La cosa giusta

Angelo Cennamo

Negli ultimi vent’anni, la sinistra italiana si è divisa essenzialmente in due fazioni : una parte di essa ha combattuto Berlusconi attraverso i processi, gli scandali mediatici e una serie di leggi liberticide che ne limitassero il potere politico e quello imprenditoriale. Un’altra, più illuminata, riformista, ma minoritaria, ha preferito, invece, contrastare il Cavaliere sul campo, e cioè in campagna elettorale, nelle aule parlamentari e nei dibattiti televisivi. L’attuale segretario del Pd appartiene a quest’ultima categoria, oggi, in via del tutto eccezionale, dominante rispetto alla prima. Berlusconi che incontra Matteo Renzi nella sede dei Democratici – la stessa dove meno di un anno fa si ballava al ritmo di “smacchiamo il giaguaro” – per trattare sulla nuova legge elettorale e dare una sterzata all’assetto istituzionale, è un evento carico di significati che evoca e stimola narrazioni diverse, anzi contrapposte. I puristi da Palasharp, gli eredi di quella tradizione rivoluzionaria francese, improntata all’etica pubblica e al pedagogismo d’accatto, non perdona al giovane sindaco di Firenze lo slancio laico che lo ha spinto ad accogliere nel tempio sacro del Nazareno il pregiudicato Silvio, il Caimano che con le sue televisioni commerciali e lo stile peccaminoso ha trascinato il Paese nel vortice della decadenza morale ed estetica. Ma i renziani, che sono invece più inclini al pragmatismo e alla realpolitik, non cedono al pregiudizio e neppure al giudizio di quella magistratura accorta, che lo scorso agosto immaginava, forse, di eliminare dalla scena politica il mandatario di oltre 8 milioni di voti, con una condanna definitiva per frode fiscale. L’incontro al Nazareno della scorsa settimana avrà rappresentato pure un fatto straordinario, da segnare sul calendario della storia con la matita rossa, ma sugella un’affinità elettiva che Renzi e Berlusconi hanno mostrato fin dalle prime schermaglie delle primarie del Pd. I fallimenti del governo sono evidenti a tutti, e la legge elettorale, bocciata dalla Consulta, va riformata prima possibile. Renzi scalpita, sa di avere poco tempo per completare la sua opera e per rilanciare il Paese, ancora impantanato nella crisi mentre le altre nazioni cominciano a poco a poco a riprendersi. E Berlusconi, nonostante tutto, resta il leader del secondo partito ma anche la migliore sponda liberale per attuare il piano prefissato, senza intoppi. “C’è piena sintonia su una legge che garantisca la governabilità senza i ricatti dei piccoli partiti ” dirà il guascone fiorentino in conferenza stampa, tra i mugugni della solita nomenclatura e l’indignazione dei vecchi soloni della carta stampata. La nuova legge elettorale non ricalcherà in pieno il modello spagnolo – che i due contendenti avrebbero avvallato con pochi distinguo – perché serve “il triangolo”, come ha acutamente osservato Francesco Verderami sulle pagine del Corriere. Il triangolo è il nulla osta di Alfano, il quale, preoccupato per le sorti del nascente Ncd, prima ancora che la nuova legge veda la luce, ha già piazzato il suo primo veto minacciando la crisi di governo. Al momento è difficile comprendere se l’accordo raggiunto da Renzi e Berlusconi approderà ad una riforma certa e proficua : le incognite sono ancora tante e, come spesso accade, il diavolo si nasconde nei dettagli. Ciò non toglie però che l’incontro di venerdì scorso al Nazareno apra di fatto – almeno si spera –  una nuova stagione, improntata finalmente al dialogo sereno e leale, alla riconosciuta legittimazione dell’avversario, e soprattutto all’insegna del bene comune. L’Italia lo merita.  

7 pensieri su “La cosa giusta

  1. gli abbracci con il caimano, scorno dell’Italia tutta, sono stati già segnati con la matita rossa sul calendario almento altre due volte, quella con dalema e poi quall’altra con il veltroni. e anche tu sai bene come è andata. lui là, quello a cui piacciono le giovani pollastre preferibilmente meridionali, non ha mai posto altro che se stesso e i suoi interessi al centro delle sue scelte, e perciò oggi renzi gli serve per tornare al centro della scena. a lui riesce bene il ruolo del resuscitato.
    di renzi apprezzo lo stile nel senso che ha cercato di fare una cosa alla luce del sole, senza cene salottiere a casa di letta, lo zio.
    però niente mi toglie dalla testa che al nostro falotico interessa far cadere il governo e vuole che lo faccia il guascone fiorentino.

  2. Renzi è pragmatico e non si lascia condizionare dalle baggianate della nomenclatura Pci. L’incontro con Berlusconi non è stata una vergogna, ma un atto necessario per concordare la legge elettorale. Se Renzi non avesse preso quell’iniziativa, il porcellum ce lo saremmo tenuti per altri 10 anni.

  3. Ovviamente, non sono un attento politicante, ma secondo il mio modesto punto di vista, Il sindaco di Firenze e Presidente del PD ha capito molto bene che il Presidente Berlusconi debba essere rafforzato e assecondato onde poterlo mettere in condizioni di ottenere maggiori suffragi elettorali a discapito del partito di Grillo. così da poter essere abbastanza certo che , alle prossime elezioni, ottenere quel 35 e più per cento per vincere le elezioni o, quanto meno, andare al ballottaggio con Berlusconi. Scusatemi se il mio pensiero non coincide con il vostro, e che avete tanto da insegnarmi in politica e in tutto. Cordialità, Alfredo

  4. Cennamo, guardi che l’elettorato di Renzi non si sa proprio quale sia in questo momento: è una grande scommessa. Nel PD attualmente la sinistra è all’angolo ma temo che i voti vengano dalla sinistra, non dal centro. Di conseguenza, se gli elettori di Forza Italia continueranno a votare Forza Italia, si dovrà vedere quanti delusi del PD ci saranno: magari sono pochi, ma potrebbero invece essere molti e finire astenuti oppure al M5S. Quindi, Renzi deve avere la forza di unire e non credo sia facile. L’incontro con Berlusconi è stata una buona mossa, a mio sommesso avviso, anche perché M5S continua a stare in una posizione a dir poco radicale e non mi sembra che abbia a cuore altro che la propria “verginità”.

    Detto questo, un appunto: non mi pare proprio che le attività imprenditoriali di Berlusconi siano state fermate da chicchessia, nel centrosinistra. Anzi: la critica che viene rivolta spesso a quel centrosinistra è di aver lasciato fare anche troppo. E comunque, Berlusconi entra in politica con le aziende in crisi e le riporta a livelli di tutto rispetto (se la sinistra avesse voluto fare qualcosa di serio avrebbe fatto un normalissimo “blind trust”, una legge sul conflitto di interessi, per non parlare della questione delle frequenze televisive).

  5. E’ vero. Ma il tentativo è stato costante ed è stato sempre uno degli argomenti principali del dibattito politico.

    1. Mah, dal canto mio penso che, come lei vede nascere con Renzi un nuovo centrosinistra (almeno a giudicare da quello che scrive in questo suo articolo), così secondo me nascerà un nuovo centrodestra quando l’elettore del centrodestra si sarà un po’ liberato della coazione a difendere Silvio Berlusconi, che ama raccontarsi come un perseguitato cronico. Poi, l’opposizione fa l’opposizione, e, le ripeto, la più aspra critica che arriva dal M5S al centrosinistra è proprio quella secondo cui il centrosinistra non abbia mai davvero voluto contrastare Berlusconi (a corredo di queste accuse si fa puntualmente girare un video di Violante, che dovrebbe essere questo: http://www.youtube.com/watch?v=GJUamGyaANY).

  6. Continuo a dire che , alla fine, è proprio la paura che il “5 stelle” possa ostacolare la vittoria di destra e di sinistra. Allora, a mio modesto pensare, credo che l’accordo tra Renzi e Berlusconi sia proprio dovuto alla paura di essere sorpassati dalla probabile marea di voti che potrebbero riversarsi su “i cinque stelle”. Questo è ciò che penso. Cordialità.

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