La violenza alle donne

Giuseppe Lembo

Con grande ottimismo, in tanti hanno pensato all’Italia come un Paese simbolo di grande progresso umano e di intelligente protagonista della civiltà globale. Purtroppo, si è sognato ad occhi aperti. Non è per niente così; tarda a morire l’immagine tribale della donna oggetto, così come vista nel mondo feudale italiano. Tanti sono gli uomini italiani che, forti del loro genere si sentono padroni assoluti delle donne, soprattutto nel ruolo di mogli sottomesse. Hanno in questo ruolo una funzione assolutamente marginale; non contano niente e debbono sottostare al volere del maschio-padrone che le tiene sottomesse a suo piacimento, schiavizzandole. E così le famiglie italiane, anche le giovani famiglie italiane, sempre più spesso, si trasformano in tristi scenari di violenza e di morte.Vittima è, purtroppo, sempre e solo la donna, alla quale con frequenza crescente, viene negato anche il semplice diritto alla vita. L’uomo italiano, tornando indietro nel tempo, per follia e diritto naturale, da padrone assoluto, ammazza la propria moglie; preso da un raptus violento, spesso presenti i propri figli, a volte piccolissimi, senza pensare al suo ruolo di assassino, arma le sue mani omicide ed ammazza la donna compagna di vita, che per lunghi anni gli è stata a fianco, condividendone tutto del proprio rapporto di coppia. La donna è, purtroppo, l’anello terminale e del tutto secondario di un sistema di potere maschile che si rifiuta di agire condividendo il rapporto di coppia; l’uomo-padrone pensa egoisticamente solo a se stesso, al piacere-godimento che gli deve, in modo assolutistico e padronale, venire dal mondo femminile, un mondo in cui la vita non conta niente e che può anche essere eliminata quando lo decide diabolicamente il maschio padrone. Sono tante le cronache italiane delle morti violenti; di donne vittime innocenti della furia omicida del maschio padrone. Prima di tutto la donna va difesa e liberata dall’infame offesa della violenza sessuale gratuita. Il nostro Paese, è, purtroppo, un Paese sempre meno sicuro; non è garantita di notte e di giorno, la libertà di movimento a nessuno e tanto meno alle donne.  Siamo, purtroppo, il Paese dalle regole sempre più inosservate. Siamo il Paese della massima tolleranza. Violenza, sesso, sfruttamento minorile, un tempo lontano da noi, oggi umanamente ci appartengono e tanto. La cronaca italiana è ricca di fatti di violenza alle donne; molti di questi, soprattutto in ambito familiare, restano fatti sconosciuti ai più e sepolti nel sacro mistero italiano del meglio non sapere. Comunque è oggi crollato il muro dell’omertà maschile; di violenza alle donne se ne parla sempre più. Sono tanti gli episodi di donne ammazzate, violentate, sfregiate, senza il nome del colpevole. Purtroppo l’eco mediatico è assolutamente un cattivo maestro; c’è tanta emulazione negli atti di persone che replicano con comportamenti ed azioni violenti, facendo tanto, tanto male alle donne. Lo è per tutti ed in tutte le diverse realtà umane della Terra dove, donne pachistane, indiane, afgane, vittime dei loro uomini aguzzini, ex fidanzati, ex amanti, ex mariti, ne devastano in modo irrimediabile il corpo, per colpire al cuore la loro femminilità. Ma perché questo succede sempre più in Oriente ed anche nel nostro stesso Paese, dove non ci sono miscele umanamente esplosive di fanatismo e di fondamentalismo barbaro e disumano che spinge l’uomo a colpire le donne, eliminandole o segnandole in modo atrocemente incontrovertibile, per tutta la vita, distruggendone il volto o parti del corpo?