Il Laterano: ombelicus mundi

 don Marcello Stanzione 

La festa della dedicazione della basilica, eretta dall’imperatore Costantino nell’antico Palazzo dei Laterani sul posto dove prima c’era una caserma degli “ equites singulares”, verso il 324, è la prima in dignità delle chiese di Occidente, perché si tratta della cattedrale di Roma. La dedicazione della Chiesa “Madre e Maestra” di tutte le chiese, San Giovanni Battista in Laterano, la prima Cattedrale del Vescovo di Roma, il Papa, ha un ufficio che servirà come modello a tutte le feste dello stesso tipo. La basilica Lateranense è stata sede ufficiale del vescovo di Roma dal secolo IV al secolo XIV, La Basilica ricevette molte ed importanti donazioni che la resero magnifica tanto da farla chiamare “ Basilica Aurea”. Però questa fama di ricchezza attirò la cupidigia dei Vandali che la depredarono. Papa Leone Magno la restaurò nel 460 circa. Nell’ 896 un terremoto la rase quasi completamente al suolo. Il restauro seguì le linee e le misure della precedente costruzione. Nel 1308 un incendio la distrusse e la Basilica conobbe un lungo periodo di decadenza. Nel 1360 un altro incendio la distrusse ed un nuovo restauro la riedificò. Nel 1700 avvenne poi una ristrutturazione quasi generale della Basilica. Questa liturgia della Dedicazione del Laterano, esalta la grandezza dei templi di pietra, costruiti da mani di uomo, luoghi d’assemblea dei cristiani. È la domus Dei, la casa di Dio. Senza dubbio Dio è dappertutto. Nella Chiesa, Egli è presente, in modo del tutto speciale nel Cristo nel tabernacolo, vivente nella sua Eucarestia. Egli è presente dalla consacrazione od anche la benedizione di queste chiese, separate dagli oggetti materiali d’uso profano per la loro destinazione, per i riti santi che ne hanno  fatto le case di Dio, per le cerimonie sacre dove si rinnova e si applica l’opera redentrice : il Santo Sacrificio della Messa, la distribuzione e la ricezione dei Sacramenti di Cristo. Così la Chiesa è la casa della preghiera, la dimora del soprannaturale. I testi liturgici l’accostano alla Gerusalemme antica, verso la quale gli Ebrei salivano in pellegrinaggio per alcune loro feste, cantando Salmi e recandosi al loro Tempio, luogo sacro per eccellenza della loro città santa, Cristo aveva ratificato solennemente le prescrizioni ed i costumi della legge ebraica chiamando il Tempio la casa di suo Padre e proclamando la santità della casa di preghiera, trasformata dalla cupidigia degli Ebrei, nel ricercare un profitto materiale, in spelonca di ladri.Quante chiese cristiane sembrano ancor più la casa di Dio ! Ed ancora le parole di figura e di realtà dominano l’Antico ed il Nuovo Testamento ed esprimono le loro mutue relazioni e la differenza tra il sacrificio ebraico ed il sacrificio della Croce, e da questo la superiorità della casa di Dio, che sono le nostre chiese e quello che era, prima di Cristo, il Tempio di Gerusalemme. La liturgia della Dedicazione si spinge più lontano. Essa paragona la chiesa cristiana alla Gerusalemme celeste, cioè al cielo stesso. Senza dubbio, vi è  nell’iperbole un senso figurativo, ma l’immagine resta e non è impiegata che per affermare più fortemente il carattere di santità e l’ordine di grandezza spirituale da attribuire a queste case umane che sono, nello stesso tempo e prima di tutto, case di Dio. La conclusione e la risoluzione che a noi s’impongono è la devozione  che ci spinge ad avere verso le nostre chiese. Esse sono il luogo dove, per eccellenza, noi troviamo Dio. Esso sono il santuario della nostra  preghiera e della presenza eucaristica. Esse sono il tempio santo del Divin Sacrificio, che ricorda, rinnova, continua l’oblazione della Croce, segno e causa della nostra Redenzione. Esse sono il centro della purificazione delle nostre anime, dell’insegnamento, secondo la Chiesa  cattolica ed il Vangelo, dei nostri spiriti, della santificazione continua delle nostre anime. Esse sono il luogo del nostro primo cammino umano, che ci è valso la filiazione divina del Battesimo, e dell’ultima visita delle nostre spoglie, tempio lei stessa dell’anima, ammessa, dopo la morte, agli onori della Chiesa,  mentre  la nostra anima beneficerà dei suoi suffragi. Le nostre chiese sono vere porte del cielo, vestiboli sempre aperti che ci conducono fino a Dio. A queste chiese così come a Dio, rispetto, onore, gloria ed amore.