Cava de’ Tirreni: II incontro rassegna libri con Gianluca Merola

 Venerdì 25 ottobre 2013, ore 19.30, la rassegna di libri “La Versione di MARTE” presenta in cartellone “Dio Taglia 60”, di Gianluca Merola, pubblicato per la casa editrice napoletana “ad est dell’equatore”. Intervengono lo scrittore Matteo Forte, il giornalista Alfonso Tramontano Guerritore. Letture a cura del Teatro Grimaldello. A seguire l’incontro, come media partner, Radio Base (www.radiobase.fm).Una raccolta di racconti che presenta una spietata coralità di personaggi e di tematiche, la cui matrice resta la  devastata terra casertana. Il sesso come trascendenza, la droga, la violenza, le puttane, l’amore che finisce, gli abusi, la fabbrica, gli scippi, i ricordi dell’infanzia, i destini segnati: sono questi gli elementi intorno ai quali Gianluca Merola costruisce i suoi racconti. Essenziali, disomogenei, pericolosi. Storie di provincia, di “vite vissute in largo, sospese tra la decenza, la decadenza e lo slancio perfetto”, alla ricerca continua di un riscatto che tarda ad arrivare. La prefazione del libro è affidata ad Alessandra Amitrano, autrice del libro cult “Broken Barbie” (Fazi Editore). Eppure, leggendo i “racconti di provincia” di Merola, si ha la netta sensazione di leggere un romanzo, animato dalle molteplici voci di una terra, quella del Sud, impantanata tra degrado sociale ed ecomafie. Con una precisione chirurgica e avulsa da qualsiasi moralismo, Merola si mette sulle orme stilistiche dello scrittore Louis Ferdinand Celine. Il celebre autore francese a proposito della letteratura dichiarò: “Ho smesso di essere uno scrittore per diventare un cronista. Ho messo la mia pelle in gioco. Se non mettete la vostra pelle sul tavolo, non avete nulla”. Merola, con Dio Taglia 60, dichiaratamente semi-autobiografico e scritto nell’arco di tre anni, vive in prima persona le storie di provincia, accompagna i piccoli eroi invisibili del nostro tempo tra Terre dei Fuochi ed esistenze dense di coraggio.<<Ci sono diversi spunti prettamente presi dalla mia vita o dalle persone che mi stanno vicine> spiega Gianluca Merola. <<Non c’è niente che abbia scritto che non conosca. La scelta della prima persona dà una sorta di continuità narrativa, come in un romanzo. Ciò porta ad una coerenza di stile nei diversi racconti che ne fanno un corpo unico. Non conta mandare un messaggio, ma raccontare una verità delle tante che esistono, e lo puoi fare solo se quelle vicende le vivi. Quello che ho fatto è stato mettere a disposizione dei lettori le viscere dell’uomo, quello che nessuno vuole sentirsi raccontare. La provincia ha un carattere universale, accoglie tutte queste storie e più scendi in basso più ti avvicini ad una verità estranea alle sovrastrutture>>.