Pianeta uomo, la cultura del rispetto

Giuseppe Lembo

Tra le tanti gravi mancanze del nostro Paese, una in particolare deve richiamare la nostra attenzione e portare tutti noi ad una profonda riflessione; è la mancanza della cultura del rispetto, a cominciare da quella verso di sé. Siamo per questa grave mancanza, in una condizione da pericoloso e travolgente tsunami. La prima delle cause è dovuta ad una questione di cultura e più specificamente ad una questione di educazione. I più distratti sono principalmente i giovani.  Perché i nativi digitali sono sempre più privi della cultura del rispetto? C’è da dire subito che la causa prima è nello scarso impegno della scuola e nella crescente indifferenza della famiglia nell’insegnare, così come si conviene, l’educazione dei giovani. Queste due agenzie educative, a malincuore c’è da dire, non sanno assolutamente adempiere al proprio ruolo: educativo la famiglia, culturale e formativo la scuola. Non sanno adempiere al proprio ruolo ad un punto tale da non saperne riconoscere la presenza e la dovuta responsabilità nel pianeta della società di cui sono parti importanti ed insostituibili. L’alternativa alla famiglia ed alla scuola i giovani se la cercano in solitudine nel web ed in quel popolo di invisibili con cui ordinariamente chattando  si incontrano sempre più spesso in tutte le ore del giorno e più volte al giorno. Internet per i giovani e non solo per i giovani, è tutto; da internet scaturiscono i comportamenti umani e senza volerlo incriminare, purtroppo, scaturisce anche la carenza sempre più diffusa della cultura del rispetto, a cominciare dal mancato rispetto verso di sé. Internet con i suoi maestri invisibili è un maestro che non dà sempre buoni frutti. Il web, internet chiocciola ed allo stesso tempo maestra del mondo, rende i giovani sempre meno attrezzati moralmente e psicologicamente; li rende privi dei necessari anticorpi, per cui deboli ed indecisi. La loro forte appartenenza ad internet dove operano tanti altri invisibili senza volto, non produce sempre buoni frutti; nei giovani, infatti, cresce la disinformazione; cresce soprattutto il senso della vulnerabilità umana, sociale e psicologica riferita alla persona. C’è una diffusa condivisione di un sapere tuttologico che alla prova dei fatti si manifesta come un vero e proprio non sapere ad un punto tale da non sapersi addirittura prendere cura di sé. I giovani sono più vulnerabili dei padri. Perché tutto questo? Per effetto del loro apparente sapere; per il sapere sempre più liquido; sempre più in pillole; sempre più sillabato, ma di fatto mai conquistato ad un punto tale da diventare parte di sé. Occorre acquisire, così come ci è stato tramandato dalla buona tradizione educativa e formativa, la conoscenza, i saperi, i valori di una cultura vera che lezione di vita, si trasformi in rispetto per l’altro ed in civiltà del comportamento che determina in ciascuno il giusto stile di vita. Mentre nel recente passato i giovani sapevano di non sapere oggi grazie alla sovrana ed indiscussa autorità magistrale di INTERNET, credono di non avere nulla, ma proprio nulla da imparare, al di fuori del sapere magistrale di internet, erroneamente immaginato come fonte unica del sapere e non come strumento tecnico di diffusione del sapere altrui. Siamo in una condizione da vero e proprio profondo rosso; bisogna uscirne ed al più presto, per evitare il grave rischio di vedere cancellata l’importante ed universale cultura della relazione umana con gli altri, con conseguente, crescente e diffuso danno per tutto l’intero universo dell’umano – sociale e nello specifico nel rapporto con la persona individualmente intesa. C’è da far capire ai giovani, attraverso i buoni maestri nei ruoli tradizionali della famiglia e della scuola che, è importante la cura di sé; è in ciascuno insostituibile per poter avere la necessaria cura degli altri. Siamo sempre più di fronte a stili di vita sbagliati; stili di vita malcostruiti e spesso scorretti ad un punto tale da essere dannosi e pieni di pericoli per la vita psico-fisica della persona e per lo stesso insieme umano e sociale di riferimento. L’umanità non può cancellare il suo passato.