L’antiberlusconismo logora

Angelo Cennamo            

Al 30 luglio mancano pochi giorni. La data è di quelle scolpite, in largo anticipo, nella storia di questo Paese. Folle e complicato come pochi altri, e difficile da raccontare all’estero : rischi di non essere creduto. Chi pensa che la sentenza sul caso Mediaset sia stata già scritta dai giudici della Cassazione e tenuta in chissà quale cassetto, si sbaglia e di grosso. E’ già capitato che la Suprema Corte abbia ribaltato precedenti giudizi di condanna dell’imputato Berlusconi, anche con formula piena. Le toghe rosse non sono un invenzione del Pdl ( qualcuna si è pure candidata e fondato un partito), ma l’accanimento di certe Procure o di organi giudicanti, talvolta dovuto a semplici ragioni di visibilità o a smania di successo personale, nell’arco del triplice grado di giudizio è destinato ad affievolirsi o a sbiadirsi del tutto. Accreditare allora la tesi della condanna certa, agitando lo spettro della rivoluzione,  può apparire solo una forma di facile vittimismo che non giova a nessuno, non a Berlusconi, non alla destra italiana, nè alla nazione, che ha ben altri problemi con i quali fare i conti. Le cronache di questi giorni ci raccontano di fibrillazioni interne ai partiti : il Pdl è scosso dall’anticipazione dell’udienza “suggerita”, dice qualcuno, dal Corriere della sera. Falchi, pitonesse e colombe convocano assemblee permanenti per studiare il da farsi nel day after, in caso di condanna del Cavaliere, e c’è chi arriva a minacciare sfracelli o blocchi autostradali. Berlusconi invita tutti alla calma e a tenere distinte le sue vicende processuali con la sorte dell’esecutivo, che, stando alle ricostruzioni dei giornali, in queste ore, sembra messo in dicussione più dal Pd che dal centro destra. 70 parlamentari democratici, l’altro giorno hanno firmato infatti un documento per mettere in guardia il partito da possibili autogol : l’alleanza di governo con il pluricondannato Berlusconi è mal digerita dallo zoccolo duro dei militanti di sinistra ( i sondaggi confermano la decrescita del Pd ripetto al Pdl), e qualora la Cassazione dovesse confermare in toto la sentenza d’Appello, risulterà ancora più difficile per Epifani e compagni giustificare il protrarsi di questa convivenza oltre l’interdizione del Cavaliere. Letta sa di muoversi in un terreno minato e di avere in casa propria molti nemici. Il cammino del governo nei prossimi giorni si preannuncia allora molto accidentato e condizionato da numerosi falchi. Ma non saranno del Pdl.