RSA non ospizi!

di Rita Occidente Lupo

Migliora l’assistenza nelle residenze per anziani e l’aumento del comfort, produce anche riduzione farmacologica. Circa 2.800 case, con 300.000 ospiti ampiamente ospitali, per costituire un’alternativa accogliente alle dimore d’appartenenza. Ben corredate anche di spazi sportivi alcune, corredate persino di pet therapy, arte, danza e musicoterapia, nonché lanciate in progetti per aumentare la socialità, sì da ridurre la necessità di farmaci antipsicotici e antidepressivi. Spalmate disomogeneamente sul territorio nazionale, non sempre sufficienti ai bisogni numerici dell’utenza. Esistono infatti zone d’ombra, specialmente al Sud: anziani parcheggiati in spazi a malapena sufficienti alla convivenza. Un tempo, ospizi, oggi RSA, ma con tanto di certificazioni al recupero ed al miglioramento della qualità della terz’età, quando questa mina la lucidità mentale o incurva sempre ulteriormente la postura.