Salerno: alla libreria Guida “Quel ponte sul fiordo di Furore” di Capuano

“Quel ponte sul fiordo di Furoreedizioni Controcorrente, quarta fatica letteraria di Vincenzo Capuano, direttore Unità Cardiologica Ospedale “Fucito” di Mercato San Severino, presentata presso la libreria Guida, con grande successo di pubblico. “Un medico che ben conosce la sistole e la diastole e pertanto sa come muovere le corde del cuore- ha proluso il direttore del nostro quotidiano Rita Occidente Lupo- e che ben individua le emozioni. Avvezzo alla scrittura lirica, con una matrice umanistica raffinata, Capuano accenta la valenza della conoscenza, che nel protagonista del romanzo, diventa occasione di riflessione sull’esistenza. Sul parametrarsi, a volte, con l’incognita dell’altezza, con il vuoto, che può esserci dietro un tuffo. Il protagonista ha alle spalle i ricordi bellici, che hanno messo in ginocchio la sua terra slava e che dal ponte di Mostar, prendono alimento per altre altezze. Quelle che l’Amalfitana, con Marmeeting, grazie alla felice intuizione di Oreste Valese anni addietro, animano la Divina nella calda stagione. Offrendo a tanti l’occasione di misurarsi con le grandi altezze. Nel tuffarsi a circa 30 m., per sfidare il cobalto salino. Il protagonista ha pensato sempre di voler giungere a gareggiare con i grandi, per sentirsi degno tuffatore oltre confine. Nel momento in cui riesce ad approdare nella Terra Felix, si rende conto che probabilmente non gl’ interessa più essere sul trampolino del vincitore. Le sue lotte, soprattutto con se stesso e con le emozioni della vita: l’amore per una coetanea, che ritrova e che vale la pena d’esser vissuto. Per tanti, il libro, offre spaccati al confronto con la quotidianità: per tutte le volte in cui la paura, tarpa le ali all’osare, l’incertezza boicotta il coraggio”. “Spunto da un mio viaggio- ha concluso Capuano-. Il ponte di Mostar, anello tra Oriente ed Occidente. La fantasia, sale indispensabile per ogni scrittore, mi ha permesso d’ampliare la trama, che si disfa del superfluo a tratti, per dar spazio al racconto. Non mancano i ricordi cari. Tre amici, che purtroppo non ci sono più, dietro le righe. Un libro che ha voluto consacrare ad una terra felice naturalisticamente, uno spaccato di solitudine e di sofferenza immeritato”. “Il romanzo, infatti- come concluso da Francesca Carrano, nostra redattrice che ha presentato la serata- si legge tutto d’un fiato, in modo avvincente. Certi libri, non richiederebbero commento, imponendosi da soli!”

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