Mercato San Severino: viaggio ad Adelfia per S. Trifone

Anna Maria Noia

Grazie all’associazione sanseverinese “Asa” (acronimo per “Agosto a S. Angelo”, in quanto attiva in particolare in tale frazione) e ai suoi membri “young”(sezione giovani), un simpatico viaggio “sociale” ha trasformato e dipinto di “bello” una domenica che forse sarebbe trascorsa consuetamente e/o nella noia: un plauso dunque alla visita della curiosa e particolare cittadina di Adelfia, in Puglia, visita organizzata da uno dei responsabili, Marco Perozziello. Anche a lui, infatti, va il nostro più sentito riconoscimento per una giornata realmente “diversa”, ma anche allegra e piena di colori, sentendo vivo più che mai il cameratismo e la sincera amicizia di cui noi che scriviamo siamo stati circondati nel girare – tra altri ragazzi e anche tra persone mature – per le vie della cittadina pugliese. Sveglia alle 5.30, partenza alle 6.15, una prima sosta con i cornetti (croissant) gentilmente offerti dalla “ditta”, dalla stessa associazione “Asa”. Indi… meta verso S. Trifone – ovvero Adelfia, zona che rimembrerebbe, nel nome e non solo, un termine greco stante a significare “fratellanza”! Luogo a metà tra la campagna arroventata di Puglia, pianeggiante e abbastanza “desolata”, e la precisa disposizione cardinale di chiara matrice e derivazione latina, romana (cardi e decumani, ovvero gli assi viari delle legioni dell’antichità classica), questa amena località viene abbellita dagli scorci caratteristici presenti nel centro storico ma ciò che la caratterizza è la grande quantità di gente che accorre ogni anno ed ogni volta (alcuni vi stazionano fino al mattino seguente, essendoci parecchi appuntamenti pirotecnici) per degnamente celebrare il santo patrono e protettore: Trifone. A bordo del pullman che andava verso il “nostro” obiettivo, l’atmosfera era calda e carica sin dal mattino, nonostante il sonno dovuto alla “levataccia” (domenicale, per giunta!). Appena messo piede in quel di Adelfia, una grande quantità – realmente impressionante – di bazar, bancarelle, esposizioni ed espositori, ristoranti “da strada” e quant’altro, ci ha accolti quando abbiamo percorso un tratto a piedi per le aree periferiche che fungevano da parcheggio ai molti mezzi e pullman per infine approdare al centro della città. Qui abbiamo visitato gran parte di Adelfia, partecipando alla Messa precedentemente anticipata dallo svolgimento della processione in favore del martire soldato. Il martirio è sempre simboleggiato, nella iconografia cristiana e non solo, dalla presenza di una palma tra le mani: la palma del martirio (appunto)! Martire e soldato, dunque, ma giovanissimo, un fanciullo – almeno così è stato raffigurato: sul sito del Comune (Montrone) si parla di questo quasi sconosciuto (almeno ai più…) taumaturgo come di un abitante della Frigia, territorio assoggettato a Roma. Agricoltore dal nome antichissimo (“persona di animo nobile”), Trifone fu educato dalla primissima infanzia al cristianesimo, grazie alla madre Eukaria, rimasta senza marito. Il santo fu decapitato dopo tre giorni di dolorosa tortura, nell’ambito della persecuzione sotto l’imperatore Decio. I festeggiamenti consistono non solo nella processione e nel far vestire i bambini da Trifone – come pure abbiamo notato – ma in gran parte sono caratterizzati da una gara tra fuochisti. Fuochi pirotecnici artificiali che hanno inizio nel primo pomeriggio e terminano a tarda notte, ma a seconda degli appuntamenti; per la festività accorrono tante persone da ogni dove di Italia e non. Chi scrive ha osservato, con gli amici, ben due ore e trenta di continui tripudi e di botti, con stelle scintillanti e luci di ogni colore, sia di giorno che con l’oscurità. Una miriade di vari tipi di artisti ha dunque incantato tutti quanti noi, con il naso in su – stupefatti – per la bellezza e la diversità di colori e suoni (frastuono…). Tra nuvole, vento e raggi di sole ci si è incantati e si è rimasti a bocca aperta nel godere di uno spettacolo superbo, non convenzionale e la cui portata non è stata certo scontata. Per una scampagnata fuori porta, dunque – e concludiamo – chi sta vergando tali note consiglia anzi caldeggia fortemente una visitina in tale zona, tra le dolci colline pugliesi.