La Tares 2013 spiegata ai cittadini
Allo scopo di chiarire tutti i dubbi ai cittadini è opportuno illustrare le modalità di conteggio della TARES, la Tassa sui Rifiuti E Servizi comunali, appena entrata in vigore e che prevede – lo ricordiamo- la copertura del 100% dei costi del servizio raccolta e smaltimento rifiuti. Tarsu e tares , gemelle imperfette? Effettuare oggi un paragone tra la vecchia TARSU e la nuova TARES è fuorviante in quanto, a parità di altre condizioni, le modalità di calcolo risultano differenti: non sono più unicamente riferite alle superfici, ma connesse alla capacità di produrre rifiuti distinguendo le diverse categorie merceologiche per le utenze proprie e – chiaramente- non domestiche e – per quanto attiene invece a quelle domestiche- prendendo quali riferimenti il numero dei componenti del nucleo familiare per le utenze domestiche. A questo va anche aggiunta una considerazione importante: i costi del servizio rifiuti della Tares – come del resto già avveniva per Tarsu a seguito della novità introdotta dal 2010 dalla legge 26 del 26 Febbraio 2010 – devono essere recuperati nella misura del 100 % dai cittadini con un ulteriore aggiunta di 0,30 di euro al metro quadro destinati a coprire i cosiddetti “servizi indivisibili” legati alla filiera raccolta e suo smaltimento e posti a nostro carico. Quale sarà, quindi, la strenna natalizia ( con l’’ultima rata che allo stato non si conosce ancora come sarà determinata) che ci attenderà? . Unico elemento certo è il valore del costo complessivo Tares stimato nel 2013 e inserito nel bilancio del comune di salerno approvato lo scorso aprile: € 35.811.823 contro i 32.762.228 tarsu 2012 con una differenza di appena € 3.048.955 rappresentato proprio da quello 0,30 € mq di cui sopra . Tutto giusto e tutto lecito? Difficile rispondere positivamente a tale interrogativo se soprattutto spingiamo la nostra analisi oltre l’ anonimo dato riportato nel prospetto contabile previsionale del comune .Entrando nel “semplice e puro dettaglio” del previsto Pef (piano economico finanziario) Tarsu ( e per quest’anno Tares ) si rilevano i costi inerenti al servizio, compresi quelli operativi di gestione e comuni (ammortamenti, accantonamenti). Tanto per rendere edotto il lettore/contribuente occorre chiarire che i comuni elaborano un apposito prospetto chiamato PEF – piano economico e finanziario – nel quale convergono i costi globali del l’intero servizio legato ai Rifiuti rendendo agevole l’interpretazione del suo lettore/contribuente e soprattutto consapevole della obiettiva determinazione di quel corrispettivo che rappresenterà esso stesso debito da versare nelle casse del comune territorialmente competente. Ebbene , in alcuni casi, vi sarebbero delle palesi contraddizioni nell’elaborazione e sviluppo di tali Pef , tali da minarne l’efficacia e la piena legittimità. Prendiamo ad esempio il calcolo che il Comune di salerno ha sviluppato negli anni 2010- 2012 e analizziamolo. In tale scheda compaiono € 220.522 riferite a Tarsu per strutture comunali che benché rientranti nel computo dell’intero costo del servizio , viene poi inspiegabilmente eliminato dal totale debito richiesto ai cittadini. Quasi a dire che siamo noi tutti a pagare anche per strutture comunali ( tra cui la Soget spa , soggetto deputata per conto del comune a scovare evasori e che attraverso la quale si attendono per il solo 2013 un ritorno per il comune di 2.500.000 di euro). Premettendo che né la legge istitutrice della tarsu ( dpr 507/1993) né quella della Tares ( dl 201 /2011) ne disciplinerebbero per I comuni l’esonero dal pagamento , aggiungiamo che non è individuabile una benché minima traccia di eliminazione neanche dai regolamenti comunali approvati e obbligatoriamente predisposti perché imposti dalla legge. E’ vero che a conti fatti per le casse del comune non cambierebbe nulla in termini finanziari perché si assisterebbe per la loro contabilità ad una perfetta “partita di giro” nel senso che il debito risulterebbe pareggiato con il credito, ma per la cittadinanza e per le loro tasche il debito ne risulterebbe alleviato perché calcolato sull’intera superficie posta a base quale presupposto imponibile della Tassa Infatti se la cifra di € 220.522 viene aggiunto al totale richiesto e inserendo anche quale debitore il comune per i suoi spazi e considerando le superfici ( per tarsu) e tipologia di utente ( per Tares) l’importo pagato da ciascuno cittadino risulterebbe più contenuto. Chissà- visti i tempi di richiesta per restituzione di maltolto è limitato ( fortunatamente per il comune ) agli ultimi 5 anni – se azionando una sfiziosa class action non vangano fuori gli obblighi di restituzione inginocchiando e prosciugando ulteriormente le già magre casse comunali. In alternativa potrebbe essere presa in serie considerazione la possibilità di annullare l’applicazione dell’ulteriore balzello dello 0,30 e arrivare di comune accordo alla ccdd Pax fiscale , chi ha dato ha dato…e chi ha avuto…ha avuto…anche se i “pacchiani errori di tecnici e politici comunali ..rimarranno…nella storia.
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