Mercato San Severino: Costa, a “Serate Agostane” "A te che leggi dopo mezzanotte"

Anna Maria Noia
Prosegue con successo l’iniziativa “Serate agostane”, in quel di Costa. Ancora una volta un cospicuo successo e una folta partecipazione di avventori curiosi hanno caratterizzato l’evento, creato dall’associazione “S. Luigi Gonzaga” e da Luigi Grimaldi. Per il terzo appuntamento – quello del 21 agosto scorso, a sostituire la soirée del 20 sospesa per avverse condizioni meteo – hanno offerto contributi ed interventi la presentatrice Elisabetta Ingenito; lo scrittore partenopeo Roberto Della Ragione, autore del romanzo “L’amore prima di tutto”; il nostro direttore responsabile Rita Occidente Lupo con “A te che leggi dopo mezzanotte”; come spettatori, invece, la poetessa e letterata genovese Aure Marra Majandi accompagnata dall’assessore alla Cultura della Regione Liguria Bettj Bolognesi. Le due donne interverranno anche a conclusione del ciclo di manifestazioni, e non solo come astanti bensì quali vere e proprie protagoniste nell’ultima sera (sabato 23). Il tema del 23 sarà “Culture a confronto”, mentre il 21 si è dipanato l’argomento relativo a “Letteratura e impegno civile”. Prima della kermesse abbiamo avuto modo di intervistare Della Ragione, che ha risposto gentilmente alle domande come un fiume in piena. “L’amore è la spiegazione di tutto ciò che accade nell’universo – ha dichiarato esortato e pungolato – è il motore di ogni azione. Il romanzo tratta dell’amore tra due lavoratori precari del nostro svilito Meridione; la loro unica certezza è che il sentimento che li avvolge è a tempo indeterminato.”“Scopo di tale opera – afferma ancora – è dare voce a chi non ne ha. Basti pensare che nella nostra realtà campana la disoccupazione è raddoppiata negli ultimi sette anni. Soprattutto per l’universo femminile! Ben tre donne su quattro non trovano occupazione, non dico stabile e decente ma neanche temporanea”. Venendo invece ad Aure Marra Majandi, simpatica ospite amica di Paolo Limiti, di Mita Medici e di altri prestigiosi personaggi del jet set, è una scrittrice sensibile e prolifica. Molto produttiva! Sei le sue pubblicazioni all’attivo: due volumi di poesie (“Il sole non scalda le nuvole”, 1995, e “Riflessi nell’acqua”, del 2000); due romanzi, per ragazzi “dai 9 ai 99 anni” – dice lei: “Camilla e la rosa” (2002) e “La famiglia di Camilla”. Da “Camilla e la rosa” è stato tratto anche un piccolo sceneggiato su una rete locale, “Telegenova”. Altra produzione letteraria della Majandi è “Torna dove si accende il sole”, per i tipi della Curcio edizioni. È atteso per marzo 2015 – inoltre – un romanzo psicologico incentrato sull’omosessualità. L’autrice ha dichiarato che le sue “creazioni” sono state presentate al prestigioso salone del libro di Torino, e il suo stand era nelle prossimità di quello del celebre critico d’arte e personaggio televisivo Vittorio Sgarbi. In corso d’opera – per di più – un saggio ispirato ad un fatto vero. Dopo le interviste a Della Ragione e alla Majandi, alla presenza anche di Bettj Bolognesi, è iniziata la chiacchierata informale e si è entrati nel vivo dell’happening: ancora una volta Elisabetta Ingenito (presentatrice e moderatrice) ha elogiato la “formula innovativa” e la “atipicità” della kermesse. Poi ha illustrato il libro non autobiografico della Occidente Lupo, giunto ormai alla quinta ristampa e presente nelle maggiori biblioteche, non soltanto locali (ad esempio si trova tra gli scaffali della biblioteca nazionale). La carrellata ha quindi assunto la piega dell’impegno civile – argomento clou della serata – e si è discusso appunto di questo; in particolare Rita Occidente ha parlato anche delle altre sue pubblicazioni, delle inchieste in forma di intervista, crude e spassionate: “Vite in strada” è tra queste. Dopo aver dissertato di femminicidio, di violenza di genere ma non solo, ha detto la sua Roberto Della Ragione; il docente ha proseguito il proprio discorso su ciò che non va, sulle criticità della regione e dello Stato, poi ha risposto alle provocatorie domande sollecitative della Ingenito. Era molto infervorato. Parlava sicuro di sé. Ha toccato punto critici e nevralgici inerenti i mali del nostro vituperato Mezzogiorno. Alla fine dell’accorato discorso e un po’ prima dell’interessante dibattito che si è sviluppato in seguito grazie anche agli interventi – puntuali e precisi – del pubblico, il narratore ha stigmatizzato l’assenza oggi più che mai delle principali istituzioni sociali: famiglia, scuola e oratori. Questi ultimi erano una volta importanti luoghi di socializzazione.