Paestum: XVI BMTA, circa 10.000 visitatori Parco Archeologico, Basilica Paleocristiana e Museo

Circa 10mila visitatori distribuiti nelle quattro giornate della XVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico a Paestum, 2500 studenti di 40 scuole, 3000 mq di Salone espositivo, 150 espositori, 40 buyer esteri e 250 seller al Workshop. Paese Ospite è stato il Venezuela, oltre 50 gli archeoincontri, dibattiti e conferenze, 250 i relatori,100 i giornalisti accreditati. Presenti, tra gli altri, il Sottosegretario al Turismo Simonetta Giordani, il Sottosegretario al MiBACT Ilaria Borletti Buitoni, il Segretario Generale dell’Organizzazione Mondiale del Turismo Taleb Rifai, il Consigliere Speciale del Direttore Generale UNESCO Mounir Bouchenaki, e ancora Emanuele Greco, Paolo Matthiae, Franco Iseppi, Vittorio Cogliati Dezza, Viviano Domenici, Armando Massarenti, Valerio Massimo Manfredi, Alberto Angela, Syusy Blady e Patrizio Roversi, Mario Tozzi, Eva Cantarella.

 Italo Voza, Sindaco di Paestum: “Il bilancio di questa edizione nell’area archeologica è entusiasmante. Al di là dei numeri che confermano il successo della Borsa, è migliorato anche il pubblico. La location è piaciuta a tutti. Il prossimo anno sicuramente si terrà di nuovo nella zona archeologica, magari anticipando la data di qualche settimana per poter usufruire meglio del parco archeologico e magari anche nelle ore serali riproponendo quei percorsi notturni che ebbero tanto successo qualche anno fa a Paestum».

Adele Campanelli, Soprintendente ai Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento, Caserta: “Esperimento perfettamente riuscito, il bilancio di questa manifestazione è più che positivo dal punto di vista della Soprintendenza ai Beni Archeologici perché la Borsa ha portato tanti visitatori al sito Unesco, tra parco archeologico, museo, basilica paleocristiana. Questo conferma che la nostra intuizione dell’anno scorso sulla nuova location, era giusta”.

Costabile D’Agosto, Assessore al Turismo della Provincia di Salerno: “Una grandissima edizione, che conferma la Borsa come uno degli eventi più importanti in Italia. Tante persone hanno partecipato nella nuova location, che ha dato ancora maggiore rilievo alle bellezze del territorio. Grande interesse è stato registrato da parte dei Paesi stranieri, dei buyer venuti da lontano, per esempio di quelli israeliani che ho avuto il piacere di incontrare personalmente”.

Ugo Picarelli, Direttore della Borsa: “C’è stato un grande lavoro di organizzazione e nonostante ciò, dopo questa prima volta nella nuova location, a pochi metri dal Parco Archeologico, dalle vestigia che si ergono in modo da fare invidia a tanti altri siti del mondo, accanto al Tempio di Cerere, straordinario monumento della Magna Grecia, nel Museo Archeologico Nazionale e nella Basilica Paleocristiana, dobbiamo pensare ad una prossima edizione superlativa, rispettando il fatto di essere unico appuntamento al mondo, per rafforzare a livello internazionale visibilità, contenuti e qualità delle proposte. Ciò rende estremamente significativa questa edizione ma soprattutto dà un valore aggiunto all’intuizione che dal 1998 si rinnova grazie alla Provincia di Salerno che quest’anno è stata affiancata quali enti promotori per la prima volta dal Comune di Capaccio Paestum e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici con il sostegno economico della Regione Campania. Tanto pubblico per l’incontro con i protagonisti, una delle numerose sezioni che compongono questo ricco programma. Non a caso lo slogan della Borsa è “tanti eventi in un unico grande evento”. I noti divulgatori televisivi e non, davvero grandi amici che vengono ogni anno, ci fanno capire che, nonostante la bellezza e il fascino, la Basilica, con i suoi 250 posti, è piccola per ospitare queste iniziative che  fanno registrare grande affluenza di giovani, addetti ai lavori e operatori. Questo patrimonio inestimabile non può che essere location definitiva, quale protagonista delle prossime edizioni”. 

“In un momento in cui gli italiani, in difficoltà per la pessima congiuntura economica, tagliano i consumi per il tempo libero e cinema, teatri e perfino gli stadi registrano un decremento delle presenze, c’è un settore che fa registrare una lieve, ma molto significativa, inversione di tendenza. E’ quello museale, che negli ultimi dodici mesi ha visto crescere il numero dei visitatori di un 5%. E’ bastato lanciare la campagna “Al Museo di Notte”, con l’apertura prorogata fino a mezzanotte l’ultimo sabato di ogni mese”. A rivelarlo, citando dati delle Soprintendenze, è stata la Direttrice Generale per la Valorizzazione del Patrimonio del MIBACT, Anna Maria Buzzi, intervenuta alla tavola rotonda “Il Manifesto de Il Sole 24 Ore per la diffusione della cultura. Quale tutela e quale valorizzazione dei beni culturali per lo sviluppo turistico e l’occupazione?”. Perfino meglio del dato nazionale è quello fatto registrare dal Museo Archeologico Nazionale di Paestum: secondo i dati forniti dalla Soprintendente ai Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, Adele Campanelli, nel sito Unesco dell’ex colonia della Magna Graecia l’aumento di visitatori è stato del 6%. In Campania – ha aggiunto la Campanelli – c’è però un altro sito protagonista di una eccellente performance. E’ quello di Santa Maria Capua Vetere, dove i visitatori sono cresciuti del 24% in seguito ad una straordinaria e fruttuosa strategia tra pubblico e privato, che ha portato all’apertura di un “ristorante etico”, esempio di “servizio aggiuntivo” che fornisce un aiuto determinante alla promozione di un bene culturale “collettivo”. Dalla tavola rotonda, coordinata dal responsabile dell’inserto culturale La Domenica de “Il Sole 24 Ore”, il giornalista Armando Massarenti, sono emersi numerosi spunti di riflessione sullo “stato dell’arte” del Sistema Cultura del nostro Paese, anche in vista della seconda edizione (alla prima, l’anno scorso a Roma, intervenne il Capo dello Stato Giorgio Napolitano) degli Stati generali della Cultura promossi proprio dal quotidiano di Confindustria per giovedì prossimo 21 novembre a Milano, alla presenza del Presidente del Consiglio Enrico Letta. “Pubblico e privato – ha affermato la presidente di Confcultura Patrizia Asproni – possono e devono stabilire collaborazioni virtuose. La recente pubblicazione del Country Brand Index, che indica dove si posizioneranno i Paesi nel prossimo futuro, ci dice che l’Italia, per cultura, cibo e turismo, è al 1° posto non per i flussi registrati, ma nella dimensione legata al desiderio. Siamo, insomma, il Paese del sogno: creare una contrapposizione tra il concetto di bene comune e quello di risorsa, riferito al valore cultura, non ha senso”. D’accordo su questa impostazione anche la Direttrice Buzzi, che ha sottolineato come la creazione dei cosiddetti “servizi aggiuntivi” potrebbe portare, secondo uno studio consegnato agli organi politici dalla struttura tecnica del Ministero, “alla nascita di almeno un migliaio di posti di lavoro in più”. Tema, quello della scarsa resa sul piano occupazionale del patrimonio artistico più vasto del mondo, sul quale ha insistito molto nel corso del suo intervento il presidente del Touring Club, Franco Iseppi: “Il settore dà lavoro solamente all’1,1% degli occupati complessivi italiani. Penso che siano cifre ridicole, sulle quali bisognerebbe riflettere, e a lungo”. Ma le contraddizioni che affliggono il settore non si fermano al basso numero di occupati. Recenti studi  ha sottolineato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, dimostrano che “ogni euro di valore aggiunto prodotto nel settore dei beni culturali ne attiva 1,7 in altri settori economici”. E d’altronde, che il Sistema Italia sia ad elevatissimo potenziale di redditività è dimostrato dalla recente mostra su Pompei ed Ercolano al British Museum che, pur essendo ad ingresso gratuito, ha generato economie di scala per complessivi 15,6 milioni di sterline. Il presidente di Legambiente Cogliati Dezza ha insistito sulla necessità di una “Legge sulla bellezza”, per stabilire nuovi criteri di tutela dei sistemi territoriali all’interno dei quali si trovano i beni culturali. Ma la proposta, lanciata all’inizio di questa legislatura, “finora non è stata ancora presa in considerazione perché manca una commissione parlamentare che possa discuterla”.