Roccapiemonte: il primo mezzo secolo della Rocchese!

Rita Occidente Lupo

Mezzo secolo ed ancora tanta strada davanti, per portare in auge una squadra, che rappresenta il cuore Rocchese. Così, in una traboccante Aula Magna, quella  del Liceo Scientifico, festeggiamenti spumeggianti per i 50 anni della Polisportiva locale. La società Rosso-blu,  sorta nel 1964, quest’anno sotto la guida del lungimirante presidente Carmine Pagano, ha regalato emozioni non solo ai tifosi, sfiorando un importante traguardo che l’ha vista protagonista nel tempo, non mancando mai un appuntamento con il campionato dilettanti. Nel corso della serata, condotta da Aurora Torre, presentato il libro di Maria Carla Ciancio “Polisportiva Rocchese 1964- 2014. Il nostro calcio…la nostra storia. Una partita lunga 50 anni”. Un memoriale di bordo, che in un amarcord contagioso, ha lasciato scorrere i giorni coi volti di quanti si sono cimentati su rettangoli erbosi, per regalare successi. Nella consapevolezza che gli uomini passano, ma non le loro azioni nè le loro idee. Questo il commento del presidente onorario Mario Pagano, che ha incisivizzato come il calcio, competizione sana, con l’unica pretesa, di mettere in campo ideali e sogni. “Ben sapendo che non appannaggio dei singoli nè monopolio specifico di quanti son preposti a guidarne le sorti presenti. Una vetrina che intende cimentare, anche attraverso il tifo contagioso, quanti hanno a cuore il proprio campanile e le proprie tradizioni”. Che Roccapiemonte vanta di nobili lustri, ricordato da Gaetano Fimiani, che in un feed back ha tracciato l’iperbole di un Comune gentilizio. L’idea del Presidente, Carmine Pagano, che ha incoraggiato la stesura editoriale, per lasciare memoria di tanti scesi in campo, con scarpette chiodate, cercando di tenere alto il nome della squadra locale. “Il lavoro ci ha visti alla ricerca di foto e racconti, che potessero aiutarci a ricordare questi cinque decenni – ha sottolineato- attraverso la carrellata di calciatori, allenatori, presidenti, dirigenti, che hanno consentito alla squadra di soffiare su questa prima candelina”. Grazie anche al contributo di Giuseppe Della Morte ed a quello di quanti partecipano ansiosi alle sorti della Rocchese, l’alternanza generazionale, non registra battute d’arresto. La voglia di un calcio sano, al di là di steccati violenti o di degeneranti fanatismi, quanto preponderantemente emerso dai cartelloni alle pareti, a firma degli allievi della scuola media, coi pennarelli rosso- blu. Tali messaggi, non in sordina,  appello a chi ancora bistratta un nobile sport, rendendolo arena di violenza e non campo di gioco! La Rocchese, finora, non ha mai deluso i suoi paladini: nè tradirà i sogni che scortano un presente, spesso avaro di leali competizioni!