Salerno: ” Aicast Imprese Italia”: momento rottamare vecchio modo fare sindacato

Bisogna dare il buon esempio, la nostra quota di iscrizione sarà di 1 euro annuale, l’attuale stato in cui versa l’economia della provincia di Salerno è anche colpa del distacco tra associazioni di categorie ed esigenze dei commercianti come è successo a Salerno dove la parte orientale è stata da anni abbandonata da tutti.Dopo essere diventata una delle prime associazioni di categoria a Napoli Aicast imprese italia, che il giorno di insidiamento in provincia di Salerno circa un mese fa, da subito si è schierato dalla parte dei commercianti criticando per prima le modalità di gestione delle manifestazioni natalizie a totale danno dei commercianti di Salerno e della sua provincia. Infatti è stata la prima a criticare aspramente le modalità di costituzione dei mercati di Natale sul lungomare, dove sono assenti non solo gli alimenti artigianali della nostra provincia ma anche gli stessi esercenti. Dichiara il presidente provinciale Aicast Angelo Aliberti, è aririvato il momento di rottamare i vecchi modi di fare associativismo che sono stati fallimentari, e le risorse che vengono utilizzate come quelli della Camera di Commercio sono gestiti in maniera poco incisivo ed in parte sbagliati. Continua Angelo Aliberti, bisogna fare sindacato senza guardare gli interessi personali, per questo a differenza degli altri abbiamo stabilito la nostra quota associativa annuale pari ad 1 euro. Negli uffici situati al centro di Salerno a via Clemente Mauri,13 oltre all’attività sindacale verranno dati servizi di consulenza aziendale convenzionati attraverso il CAT, inoltre verranno organizzati i corsi di aggiornamenti professionali attraverso l’ente bilaterale, per fine anno, nonostante la neo costituzione in provincia di Salerno dell’Aicast si arriverà a spegnere le 1000 candeline per festeggiare ogni singolo associato che ha già creduto nel suo progetto innovativo. Conclude Angelo Aliberti, l’associativismo non è un lavoro, i fondi regionali, camerali e statali devono essere rivisti in quanto improduttivi, il tutto a danno del commercio locale.