Cardinale Sepe: “Natale contro potere e danaro!” sferzata al clero

di Rita Occidente Lupo

“Natale, festa di liberazione da ogni egoismo, autosufficienza,  sfruttamento, strumentalizzazione dell’uomo sull’uomo, idolatria del potere, prestigio e danaro”. Le parole del cardinale partenopeo Crescenzio Sepe, per l’occasione natalizia, la dicono lunga, in tema di ossequio alla fede. Quale occasione migliore della Natività, che trattare d’umiltà, guardando al povero giaciglio di Betlemme! Quale momento migliore, per ricordare come la regalità si sia fatta miseria, a tanti che inseguono titoli carrieristici, restando avvinghiati a piedistalli di potere o abbarbicati all’occasione del prestigio, per sentirsi padroni della scena! Il Natale non smette d’inquietare e d’interrogare le coscienze: un Evento d’oltre Duemila anni fa, compiuto una volta per sempre! Non una favoletta, da narrare ai piccini sul bacio della buonanotte, ma fatto storico, con tanto di testimonianze oculari. Sempre di ultimi: Cristo, dall’Incarnazione, non desiste dal privilegiare i poveri, scartando i potenti. Di farsi Emmanuelle, prima per i meno abbienti e poi per i Magi. E la Chiesa, nel celebrare la Natività, rimanda da secoli il Mistero di un Dio fatto Bambino. Lanciando strali di solidarietà, nell’invito alla conversione, per fruire della salvezza. Ma proprio la Chiesa, arranca. Proprio dai preposti al culto, purtroppo esempi non coerenti ed edificanti, fuorvianti. Oltre ai numerosi atti infanganti il sacro, da pedofilia a corruzione, latitante in molte realtà l’accoglienza ai fedeli. Troppi consacrati, ad inseguire denaro e potere: ad assecondare ambizione e prestigio. La corsa carrieristica, non risparmia religiosi che, anzicchè unire il gregge, lo disperdono col proprio comportamento! Con la loro arrogante saccenza, a gestire il sacro come se fosse appannaggio personale o monopolio di “Fortunati” scelti ed incardinati. Eppure, dinanzi alla culla di Betlemme, oltre zampognari e pastori, solo animali…niente sacerdoti del tempio! Nella svolta epocale della Chiesa di Papa Francesco, varrebbe la pena di ereditare il suo sorriso contagioso, la sua schiettezza dal tratto familiare: emulabile per quanti non sanno neanche incoraggiare, consigliare e drizzare fedeli alla salvezza! Che le parole di Sepe possano essere incarnate da tanti ordinati, spesso devianti il gregge, più che  sapiente guida! Fortunatamente lo Spirito Santo continua a non “distrarsi” nel pervadere un’istituzione che, tra mille difficoltà, ancora alleva Santi  in ogni tempo!

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