Salerno: crisi, episodi singolari!

Anna Maria Noia

 La crisi è dura. Realmente dura. Non solo una crisi economico-finanziaria ma anche – e soprattutto – culturale: due episodi apparentemente dissimili e anzi dissonanti tra loro, verificatisi a Salerno – in questi giorni – e, poi, “addirittura” al centro di Salerno la dicono invece lunga, si assomigliano, perché potrebbero essere ricondotti alla stessa matrice – appunto al clima di sfiducia e di precarietà psichica e fisica che la crisi induce a sperimentare. Si tratta di nervosismo, ansia, disagio! Sì, il disagio esistenziale dei nostri tempi brevissimi… Ecco, a Salerno – per farla breve – nella stessa mattinata, dunque a distanza di poche ore, un uomo di mezza età ha praticamente “litigato” con il conducente, sembra per futili motivi. Ciò è accaduto alla stazione, dove si trova la chiesa del S. Cuore. Poco lontano, e il fatto parrebbe più grave ancora, un disperato, un disoccupato ha minacciato di uccidersi, di farla finita con la benzina – per darsi fuoco! Eccole le “trappole” della disoccupazione, del fallimento anzi: “dei fallimenti”, dello Stato, del governo, dei politici che rimangono indifferenti alle necessità e ai bisogni di tutti! Per quanto riguarda il primo… “caso” (chiamiamolo così) della “follia” – riguardo sempre il rispetto dei diritti da parte di alcune categorie “svantaggiate”, o altrimenti definite “deboli” o altro – il signore in questione (lo si vede dalle foto) ha evidentemente inteso di poter alzare la “voce” contro un (presuntissimo!) suo “diritto”. L’utente era (ingiustamente, crediamo) indignato e inferocito con l’autista di un mezzo della Cstp perché a suo dire, o secondo le parole delle persone che hanno avuto la “occasione” (la fortuna?) di incontrarlo, il “capo” non voleva aprire le porte del bus fuori fermata, in quanto egli era in ritardo… Così ha pensato bene di porsi davanti al bus suddetto e non voleva lasciarlo passare! Ma se da un lato il suo comportamento potrebbe sembrare comprensibile, dall’altro versante non può purtroppo dirsi giustificabile: il perché è presto detto! Si tratta della sicurezza, sua e altrui – cioè degli altri utenti e/o pendolari. In effetti il conducente è responsabile effettivo del veicolo da lui guidato in quella tratta, lungo il percorso, e risponderebbe – qualora succedesse qualche incidente imprevisto – della incolumità di tutti i passeggeri. Ovviamente ci sono autisti – più “temerari” – che aprono tranquillamente le porte scorrevoli, ma altri si sentono prudenti e ottemperano alla legge. Il cittadino che ha protestato, così singolarmente, non ha dunque ragione, non avrebbe dovuto indignarsi in tal modo! Non è un diritto leso, anzi è il contrario: è per la sua salute che il conduttore non ha voluto farlo salire. E passiamo poi all’altro “dramma”, quello del disperato: è la nostra una società ingiusta ed egoista, i governanti pensano solo a beghe politiche e/o a spartirsi il potere, ma non pensano ai diritti – questi sì reali – di chi perde il lavoro. È la crisi che fa compiere gesti estremi, così frequenti, purtroppo, sia a livello nazionale che locale, dal Salernitano alla Valle Irno, a S. Severino, Fisciano, Montoro. Il poveretto è parso subito fuori di sè, forse era solo ubriaco o chissà. Si è avvolto in una bandiera della Cgil e minacciava di darsi fuoco, imprecando e attuando un soliloquio delirante. Sul posto, tante persone e le forze dell’ordine. Contattata anche un’apposita ambulanza. Poi il fattaccio è scemato dall’orizzonte dell’opinione pubblica. Insomma, si era rischiato il peggio ma ogni cosa in qualche attimo si è aggiustata. Resta da vedere solo cosa sarà di tali due “tipi strani”, chi può dire cosa sarebbe successo in entrambe le situazioni se lo scenario fosse stato appena un po’ più… effervescente e incandescente. Ai posteri, diceva il poeta – Manzoni – l’ardua sentenza. Ma speriamo di non trovarci ancora e sempre di fronte a episodi (e a persone) simili!