Al tavolo della pace per il bene dell’umanità

Giuseppe Lembo

Per il rispetto dell’uomo della Terra, è urgentemente necessario svuotare gli arsenali e riempire i granai. Tanto, per dare il cibo che non ha, a quel miliardo di uomini che nascono per poi morire di fame. Una condizione questa non più tollerabile; il mondo deve sapersi interrogare; deve sapersi confrontare; deve saper dialogare per tendere la mano all’uomo della Terra, evitando l’infame olocausto di tanti che nascono per morire per colpa dell’uomo; per colpa delle tante mani grondanti di sangue che non amano la vita, ma la morte, scegliendosi per compagna di viaggio l’infame cultura della morte dei propri simili, uccidendoli con il piombo assassino, con i virus sempre più in libera circolazione planetaria e/o con quell’odio umano che è oggi il peggior killer  in un viaggio globalmente libero, sul pianeta Terra, alimentando così la morte per opera di mani insanguinate che preferiscono uccidere i propri simili anziché averli come compagni di viaggio per la vita. Sono un uomo di pace; in questo mondo che vede confusamente gli uni contro gli altri, sono testimone costruttore di pace nello spirito gandhiano, con protagonista in Italia il mio caro amico Danilo Dolci, con il quale, nel passato, ho vissuto insieme tante esperienze di pace. Il mio grido libero, carico di sofferta disperazione, viene dalla lettura di una lettera aperta, un messaggio al mondo carico di dolore per le gravi violenze israele-palestinese, della cantante israeliana Achinoam Nini, in arte Noa, stata  a Tel Aviv. Noa ha dichiarato al mondo che Abu Mazen vuole la pace. Cara Noa, il tuo canto libero, è un importante messaggio di pace; continua, da ambasciatrice di pace, a chiedere per il tuo popolo israeliano e per il popolo fratello palestinese, un insieme di pace, così come voluto dalla tua gente che desidera di vivere in pace.  Cara Noa, pur non conoscendoti, mi sei simpaticamente amica; sei caramente vicina al mio mondo di pace, con questa tua lettera, un grido di dolore, reso universale dal tuo canto libero che interpreta a pieno il grande sogno dell’uomo della Terra di poter vivere la propria vita finalmente in pace circondato dall’amore degli altri e non dall’odio che uccide; che uccide, prima di tutto, le coscienze degli uomini e poi scatenando azioni inconsulte di violenza e quindi di morte. Il tuo giusto sogno è quello di vedere uniti ebrei ed arabi; non più nemici, vederli camminare per mano, costruendo insieme ponti di pace.  Il mondo segue con trepidante preoccupazione le tristi vicende arabo-israeliane; il mondo vede gli odierni lampi di guerra, un pericolo crescente per la vostra sempre più necessaria pace e per quella pace che serve a tutti gli uomini della Terra.  Ha ragione il segretario dell’ONU Ban Ki-moon a dire che, al conflitto in atto israele-palestinese non c’è soluzione militare. L’unica e saggia soluzione possibile è quella della PACE. Occorre quindi costruire insieme ponti di pace. Cara Noa chi ti scrive dopo aver letto con attenzione la tua lettera-messaggio che condivido in tutte le sue parti, per invocare la pace per la tua gente, per quel martoriato mondo israeliano-palestinese, è un pacifista convinto; ha appreso il suo grande amore per la pace da Danilo Dolci, il Gandhi italiano. Il suo impegno di uomo libero per la pace, non conosce attimi di sosta. Continua anche tu a credere nella pace; affida con forza il tuo messaggio di pace al tuo canto libero; cantando e piangendo darai un grande contributo alla giusta causa della pace arabo-israeliana. La tua lettera aperta, un importante messaggio di pace, è stata letta da tanti in Italia ed in tante altre parti del mondo. La pace è necessaria per porre fine al martirio di Gaza, dove la gente, come tu scrivi, è “condannata a soffrire per l’eternità per mano dei suoi crudeli tiranni”. Al tuo fianco che scrivi disperata per le immagini dei tanti bambini morti, per le madri urlanti con i vestiti sporchi di sangue, per le tante macerie e devastazione, c’è un italiano che ama il mondo ed ha per casa il mondo, che cerca e vuole la pace dell’uomo sulla Terra. Basta quindi con le tattiche talebane di Hamas; basta con i bombardieri F16 dell’esercito israeliano. Il fanatismo estremistico è un male oscuro che deve cessare per sempre. Con i moderati c’è la possibilità di un fare saggio e di una sapienza antica che può costruire utili e duraturi scenari di pace; con gli estremisti e gli estremismi non si costruisce niente, ma proprio niente di buono. I moderati israeliani-palestinesi per il bene dei loro popoli ormai stanchi di piangere i loro morti e di vivere tragicamente in guerra, devono vincere le resistenze degli estremisti e del fondamentalismo alla sola ricerca del tanto peggio tanto meglio. Capisco e ti capisco per lo sdegno che provi nei confronti di tutti gli estremismi; nel loro agire violento non c’è alcuna giustificazione possibile. Cara Noa la tua lettera aperta è un appello importante;  anche Hamas deve capire che la guerra è solo causa di distruzione e di morte. Anche Hamas, come tu suggerisci, circondato da giovani leader, capaci di vedere orizzonti diversi, dovrà saper trovare un giorno la voglia di pace, lasciandosi per questo importante obiettivo, ricondurre in una dimensione politica in grado di favorire il dialogo. Per la pace, israeliana-palestinese testimoni e protagonisti i potenti della Terra, devono saper scegliere, come tu chiedi la parola al posto della spada; l’amore al posto dell’odio da parte di tutti i protagonisti dei due fronti contrapposti; insieme Hamas, Abu Mazen, Netanyahu, Shimon Peres, devono parlarsi, devono incontrarsi e da protagonisti di pace, dopo l’orrore e le violenze di una lunga e disumana guerra, gridare al mondo “facciamo la pace”.