Intervista a…un lampione della luce

Padre Oliviero Ferro

Mi hanno lasciato lì da solo, in questa strada di campagna. Ce ne sono altri. Ma ormai sono stanchi. Sono tutti mezzi rotti. Qualcuno li ha presi a sassate per divertimento e non è rimasto quasi più niente. Poi hanno rubato i fili che portavano la corrente elettrica. Insomma li hanno resi inutili: li hanno uccisi! Ora io sono qui da solo, povero lampione. Chissà perché mi hanno risparmiato. Forse perché, in questa strada, ogni tanto passa l’autobus e la mia luce serve ancora. Ma fino a quando? Come era bello tanti anni fa. Quando il sole se ne andava a dormire, tutti diventavano pieni di luce. Dei piccoli soli per le auto degli operai che tornavano a casa dopo il lavoro. Qualcuno si fermava sotto di noi per leggere le ultime notizie del giornale o per scambiarsi le impressioni sulla giornata che stava terminando. Altri si riposavano un poco. Insomma tanta gente apprezzava la nostra luce. Ormai molte fabbriche sono state chiuse e quasi nessuno passa più su questa strada. C’è qualche gregge di pecore che mi passa vicino. Io li guardo e penso. Certo. Un lampione pensa. Non mi hanno ancora spento…il cervello. Penso e rifletto. Mi viene da ricordare quello che diceva il lampionaio al Piccolo Principe:”Il mio lavoro è diventato troppo pesante”. Anche lui,come me, si sentiva solo nel suo pianeta. Nessuno si ricordava più di lui. Finchè un giorno successe qualcosa di speciale. Un gruppo di ragazzi, con il fazzolettone al collo, si fermò vicino a me. Ridevano e scherzavano. Qualcuno disse che si poteva mettere una freccia, un cartello per indicare il luogo dove sarebbero andati a fare il campo estivo. Io non capivo molto, ma lo avrei visto tra qualche giorno. Era una domenica mattina…Un’auto, poi un’altra e dietro di lei tante altre venivano sulla nostra strada. Si fermavano davanti al cartello e si dicevano che quella era la direzione giusta per andare a trovare quei ragazzi. Allora sentii che ero ancora utile e un colpo di corrente mi investì. Al ritorno, tutti videro che c’era una nuova luce sul mio volto. Ero felice!