Vallo della Lucania: uccide moglie per gelosia e prova a depistare le indagini

Nella serata odierna, i Militari del Comando Compagnia Carabinieri di Vallo della Lucania, unitamente al personale del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Salerno, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto, per il reato di omicidio aggravato della quarantottenne consorte G.V., il bulgaro K.Y., del 1968. Le indagini, sono state avviate nella mattinata odierna, a seguito di una segnalazione anonima, pervenuta sull’utenza 112, nella quale veniva segnalata la presenza del corpo senza vita di una donna in aperta campagna, poco distante dalla SP 430, variante della SS18, che conduce da Vallo della Lucania a Salerno.

Sul posto intervenivano immediatamente i militari della Stazione Carabinieri di Vallo Scalo (SA), i quali constatavano che la donna mostrava numerose ecchimosi e tumefazioni su tutto il corpo e, in particolare, una evidente ferita alla nuca. Poco dopo interveniva personale della Compagnia di Vallo della Lucania (SA), nonché personale tecnico specializzato del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Salerno.

A seguito dei primi accertamenti, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania, dott. Giancarlo GRIPPO e dal Sostituto Procuratore dott.ssa Valeria PALMIERI, veniva constatato che la donna, che lavorava come badante, dimorava in Italia da tempo ed  abitava poco distante dal luogo in cui era stato rinvenuto il suo cadavere, unitamente al marito K.Y., un muratore residente in Italia da diversi anni ed al figlio, un bracciante agricolo.

Gli inquirenti pertanto procedevano ad effettuare un’accurata ispezione dell’abitazione familiare della vittima, all’interno della quale, attraverso i mirati rilievi effettuati dalla Sezione Investigazioni Scientifiche, venivano trovati, malgrado il tentativo di eludere le investigazioni da parte della vittima (attraverso accurata pulizia dei locali), indizi significativi attinenti l’evento criminoso, nonché tracce ematiche, verosimilmente riconducibili alla vittima.

Alla luce di tali primi riscontri, l’attenzione veniva posta sui prossimi congiunti della vittima e, in particolare, sulla ricostruzione delle ultime ore di vita della donna.

Nel merito, si appurava l’esistenza di un rapporto conflittuale tra i coniugi, sfociato – in più circostanze – in aggressioni da parte del coniuge, violenze fisiche mai denunciate dalla donna, che aveva tentato di nascondere anche ai prossimi congiunti.

Il marito della vittima, rintracciato poco dopo dai militari dell’Arma, riferiva agli inquirenti di aver lasciato la moglie a casa nelle prime ore della mattinata per recarsi al lavoro e di non essere a conoscenza di elementi utili alle indagini.

Gli accertamenti effettuati dagli inquirenti, unitamente al consulente medico legale, invece, consentivano di verificare che l’uomo, presentava sul corpo segni di colluttazione ed in particolare che aveva una vistosa tumefazione ad una mano.

All’esito di un lungo interrogatorio, condotto dal Pubblico Ministero e dai militari dell’Arma, veniva resa piena confessione da parte dell’esecutore dell’omicidio crimine, da ricondurre a motivi passionali, legati a presunte reciproche infedeltà coniugali.

L’autore dell’efferato crimine, dopo aver consumato il reato, ha tentato di occultare il corpo della moglie trasportandolo con una carriola in un vicino bosco e ponendo financo la borsa della stessa, con all’interno i suoi documenti, al suo fianco. Al termine degli accertamenti il fermato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Vallo della Lucania a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.