Riceviamo e Pubblichiamo: precisazioni su guarigione Medjugorje

Gent.mo Direttore, dopo aver letto sulle pagine del suo quotidiano la smentita del sig. Cristian Filice, nonché la precisazione del parroco di Piane Crati (CS), don Antonello  De Luca,  riguardo l’incontro che il primo ha avuto con Giuseppe D’AMBRA di Manfredonia  a Medjugorie il  25 settembre 2013 ed alla sua partecipazione alla guarigione dello stesso, sento il dovere di esternare anch’io qualche pensiero che, in proposito, si affaccia alla mia mente ed al mio cuore. Mi spiace dover controbattere a precisazioni fatte da un sacerdote, ma quando queste appaiono palesemente infondate e contraddittorie è giusto, per amore della verità, palesare i motivi del dissenso.  Premesso che la storia della guarigione di Cristian Filice l’abbiamo appresa non da Giuseppe  (solo successivamente da lui),  ma da fonti pubbliche quali “Miracoli In Cronaca”, Anno I nr. 3 e “Medjugorje – La presenza di Maria”, Anno III nr. 11, entrambi di novembre 2013 e dalla stessa voce di Cristian Filice in numerosi video su You Tube (La favola a lieto fine di Cristian Filice-Tele Cosenza, 18.10.2013; Piane Crati: Cristian Filice, miracolato a Medjugorje – Tele Cosenza, 17.10.2013; Il miracolo di Cristian – RTI Calabria, 4.11.2013 etc…),  Don Antonello dice che l’incontro con Giuseppe c’è stato, “ma irrilevante per quanto riguarda la guarigione”. Orbene, chiedo a Don Antonello: se questo è vero, come mai Cristian, in tante interviste rilasciate ai giornalisti ed in tanti video pubblicati su You Tube, ha descritto con tanta dovizia di particolari (confermati anche dalla moglie Francesca) l’incontro “casuale” con Giuseppe, l’imposizione delle mani, il forte dolore alle gambe (che, per sua stessa ammissione, lo ha non poco preoccupato e gli ha fatto dire in un video “ma questo che mi ha fatto?”) e le parole ascoltate dalla bocca di Giuseppe “…ci sarà il risveglio e ti ricorderai di Giuseppe”?  A rigor di logica, di una cosa irrilevante non si tiene conto! Se questo incontro fosse stato irrilevante per Cristian, certo questi non l’avrebbe proprio menzionato nei suoi raccontii. Non si parla di cose che non hanno valore, figuriamoci in circostanze come questa. Cristian, invece, se ne è sempre ricordato ed ogni volta che ha narrato la sua storia ha sempre messo in evidenza tutti i particolari di questa vicenda. Come mai? Che pensare, quindi? Come spiegare questa cosa?  Si potrebbe pensare o che Cristian si è inventato tutto riguardo a Giuseppe  oppure che ha voluto (per motivazioni sicuramente sopravvenute in secondo momento) ridimensionare la vera portata di quell’incontro e “dimenticarsi” dei gesti avvenuti e delle parole dette.  Io propendo, invece, per una ipotesi intermedia: i fatti, come narrati dallo stesso Cristian, sono realmente accaduti (e lui lo sa bene), ma per “cause esterne e sopraggiunte”, ha deciso di rinnegare il loro valore.  Don Antonello dice ancora che i miracoli “sono opera di Dio e non attribuibili a persone”:  ma il ns. articolo è pubblico e nessuno mai si è sognato di contraddire a questa sacrosanta affermazione. Si è precisato, infatti, testualmente,  che tale accadimento “risponde e corrisponde ad un chiaro e preciso progetto di Dio, realizzato da Colei (la Madonna) che è la depositaria e la portatrice di ogni grazia”, ed ancora che Giuseppe è andato a Madjugorje  “per essere il veicolo, assieme a Vicka, dell’amore materno di Maria e della gloria di Dio”.  Non c’è traccia, caro don Antonello, come può ben constatare, di affermazioni che mettano in dubbio, come lei invece ha detto, questa verità di fede.  E’ vero, i miracoli li fa Dio, però quante volte il Signore si serve (e si è servito) dei suoi figli per realizzarli? Lei tutte queste cose le conosce molto bene per la funzione che svolge  ma, la prego, non usi questa sua qualità per creare artatamente confusione. Giuseppe  non ha propriamente intercesso, come lei ha sostenuto, per Cristian: l’intercessione, religiosamente parlando,  presuppone un atto di volontà, ben definito e preparato, con cui una persona chiede alla divinità la grazia di un beneficio per un’altra persona. Giuseppe, per sua stessa ammissione,  ha visto Cristian sulla carrozzina e, senza conoscerlo e senza riflettere, spinto da un istinto irresistibile, ha avvertito l’impulso di toccargli le gambe e, pregando per lui solo in quei pochi istanti: e’ stata, quindi, l’opera di Dio che si è concretizzata attraverso  un suo figlio. Un pensiero anche per Cristian. Chi riceve una grazia di tal portata  è oggetto dell’amore smisurato ed incondizionato di Dio e della Santa Vergine e la cosa gli comporta il dovere di improntare la propria vita secondo giustizia e verità: caro Cristian, tu sei un prediletto di Dio e conosci bene, portandole nel tuo cuore, le cose come sono veramente andate.  Muoviti secondo verità e scaccia le forze che ti spingono a lasciare tale strada, da qualunque parte esse vengano!

Anna Ricigliano – Presidente Fondazione Regina del Castello