Come andrà a finire? L’Italia dai privilegi infiniti

 Giuseppe Lembo

Il mondo dorato dei privilegiati italiani proprio non teme confronti; li troviamo in tutte le diverse espressioni sociali del nostro insieme umano, un insieme che produce non solo sofferenze com’è giusto che sia, ma soprattutto privilegi; privilegi infiniti che non sono assolutamente più tollerabili. È un fare da lesa maestà mettere mano ai privilegi del personale della Camera e del Senato; mentre i tanti privilegi intoccabili restano negli apparati che fanno parte delle sacrestie del potere, i diritti che riguardano gli italiani senza protezioni eccellenti vengono giorno dopo giorni cancellati. Per l’esercito anonimo dei dipendenti pubblici, niente rinnovi contrattuali; per gli affamati pensionati niente adeguamenti ISTAT; per i giovani ed i tanti disoccupati d’Italia niente lavoro; per il mondo del lavoro niente garanzie, ma solo saracinesche abbassate, con tanti suicidi-omicidi eccellenti. Al solo parlare di tagli, un gruppo di dipendenti della Camera (la casta dei privilegi) ha invaso Montecitorio e con tono minaccioso ha gridato il proprio malcontento, la propria rabbia contro quei parlamentari da sempre consenzienti che assolutamente non devono realizzare tagli lineari ai loro stipendi e/o alle loro future pensioni.  Il caso più eclatante (sul web è possibile entrando nel sito istituzionale di Camera e Senato conoscere le tabelle stipendiali dei 2300 dipendenti, con un taglio previsto nel prossimo futuro di circa 1000 dipendenti), è quello che riguarda i consiglieri parlamentari in Italia pagati con gli stipendi da capogiro di 400 mila euro annui; non hanno termini di paragone con altre realtà del mondo. Superano e di gran lunga, il compenso delle più importanti cariche istituzionali di altre importanti realtà del mondo, tra cui Obama in America, o Cameron in Inghilterra. Privilegi di casta assolutamente stranei al merito, ma solo per quell’appartenenza e/o quel nepotismo familiare italiano che tanto ha influito per decenni sul corso falsamente morale della vita italiana, in quanto sperequati sui privilegi di casta a tutto danno dei diritti del cittadino per professionalità e merito acquisito nel corso del proprio lavoro, sempre più differenziato come trattamento economico dei privilegiati da una parte e degli svantaggiati senza appartenenza eccellenti dall’altra. L’Italia con il suo teatrino della politica ed i suoi sempre più numerosi nanetti di politicanti è ormai un Paese impazzito; ha smarrito la giusta strada, ha deragliato, precipitando nel vuoto più assordante. Sa garantire privilegi ingiustificabili alle caste con il solo merito dell’appartenenza e non sa assolutamente garantire la vita della sua gente che vive in un territorio sempre meno sicuro, con il rischio di morire di pioggia, come ripetutamente sta accadendo nelle diverse regioni italiane, dove l’acqua si trasforma nella tomba dell’eterno riposo. Chi governa, indifferente ai diritti sempre più negati dei governati è sensibile a garantirne le caste nei loro privilegi per un’appartenenza che non va assolutamente messa in discussione dando stipendi privilegiati a chi vive nei palazzi del potere come barbiere e/o altri cortigiani interni della Camera e/o del Senato a cui vengono riconosciuti privilegi da diritti acquisiti che offendono i tanti professionisti italiani costretti a vivere con stipendi da fame e soprattutto offendono la dignità di un popolo che non solo non gode dei diritti umani della persona, diritti sempre più negati, ma non gode neanche dei diritti primari propri dell’uomo, quali il diritto alla vita che gli viene tolta per frane che rendono sempre meno sicuro il suolo italiano e per il diritto negato al lavoro che, per tanti diventa la causa scatenante del rifiuto della stessa vita, che vita non è, ma solo un devastante inferno terreno, assolutamente non tollerabile per cui è meglio morire.