Napoli: Carceri, SAPPE “Bene richiamo Capo dello Stato al Parlamento su criticità carceri”

“Avere appreso che il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha pronto un messaggio di sensibilizzazione ai componenti del Parlamento sulle criticità e sulle problematiche delle carceri italiane è una buona notizia e conferma una volta di più la spiccata sensibilità del Presidente della Repubblica sui temi penitenziari, sensibilità e saggezza che auspico possano essere contagiosi su questi temi. L’emergenza carceri è sotto gli occhi di tutti e servono necessariamente adeguate strategie di intervento. Ciò detto, come primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non crediamo che l’amnistia, da sola, possa essere il provvedimento in grado di porre soluzione alle criticità del settore. Quel che serve sono vere riforme strutturali sull’esecuzione della pena: riforme che non vennero fatte con l’indulto del 2006, che si rivelò un provvedimento tampone inefficace. Il sovraffollamento degli istituti di pena è una realtà che umilia l’Italia rispetto al resto dell’Europa e costringe i poliziotti penitenziari a gravose condizioni di lavoro.” E’ il commento di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione di Categoria, alle parole dette oggi  dal Capo dello Stato Napolitano in visita nel carcere di Napoli Poggioreale. Capece sottolinea come sia davvero ora “che la classe politica rifletta seriamente sui concetti espressi in più occasioni dal Capo dello Stato sulle criticità penitenziarie ed intervenga quindi con urgenza per deflazionare il sistema carcere del Paese, che altrimenti rischia ogni giorno di più di implodere. Il personale di Polizia Penitenziaria è stato ed è spesso lasciato da solo a gestire all’interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale e di tensioni, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Torniamo a sollecitare l’adozione di riforme strutturali, come l’espulsione dei detenuti stranieri per fare scontare la pena inflitta nelle carceri dei Paesi di provenienza e la previsione di far scontare ai tossicodipendenti la reclusione in strutture per la disintossicazione, non in carcere, potenziando nel contempo maggiormente il ricorso all’area penale esterna. “L’Amministrazione Penitenziaria sembra vivere in una realtà virtuale e non si rende evidentemente conto della drammaticità del momento, che costringe le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria a condizioni di lavoro sempre più difficili” conclude Capece. “Anche il provvedimento governativo cosiddetto ‘svuota carceri’, recentemente convertito in legge dal Parlamento, non sta cambiando proprio nulla nelle carceri italiane. Pensare di risolvere i problemi del sovraffollamento delle carceri con una legge che darà la possibilità a chi si è reso responsabile di un reato di non entrare in carcere, è sbagliato, profondamente sbagliato ed ingiusto. Intaccare la certezza della pena per coprire le inefficienze e le inadempienze dello Stato è sbagliato. Certo, il dato oggettivo è che il carcere, così come è strutturato e concepito oggi , non funziona. Lo sanno bene i poliziotti che stanno nella prima linea delle sezioni detentive 24 ore al giorno”.