Gli annunci di Renzi

Angelo Cennamo

La notizia è questa: l’economia italiana va male anche con Matteo Renzi al governo. Nonostante gli annunci, le slide e l’infatuazione dei media per il suo – a quanto pare – inutile dinamismo. Nel primo trimestre del 2014, infatti, il pil è in calo, la disoccupazione e il debito pubblico in salita. In altri termini, stiamo ripiombando nella recessione, sempre ammesso che ne fossimo mai usciti. Si dirà che tre mesi sono un periodo troppo breve per esprimere valutazioni nitide e perentorie. Siamo d’accordo. Ma, a parità di tempo, con il predecessore Enrico Letta non abbiamo avuto la stessa tolleranza, anzi. Renzi aveva promesso una riforma al mese, mettendoci la faccia. Ad oggi, il governo non ha abolito neppure il Cnel – rimbalzato agli onori della cronaca come un simbolo – uno dei tanti – dell’odiosa burocrazia e della casta che frena il Paese, e che pure il premier aveva indicato come uno scoglio da rimuovere. Il tanto reclamizzato bonus di 80 euro – un contentino per pochi milioni di nostri connazionali – forse arriverà, ma sarà di fatto annullato da nuove tasse – quelle per tutti – e finanziato in deficit ( secondo il parere dei tecnici del senato). La legge elettorale, che doveva essere la priorità assoluta dopo il pronunciamento della Consulta sul porcellum, si è arenata a Palazzo Madama e difficilmente ne uscirà viva. Il fantomatico Jobs act , che dovrebbe modernizzare e semplificare la normativa sul lavoro, è stato rinviato alle calende greche, finendo per alimentare incertezza e disorientamento anche tra gli imprenditori più ottimisti ed intenzionati ad assumere. Le cose non vanno meglio neppure sul fronte internazionale : nella vicenda ucraina nessuno ha capito quale sia la posizione del governo; i Marò – dei quali si sono perse le tracce anche dal punto di vista mediatico – sono ancora nelle patrie galere indiane, e gli sbarchi dei migranti sulle nostre coste – complice la sciagurata abolizione del reato di clandestinità – sono aumentati di oltre l’800% rispetto allo scorso anno. Renzi imita Berlusconi e le sue riforme, dicono in molti. Sarà anche vero, ma a quanto pare l’imitazione gli è riuscita male, anzi malissimo. L’altro, le riforme ( senato, pensioni, lavoro, scuola, immigrazione), le ha fatte. Il figlioccio, oltre l’affabulazione e la padronanza della scena, non lascia intravvedere nulla. Solo annunci. Roba da far impallidire Nicoletta Orsomando e Rosanna Vaudetti messe insieme. Nonostante tutto, però, il Pd sembra mietere nuovi consensi e stabilizzarsi come primo partito, davanti al Movimento 5 Stelle e al resistente Berlusconi. Renzi – per ora – guarda i suoi avversari dall’alto, ma sa di aver firmato molte cambiali in bianco. Lui ci ha messo la faccia, noi non vorremmo metterci altro.

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