Salerno: Lungomare e palme, lettera aperta

 Al lungomare Marconi, della nostra città, si abbatte l’ennesima palma attaccata dal punteruolo rosso, tra altre che mostrano segnali di analoga condizione, e, al lungomare Trieste a poche centinaia di metri, con una scelta maturata nelle stanze di palazzo di Città, si decide di mettere a dimora circa 100 nuove palme. Una contraddizione incredibile, la dove non c’è nessuna condizione di modificazione, rispetto agli anni trascorsi, sul piano della lotta al terribile curculionide; tanto è vero che proprio sabato (13 settembre) prossimo a Bordighera, ove sono stato invitato in qualità di socio del Centro Studi e ricerca per le Palme di Sanremo, ricercatori e tecnici Italiani e Spagnoli, s’interrogheranno sul tema “Chi fermerà il punteruolo rosso?” a dimostrazione che la lotta a questa perfetta macchina da guerra, è tutt’altro che vinta e superata. Salerno, città Europea, volutamente, ignora questa realtà, affidandosi all’approssimazione, all’incompetenza e alla decisione del gradimento piuttosto che del riconoscimento scientifico. Solo pochi mesi fa, nella Città di Sanremo, invitato a relazionare sull’insegnamento avuto in questi sette anni di lotta al punteruolo rosso, presente Ricci di “Striscia la Notizia” e le massime espressioni scientifiche in entomologia e botanica, convenimmo, passando attraverso Robert Hopke e le coincidenze sincronistiche, che il punteruolo rosso è giunto sul nostro patrimonio, per decisione dell’uomo che guarda alla natura come un’entità da stravolgere, piuttosto che assecondare e rispettare. Riferii io stesso, nel fare le conclusioni a quel convegno, che il punteruolo rosso, in fondo, ci ha data l’opportunità di rimettere mano al nostro paesaggio con una coscienza e conoscenza diversa, rimediando a discutibili scelte operate negli anni trascorsi. A Salerno, in quella circostanza, abbiamo avuto, veramente, un pensiero di visione Europea, ove tale termine è espressione di efficienza, conoscenza e capacità di reagire con senno, cognizione e professionalità. Quello che si vuol consumare nei prossimi giorni, come sta avvenendo da mesi nella nostra Città, non solo non ha nulla di Europeo, perche si violano indirizzi della stessa Comunità Europea e norme Regionali che vietano la messa a dimora di altre palme prima del decorrere di 5 anni dagli attacchi, che addirittura continuano, ma si finisce con l’affermare, purtroppo, con bieca e arrogante gestione del comando, la ragione della forza, piuttosto, che la forza della ragione. Determinando la condizione di dover affrontare, con ulteriori spese per la municipalità e i cittadini, la sostituzione di quelle palme che “certamente” saranno attaccate, ma soprattutto, oltre i costi, avvelenare l’ambiente con i trattamenti fitosanitari che dovranno effettuarsi per salvaguardare ciò che si mette a dimora. Ancora una volta, in violazione di norme d’indirizzo Europeo, che vietano i trattamenti fitosanitari su piante ornamentali e in ambito urbano. Altro che Città europea. Già alcuni anni orsono, professionisti salernitani, tra i migliori del settore in campo nazionale, elaborarono una proposta progettuale per il rifacimento del lungomare Trieste, indicando essenze efficaci dal punto di vista paesaggistico e di grande effetto. Il danaro finora speso per mettere palme, quello che si spenderà per comprarne altre nei prossimi giorni (San Matteo incombe) e i soldi che si spenderanno per trattamenti e abbattimenti, oggi ci farebbero parlare di un lungomare già in fase di sviluppo vegetativo e con un connotato unico, nel suo genere, in Italia. In una forma adeguatamente dimensionata, l’esperienza è stata sviluppata, sul lungomare di Maiori. Bauhinie, erythrine, tamerix, pittosporum crassifolium, albizie, chorisie (oggi in fiore a via Roma nella nostra città) in una varietà a garanzia da ogni forma di attacco, avrebbero fornito sicura stabilità al paesaggio, cosa che col rinnovo delle palme non sarà possibile. Ci sono autorità preposte al rispetto delle norme, ma trovo estremamente triste che una città che anela a una posizione di prestigio, non segua quella che è la migliore di tutte le normative, quella del buon senso. Fermo restante che i cinque anni di franchigia, non servono a nulla, la dove si continua a mettere palme a dimora che sono l’unico habitat del punteruolo rosso e anche per la ragione che non si tratta di patologie fungine o batteriosi, ma di un insetto che è tuttora presente e operoso. Qualcuno, sicuramente fuori dai giochi d’interesse è dall’alto della sua autorevole conoscenza professionale, come fatto da me in più occasioni, ha spiegato, su uno dei più conosciuti servizi di rete sociale, come le palme in un passato, neanche tanto lontano, sono state espressione e simbologia di regimi totalitari, poi ripresi nei disegni e nell’architettura che ha rappresentato quei periodi della vita politica e sociale del nostro paese e di alcuni altri europei. A Salerno si perde un’opportunità per indicare una svolta vera e storica nel paesaggio e si segue la strada dell’imposizione alla natura, che come abbiamo visto ci si ritorce contro. Fare il dirigente o il funzionario di un ufficio, significa, innanzi tutto, contribuire ad arricchire il patrimonio di conoscenza, culturale, scientifica e professionale di quelle donne e uomini eletti ad assolvere un mandato della gente, dire “sì” ad ogni cosa, non solo è alienazione della propria professionalità e causa di errori e atteggiamenti arroganti, ma significa tradire la Città per cui si lavora.

                                                                                  Biagio Scanniello

                                             Socio Onorario Centro Studi Per Le Palme di Sanremo

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