Roma: Ragosta su anniversario Vassallo

«Quella di ieri è stata una giornata triste per la mia comunità, quella del Salernitano, ma soprattutto è stato un giorno amaro per la politica, la “bella politica”, quella che qui, in quest’Aula, come Sinistra Ecologia e Libertà stiamo cercando di far emergere dal mondo sommerso della vecchia politica, quella fatta di favori, di clientele, di piaceri, di commistioni spesso pericolose, tra istituzioni e malavita. La sera del 5 settembre 2010 sette colpi di pistola esplosi da mano ancora ignota uccisero Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, piccolo comune del Salernitano, patrimonio Unesco per la dieta mediterranea, bandiera blu per la limpidezza delle acque del suo mare, polmone verde della Campania con il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.  Quella sera del 5 settembre non è stato ucciso solo un uomo, un sindaco, un portatore sano di quei valori di legalità e rispetto delle istituzioni e della bella politica. Quella sera del 5 settembre hanno ucciso un sogno. Un sogno non solo suo, ma il sogno di quanti, nonostante le avversità e le difficoltà del quotidiano, continuano a credere che un altro futuro per il nostro Paese è possibile. Di Angelo Vassallo ho potuto apprezzare negli anni, grazie alla comune esperienza tra i banchi del consiglio provinciale di Salerno, le sue qualità umane e politiche. Era un uomo semplice, un uomo della gente. Era, e rimarrà nel ricordo di tutti, il “sindaco pescatore”. Un appellativo scelto non a caso, non solo perché la pesca era, nel privato, la sua attività principale. Angelo, come i pescatori era un uomo paziente: sapeva che, prima o poi, i frutti del suo lavoro sarebbero arrivati e tutti ne avrebbero tratto beneficio. E da buon pescatore sapeva che il rispetto dell’ambiente era uno dei tasselli principali per sviluppare un nuovo modello di crescita economica, sociale e culturale. Oggi il suo lavoro è riconosciuto unanimemente, sia a destra quanto a sinistra.  In queste ore, sono stati numerosi i messaggi che esponenti del mondo politico e della società civile hanno voluto far arrivare alla sua famiglia e alla sua comunità. Messaggi di vicinanza e di solidarietà verso chi, a distanza di tre anni, attende ancora che la giustizia consegni loro mandanti ed esecutori di quel brutale delitto. Lo Stato, che tre anni fa in massa si riversò sul porto di Acciaroli – che dal 2014 porterà il suo nome – non deve arrestare la ricerca della verità. Il tributo di sangue di Angelo Vassallo non deve restare impunito. Non possiamo permetterlo. Domenica scorsa, in occasione dell’intitolazione a Vassallo di una strada nel comune di San Mauro Cilento Stefano Pisani, sindaco di Pollica, che da vice sindaco prima e da sindaco oggi, continua a portare avanti quel progetto di “bella politica”, ha dato una notizia che nessuno avrebbe voluto ascoltare. A breve, infatti, il suo Comune potrebbe non avere più la caserma dei Carabinieri. Quello Stato che tre anni si è messo in prima linea non solo per assicurare alla giustizia gli assassini di Vassallo ma anche a mantenere alta l’attenzione su quel territorio, oggi getta la spugna. Si arrende di fronte a logiche puramente ragionieristiche. Non ci sarebbero, infatti, i fondi necessari a garantire una struttura adeguata. Questa, a mio avviso, è inaccettabile. Lunedì prossimo, 9 settembre, i sindaci dell’area del Parco Nazionale del Cilento manifesteranno dinanzi alla Prefettura di Salerno per far sentire la loro voce. A quel coro si unirà il mio. Sarebbe bello se, in quel giorno, arrivasse un segnale chiaro e netto da parte del Governo con la revoca di questo provvedimento. Per questo oggi, da quest’Aula, mi rivolgo ai miei colleghi affinchè si facciano portavoce con me di un accorato appello al ministro della Difesa affinchè riveda questa decisione. Sarebbe il modo migliore per continuare ad onorare la memoria di Angelo Vassallo ma, soprattutto, si lancerebbe un messaggio chiaro ed inequivocabile alla criminalità organizzata: lo Stato, a Pollica, c’è e ci sarà sempre e si impegnerà con rinnovato spirito nel conseguire l’obiettivo di verità e giustizia di cui tutti sentiamo un disperato bisogno».