Canonizzazione storica: Wojtyla e Roncalli sugli altari!
Rita Occidente Lupo
Quasi tutto esaurito a Roma, per l’evento che il mondo cattolico attende da tempo: 27 aprile, canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. Turisti e pellegrini a frotte, già prenotati nella caput mundi, dove saranno allestiti maxi schermi per circa 7 milioni di visitatori: soprattutto Tedeschi, Inglesi , Spagnoli e Francesi, con trend in crescita per i turisti provenienti da Polonia, Ungheria, Olanda, Grecia, Danimarca e Svezia. Tra i connazionali, invece, maggiori flussi da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Per due uomini di spicco, che la Chiesa ha registrato nel secondo millennio, dando impulso alla fede, con la sequela evangelica. L’uno, Papa Roncalli, appellato “Papa buono” per quell’enorme sorriso, carico di bonarietà, incline alla semplicità dei fanciulli, propria del Regno dei cieli. L’altro, proveniente da quella Chiesa del silenzio, che ha messo a dura prova l’esistenza degli adepti, fino aall’eroismo del martirio. Woytyla, già arcivescovo di Cracovia, Papa straniero, eletto con tante perplessità alla cattedra petrina, per quel suo venir oltr’Alpe. Ed in un momento storico in cui la gerarchia fortemente aperta, grazi all’era dei viaggi apostolici, inaugurata da Paolo VI. Un polacco mariano per antonomasia, legato alla Madonna nera di Czestochowa, non meno di quella di Fatima, alla quale rese omaggio facendo incastonare nella corona aurea, il proiettile estrattogli dopo l’attentato d’Alì Adga il 13 maggio 1981. Dopo il perdono di Karol, in carcere dal suo killer, le dichiarazioni shoccanti che il mandante proprio di stampo vaticano! Un Pontefice amato col suo accento “Mi corriggirite” sulle prime battute al balcone, dopo la fumata bianca! Come il Papa della “rosa”, passato alla storia con quel suo congedar le folle con “la carezza da riportare a casa a chi infermo o fragile, unita ad una rosa!” Due pilastri di fede, per governare la Chiesa millenaria in un momento di difficile secolarizzazione da scardinare. Uomini, non eroi, già Santi in terra! Così stimati da chi li ha conosciuti, seguendo il dettame, al di là di Piazza San Pietro! Una proposta per il nostro tempo: una chiamata alla Santità universale, non inaccessibile! Un vademecum di salvezza da perseguire su questa terra, non smettendo di guardare il cielo. Sgranando la corona del Rosario ed affidandosi alla croce di Cristo in ogni momento. Questo il memoriale di due uomini vestiti di bianco, amanti della povertà, a dispetto degli agi: della popolarità fraterna, non del divismo mediatico! A loro, lo sguardo rivolto da chi, ancora attonito dal dimissionario Ratzinger, non può non leggere, nei segni dei tempi, miracolosa, la ventata argentina: Bergoglio, che in un batter d’occhio ha già conquistato il mondo, come Francesco d’Assisi, di cui ha inteso assumer il nome, altro Papa sul traguardo della Santità!
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