“Castellum Johae”(Notizie storiche e probabile aspetto)
Dalle poche notizie che sono riuscito a reperire, a proposito del Castello di Gioi, è emerso che fu costruito dai Longobardi poco dopo l’anno Mille e che nel XIII secolo fu fortificato e ampliato dagli Angioini. Il Cav. Giuseppe Salati ne “L’Antica Gioi” (Bari,1911) scrive che “quasi al centro del Castello esisteva una grossa torre quadrata, molto alta, dalla sommità della quale si teneva sott’occhio un vastissimo orizzonte. Forse fu costruita come vedetta onde tenervi le guardie. Nel 1862 – continua il Salati che all’epoca aveva 15 anni- la stessa stava andando in rovina e che ai suoi piedi c’ erano molte macerie “(probabilmente del Castello ormai abbandonato). Il prof. Amedeo La Greca in “Appunti di Storia del Cilento” precisa che con l’avvento del periodo angioino, alla morte di Manfredi, furono eretti alcuni castelli, tra cui quello di Castelnuovo Cilento (1266), e che ne furono fortificati altri, tra cui quello di Gioi (1270 circa). Il prof. Mario Ferra, gioiese, nel volume “GIOI-Il Cilento dalla storia di una Terra”(1990) riporta un documento tratto dall’Archivio della Badia di Cava (1034) nel quale si riscontra per la prima volta il toponimo Ioe e si ha notizia di un Castello ove si svolgevano le attività inerenti l’ amministrazione del territorio circostante. Anche in atti o diplomi dell’epoca si documenta la notevole importanza assunta da Gioi, che dal Castello esercitava i poteri feudali sul territorio. Sia nel periodo longobardo –precisa ancora il Ferra- che in quello normanno, spesso i Notai erano anche “Iudici”. Ne ricordiamo alcuni presenti nell’Archivio della Badia di Cava: “Fusco, iudice de Castello Ioe; Guido e Alexandro, pro tempore iudices Johae”. Tra il XIV e il XVII secolo non si hanno più notizie del Castello. Nella Mostra sul Pittore Paolo De Matteis, nel Seminario di Vallo della Lucania, che ha avuto luogo dal 9 febbraio al 15 aprile 2013, era presente anche un dipinto a olio su rame dal titolo “Riposo durante la fuga in Egitto”. In un mio articolo del 19.3.2013 ho largamente evidenziato che il quadro è ambientato nei pressi di Piano Vetrale, paese di origine del Pittore, e che il paesaggio sullo sfondo corrisponde esattamente al profilo di Gioi, nel quale è visibile, in modo stilizzato, il Castello e la superba torre che lo dominava. Sin dal primo giorno della Mostra – il sottoscritto faceva parte delle Guide – mi sono chiesto: “Quale sarà stato l’aspetto del Castello nel Medio Evo?” Non avendo trovato nessun documento che ne riporti l’aspetto e le caratteristiche ho provato a ricostruirlo, partendo dai ruderi esistenti. Ho immaginato due rami, collegati dalla superba torre, svettante sul precipizio. Al primo piano c’erano gli ambienti abitati dai Signori del tempo; a piano terra c’era la parte riservata ai servi, ai cavalli, alle riserve alimentari, ecc.; la torre era riservata alle guardie e agli schiavi (ancora oggi esiste il “Trabucco”). Da notare che l’attuale piano di calpestio della piazza copre gli ambienti del piano terra del Castello; infatti fino a pochi anni fa era ben visibile , a pochi metri dalla fine del rudere a nord, una parte di muro aggettante verso l’interno (ricoperta di intonaco) che un tempo era la volta a botte che ricopriva, molto probabilmente, gli ambienti del piano terra. Ecco la mia ricostruzione del probabile aspetto originario del Castello, visto da ponente.
Giacomo Di Matteo