Formez PA, patrimonio culturale non da disperdere, ma da rafforzare

Nell’ambito della riorganizzazione del Formez, Napoli rischia di perdere un’ulteriore risorsa strategica, con la paventata chiusura della sede di Pozzuoli. La soppressione delle cosiddette «sedi periferiche» (Cagliari e Pozzuoli) è, infatti, una concreta ipotesi ventilata nel «Piano di riordino» proposto dal Commissario straordinario insediatosi a seguito del Decreto legge (n. 90 del 26 giugno 2014) per la semplificazione e la trasparenza amministrativa. Per scongiurare tale ipotesi, in accordo con il Comune di Napoli, potrebbe essere individuata una nuova location in comodato gratuito o a canone agevolato, nel prestigioso contenitore di Palazzo Fuga, nei locali attrezzati ed arredati per la Stoà, ex partecipata comunale. La soppressione della sede di Pozzuoli sarebbe, tuttavia, in evidente controtendenza rispetto a dati e prospettive dei più recenti Rapporti Censis e Svimez sui fenomeni politici economici e sociali, che vedono nel sistema Napoli/Campania la seconda area metropolitana e seconda regione d’Italia, con interessi crescenti nel panorama delle regioni «obiettivo convergenza» e del bacino Mediterraneo. Ma soprattutto, in questa delicata fase di passaggio verso l’istituzione delle aree metropolitane, non si può ignorare la rappresentazione del sistema urbano europeo recentemente proposta dall’OCSE, che inserisce Napoli al 5° posto (dopo Londra, Parigi, Madrid e Berlino). In questo scenario, è assolutamente necessario che il patrimonio culturale conseguito da Formez PA non sia disperso, ma anzi sia rafforzato, per assistere e implementare i grandi cambiamenti di riforma in atto: Costituzionali, organizzativi e finanziari che stanno interessando la PA italiana. Il Centro di Formazione e Studi per il Mezzogiorno – oggi Formez PA – ha rappresentato un fondamentale strumento di sostegno tecnico alle politiche di sviluppo delle amministrazioni pubbliche centrali, regionali e locali. Per i primi trent’anni (1965-1993), il Formez ha affiancato l’azione di Ministero del Mezzogiorno, della Cassa (poi Agenzia) per il Mezzogiorno e degli enti collegati; promuovendo negli anni ’80 la cosiddetta «Ricerca Giannini» (dal coordinatore del progetto, Massimo Severo Giannini), che ha fornito la base conoscitiva fondamentale per le più importanti riforme della PA(dalla L. 241/90, prima legge generale sul procedimento amministrativo, alla L. 142/90, lo “Statuto delle Autonomie locali”). A partire dagli anni ’90 – fino ad oggi – il Formez ha supportato operativamente le politiche di riforma e innovazione amministrativa promosse da Presidenza del Consiglio e Dipartimento della Funzione Pubblica, e accompagnato l’attuazione di programmi cofinanziati da fondi strutturali. Progettando e realizzando – fra le altre cose – il sistema di reclutamento e formazione «Ripam»: una modalità di selezione corso-concorsuale inedita e innovativa, in grado di alleviare le amministrazioni dagli oneri organizzativi e finanziari delle procedure concorsuali, assicurando trasparenza e formazione di alto profilo (al progetto «Ripam» si deve la modernizzazione di numerose amministrazioni, a partire da Comune e Provincia di Napoli, attraverso l’inserimento di una nuova classe di giovani funzionari). Per la sua storia, per il patrimonio culturale accumulato nell’arco di cinquant’anni (1965-2015), Formez PA continua dunque a rappresentare uno dei più validi strumenti del Dipartimento della Funzione Pubblica a sostegno dell’implementazione e diffusione dell’innovazione nel sistema amministrativo nazionale, regionale e locale. Funzione che appare quanto mai strategica nei prossimi anni, con l’avvio delle Città metropolitane (Legge 56/2014) e il riassetto delle Province; l’introduzione di funzioni associate da parte dei piccoli comuni; il nuovo sistema di armonizzazione della contabilità degli enti territoriali; la riforma dell’organizzazione e dell’attività della PA attualmente in discussione in Parlamento; la nuova riforma del titolo V, nel quadro della più ampia riforma costituzionale.