Dall’Inferno nessuno è mai venuto? Gl’ insegnamenti di Gesù Cristo e le parabole

Carlo di Pietro

[…] Pure, si dice, che nessuno è mai venuto dall’Inferno, e quindi la prova più sicura della sua esistenza e di ciò che esso è, noi non possiamo averla. Supponiamo che fosse realmente così, che dall’Inferno non fosse mai venuto nessuno a dirci che esso c’è e che vi si soffre spaventosamente (il che non è; abbiamo esempi di apparizioni di dannati, così certe che reggono alla più esigente critica storica e sono reali anche se non li abbiamo veduti coi nostri occhi, e ne riferiremo qualcuno negli Esempi) ne conseguirebbe solamente questo, che dovremmo temere grandemente l’Inferno anche perché se ci andremo vi resteremmo per sempre e non ne usciremmo più. Così come è, salvi alcuni casi di sporadiche apparizioni testimonianti, sempre e solo per permissione di Dio. Ma sulla Terra è venuto Gesù Cristo, è venuto non solamente ad insegnarci la verità, a santificarci, a darci mezzo per il conseguimento del Paradiso, ma anche ad insegnarci che c’è l’Inferno, che nell’Inferno si soffre, che esso è eterno; è venuto, e con la parabola del ricco Epulone – che molti sacri interpreti ritengono fatto storico esposto in forma di parabola per ovvie ragioni; il nome del ricco sarebbe Nicenzo – ci ha dato un quadro di ciò che è l’Inferno, e ha risposto sin d’allora a coloro che per credere nell’Inferno, vorrebbero, anzi pretenderebbero di vedere coi propri occhi un dannato. …

… 1) Che cos’ha insegnato Gesù Cristo circa la realtà Inferno, ben creduto dagli Ebrei ai quali così spesso Dio ne aveva parlato per mezzo dei profeti? Apriamo il Vangelo e leggiamolo insieme. Gesù Cristo parla spesso dell’Inferno, che ora chiama col nome suo, ora con altri nomi, di Geenna, di luogo di tormenti e di pianto, stridore di denti, tenebre esteriori, fuoco e fuoco eterno:

a) Quando gli si presentò il Centurione e manifestò la fede e l’umiltà da cui era animato, Gesù Cristo «ne restò ammirato e disse a coloro che lo seguivano: in verità vi dico di non aver mai trovato tanta fede in Israele. E vi dico ancora che molti verranno dall’Oriente e dall’Occidente e sederanno con Abramo e Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli; mentre invece i figli del regno saranno gettati fuori nelle tenebre, ivi sarà pianto e stridor di denti» (S. MATT., VIII, 1O-12); 

b) Raccomandando di entrare per la via stretta diceva: «Sforzatevi d’entrare per la porta stretta; chè, vi dico, molti cercheranno d’entrare e non ci riusciranno. Quando entrerà il padron di casa e serrerà la porta, comincerete, stando di fuori, a picchiare alla porta dicendo: Signore aprici. Egli vi risponderà così: Non so donde siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre piazze. E vi risponderà: Non so donde siate: via da me voi tutti operatori d’ingiustizia. Lì sarà pianto e stridor di denti, quando vedrete Abramo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio; e voi scacciati fuori» (S. LUCA, XIII, 24-28);

c) Predicando contro lo scandalo e le occasioni di peccato, Gesù diceva: «Se la tua mano ti è occasione di scandalo, troncala: è meglio per te entrare monco alla vita, che andartene con due mani all’Inferno in fuoco inestinguibile, dove il verme non muore e il fuoco non s’estingue. E se il tuo piede ti è occasione di scandalo taglialo via: è meglio per te giungere zoppo alla vita eterna, che esser gettato con due piedi nell’Inferno in fuoco inestinguibile, dove il verme non muore e il fuoco non s’estingue. E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo cavatelo: è meglio per te entrare con un solo occhio nel regno di Dio, che esser gettato con due occhi nel fuoco dell’Inferno, dove il verme non muore, e il fuoco non s’estingue. Che ognuno sarà salato col fuoco, come ogni vittima sarà salata col sale» (S. MARC., IX, 42-48);

d) E raccomandava: «Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto chi può mandare in perdizione all’Inferno e anima e corpo» (S. MATT., X, 38);

e) Parimenti diceva: «Io sono la vite; voi, i tralci. Se uno rimane in me, e io in lui, questo porta molto frutto, perché senza di me non potete far niente. Chi non rimarrà in me, sarà gettato via, a guisa di tralcio che si secca, si raccoglie e si butta nel fuoco dove brucia» (S. GIOV., XV, 5-6).

2) Gesù Cristo non si limita ad insegnarci l’Inferno dottrinalmente; Egli, anzi, in varie parabole adombra e raffigura la sorte che attende gli empi nell’eternità. Il servo che non fece fruttificare il talento affidatogli (figura di chi non compie opere buone), non solo viene spogliato di ogni bene, ma «gettato fuori al buio: ivi sarà pianto e stridor di denti» (Ibid., XXV, 30); l’invitato a nozze che si presenta senza l’abito nuziale (figura del cristiano che entra nell’eternità spoglio della Grazia santificante), viene «legato mani e piedi e gettato fuori nel buio ove sarà pianto e stridor di denti» (Ibid., XXII, 14); il loglio cresciuto col buon grano, al tempo della mietitura viene legato in fasci e bruciato mentre il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, a togliere dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori d’iniquità per gettarli nella fornace del fuoco. Ivi sarà pianto e stridor di denti » (Ibid., XIII, 42-43); la rete prende pesci buoni e cattivi; ma questi vengono gettati via: «Così sarà alla fine del mondo; verranno gli angeli e separeranno i cattivi di mezzo ai buoni; e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà pianto e stridor di denti» (Ibid., XIII, 50-51).

Nella parabola, poi, del ricco Epulone ci rappresenta un’anima dannata. Il ricco « è sepolto nell’Inferno»; ivi si trova «ne’ tormenti » e supplicando Abramo di mandargli Lazzaro a lenire con una sola goccia d’acqua l’arsura della lingua, lamenta: «Spasimo in questa fiamma ». Ma di questa parabola dovremo riparlare.

3) E nella sentenza del Giudizio finale contro i reprobi, questi vengono dannati al fuoco eterno dell’Inferno: «Partitevi da me, maledetti, al fuoco eterno preparato pel diavolo e pe’ suoi angeli…». Con questi insegnamenti (e molti altri) Gesù Cristo ci ha chiaramente dichiarato che l’Inferno esiste, che nell’Inferno si soffrono tormenti indicibili, che vi è il fuoco e, infine, che l’Inferno è eterno, che esso non finirà mai. […] (prosegue nei prossimi giorni con numerosi casi di anime dannate “ritornate” …)

*autore di VITA ETERNA: L’INFERNO ed. Segno