Cara Italia, ti scrivo e riscrivo per dirti che i mali sono gravi ed inguaribili

Giuseppe Lembo

Cara Italia, ti scrivo e riscrivo ancora e con più forza rispetto al 2011 per dirti che:

–          basta con il populismo del fare del niente;

–          basta con i bizantinismi politici;

–          basta con la politica degli affari e con l’intreccio mortale politica-criminalità;

–          basta con la sempre più rovinosa anarchia parlamentare;

–          basta con il vuoto del niente assordante;

–          basta con la devastante crisi dei valori;

–          basta con il tutti contro tutti, un male italiano da cui bisogna presto guarire, per non morire.

Rispondere con l’indifferenza al grave ed allarmato grido di dolore italiano è un errore che pagheranno soprattutto i nostri figli; per colpa dei padri, ogni giorno, si vedono cancellato un pezzo vitalmente importante del loro futuro.

Italiani saggi, italiani giusti, italiani onesti, liberatevi del silenzio che uccide!

Fatevi avanti, unitevi e da saggi quali siete, prendetevi in mano la saggia decisione di salvare l’Italia; di salvare il futuro dei nostri figli che, tra l’altro, sono anche figli vostri.

Occorre ripulire l’Italia, un Paese ormai crocefisso, senza alcuna speranza di resurrezione.

Come per Guttuso, usando le sue stesse parole, dico che “ciò che più addolora è la mancanza o la fiacchezza della coscienza culturale di essere depositari di un grande patrimonio”.

Coscienza o consapevolezza, che presuppone necessariamente la conoscenza almeno di qualcosa del ricco patrimonio italiano; un patrimonio che è unico al mondo e ci è invidiato da tutto il mondo.

L’Italia dagli orizzonti corti non va da nessuna parte.

Occorre ripensare e pensare a costruire un mondo nuovo, per ripensare e pensare a costruire un’Italia nuova; un’Italia dagli orizzonti infiniti, sgomberi delle tante brutture che ne ostacolano lo sguardo ed il godimento della grande bellezza italiana.

Nel nostro Paese, più che altrove in Europa e nel mondo, è ormai tramontato il modello della grande industria, tra l’altro, sempre meno compatibile con le caratteristiche italiane di un territorio, ricco tra l’altro, di un patrimonio non solo artistico, ma anche ambientale, con paesaggi dal fascino unico e con tanta, tanta bellezza, un grande godimento dell’anima che tale non è, perché maledettamente spenta.

Il futuro italiano è basato soprattutto sui nuovi orizzonti italiani; sono, questi nuovi orizzonti, i beni culturali, il paesaggio, la moda e la cucina, un insieme di saperi e sapori, la grande ricchezza italiana presente e futura.

È questo, un patrimonio caro, soprattutto, a chi ama l’arte, la cultura e la bellezza italiana; a chi ama i sapori delle terre italiane; a chi ama la saggia creatività di un made in Italy che proprio non teme confronti.

I saperi ed i sapori d’Italia, sono l’espressione forte e sicura del futuro d’Italia; un futuro che, deve evitare di rincorrere di essere uguale in tutto,  a quello degli altri; deve evitare per questo, di ubriacarsi di solo presente e darsi concretamente ed in modo nuovo, attraverso il protagonismo della ragione, la saggia espressione dell’essere, con l’universalità di se stesso, partendo proprio dalle piccole cose; tanto, attraverso la memoria ed i ricordi di tutto quello che non è più, ma che serve a vivere non solo il proprio presente, ma anche e soprattutto il futuro; il proprio futuro italiano, per essere così come si conviene un italiano vero, un buon cittadino in casa propria e del mondo, capace, per questo, di saper partire dal mondo dei sogni, per rendere bella ed umanamente bella da vivere, la realtà italiana e del resto del mondo, senza il grigiore invadente di un’opprimente disumana e brutta condizione di quel mondo reale, che disturba l’irreale ed i sogni rendendo, tra l’altro, sempre più triste la vita degli uomini della Terra, dannatamente ammalata di uomo.

L’Italia, la nuova Italia, dovrà essere tutto questo; deve passare attraverso le nuove coscienze italiane; passa attraverso il ritorno alla saggezza antica che ha fatto grande l’Italia, oggi in una forte crisi identitaria che rischia di trascinarla in un profondo oscurantismo, assolutamente da evitare, per evitare la fine della Bella Italia, un Paese che gli italiani, tutti gli italiani, hanno il saggio e santo dovere di amare, di rispettare, di usarlo senza abusarne, per conservarlo, con grande amore, come patrimonio dei padri ai propri figli e così di generazione in generazione per tutti quelli che verranno, intelligenti ed attivi protagonisti del futuro italiano.