Battipaglia: Di Cunzolo “Motta, da che pulpito vien la predica…”

 Apprendo dalla Stampa, Cronache e la Città, che sono e resto nei pensieri di Gerardo Motta. Gerardo Motta mente sapendo di mentire e continua a gettare fango su chi non si è piegato alle proprie discutibili aspirazioni personali. Nell’ultimo ventennio Gerardo Motta ha imperversato nella vita socio economica e politica della nostra Città. Ha praticato il peggio di un sistema basato sui rapporti di scambio personali, sfruttando opportunamente le “conoscenze” utili a ricavare profitti e vantaggi inusitati. Ha utilizzato la propria posizione per sopraffare la vittima di turno con attività ritorsive tese a condurre a miti consigli chi di volta in volta ha preso di mira. Si è fatto conoscere così bene che lo scarso apprezzamento verso la sua persona ha determinato un gap negativo di oltre il 10% di voti rispetto alle liste di centro destra che nel sostenerlo raggiunse la maggioranza assoluta al primo turno col 54% dei voti. Per questo suo fallimento personale ha assegnato il ruolo di responsabili a tutti, persino all’On. Cirielli, reo di non averlo sostenuto adeguatamente nella tornata di ballottaggio. Oggi punta Cecilia Francese, che sarebbe responsabile del suo personale fallimento perché se non si fosse candidata, lui è convinto che avrebbe vinto certamente al primo turno. Condisce questo personale assunto, che fa spargere da diversi “untori” in città, per poi riprenderlo come voce di popolo, con particolari pruriginosi circa la voce o il sospetto di un “inciucio” ordito alle sue spalle con la regia del sottoscritto e il sostegno di un “noto imprenditore”, circa la candidatura di Cecilia, che sarebbe stata orchestrata con Giovanni Santomauro, presso il mio studio, atteso che il genero di Santomauro lavora da un decennio col sottoscritto. La verità è ben altra e Motta, prima o poi, facendo i conti con la sua coscienza, dovrà farsene pure una ragione. Lui è quello che è e per questo è noto a tutti e per questo è stato giudicato dagli elettori. La sua credibilità nasce sulla scorta della notorietà delle sue gesta, della sua arroganza, delle sue vantate amicizie altolocate. Non v’è stato bisogno di alcun “inciucio”, ne vi è stato. Motta basta a se stesso. Durante il comizio di sabato 15 giugno ne ha raccontate d’infingarde bugie in piena libertà, non perdendo occasioni, seppure con qualche opportuna correzione, di proseguire con dichiarazioni di stampa in un percorso di mistificazioni oramai incredibili. Non sarebbe stato mai querelato per quello che avrebbe affermato. È falso. Almeno io l’ho querelato recentemente ben due volte e attendo l’evoluzione della denuncia. La seconda querela da me depositata è conseguenza della querela di altra persona e dunque, ne contiamo almeno tre. Con Santomauro, il sottoscritto, e per esso Cecilia, non ha mai ordito alcun piano, ne ha tenuto riunioni per determinare la candidatura di Cecilia Francese per far perdere Motta, anzi, il sottoscritto fu contattato dall’allora Onorevole Cuomo nel tentativo che mi prodigassi a far recedere la Francese dalla candidatura, in quanto erano convinti che la stessa avrebbe potuto determinare una erosione di consenso nel centro sinistra a sfavore, dunque, di Santomauro, convinti com’erano che contro un personaggio del calibro di Motta si potesse vincere al primo turno.Cecilia Francese sarebbe, dunque, responsabile del fallimento di Motta è vivrebbe una sorta di sudditanza psicologica e politica da suo cugino, il “guru”: l’Architetto Di Cunzolo, che per loro bocca sarebbe il male assoluto in questa città. Cecilia, che vorrebbero fare apparire come una incapace, avrebbe atteso mie istruzioni  in consiglio comunale ogni qualvolta doveva votare un argomento. Pure arriveremo ad ascoltare chi mi accrediterà di scriverle anche le ricette mediche e di farle il doposcuola per la preparazione dei vari convegni internazionali ove la mando a partecipare frequentemente in giro per il mondo. Ripristiniamo la verità, affinché anche Gerardo Motta metta pace con se stesso. In primo luogo, Cecilia Francese è una donna determinata e onesta che non si lascia ne intimidire ne influenzare da chi che sia. Chi ha partecipato al movimento sa che Cecilia, che molte volte si è trovata anche in minoranza su alcune posizioni, sia in mia presenza, sia in mia assenza, sia dalla stessa parte, sia da posizioni opposte, studia, s’informa, sta tra la gente e forma le sue opinioni approfondendo, incrociando i giudizi e le informazioni senza pregiudizi e senza alcun interesse da tutelare. È schietta, sincera, per questo, talvolta appare in tutta la sua fragilità, come ogni essere umano da bene che sa di dover affrontare anche i mascalzoni che hanno imparato come tener lontani dai propri maneggi politici le persone oneste che hanno da perdere soprattutto quella dignità e quella stima guadagnati durante il corso della propria vita, mantenendo sempre la schiena dritta.

I MASCALZONI che spargono veleni e fango al fine di avere terra bruciata intorno per nuovi pascoli, per nuove praterie su cui poter riavviare una stagione delle ritorsioni e della gestione del potere vessatorio che ben hanno usato per proprio tornaconto in tutti questi anni.Gerardo Motta e i suoi sodali, fanno il mio nome anche oggi che sono in disparte, che mi sono dimesso da segretario del Movimento, e l’ho fatto perché devo fare i conti con la giustizia su indicazione dello stesso Gerardo Motta. Questo mio comportamento matura dalla mia morale, ed è il mio stile; devo mettermi a disposizione, ritraendomi dai ruoli politici e pubblici al solo fine di non arrecare danno al Movimento e a Cecilia, loro, i detrattori che hanno altro stile, cercano in ogni modo di tirarmi in ballo perché non trovano alcun argomento per fare ombra alla indiscussa onestà e capacità di CECILIA FRANCESE.

Anche in questo Motta è sullo stesso piano di Santomauro, dalla stessa parte, alleati contro il sottoscritto, contro Cecilia Francese, e ciò è raccontato dagli atti. Contrariamente a quello che vuole far credere, Motta sa che in questi ultimi quattro anni al sottoscritto sono stati respinti ben 22 progetti, anche quelli che dovevano rientrare nel PIU EUROPA, e pendono al TAR Salerno 22 ricorsi amministrativi in attesa del merito, anche per sua iniziativa, mentre nel silenzio del MOTTA comunque venivano concessi altri permessi a costruire, che non hanno scandalizzato nessuno, neanche chi dice di essersi opposto al sistema. Anche li dove i progetti dovevano e potevano concertarsi vi è stato un fuoco incrociato sul sottoscritto, orchestrato da sodali del Motta e sodali del Santomauro, da Motta stesso, il quale non ha perso occasioni di adombrare sospetti circa alcune istanze da me sottoscritte, di appesantire il clima e le preoccupazioni negli uffici comunali, di alimentare il fronte di contrasto al solo fine ritorsivo, mosso dal rifiuto di un imprenditore di rimborsare 240.000,00 euro di presunti danni, e ciò è noto a tutti, ne il Gerardo Motta mi ha mai querelato per queste storiche dichiarazioni.

Più di un mio cliente è stato avvicinato in questi anni ed ha raccolto più o meno  sussurrati avvertimenti circa la opportunità di cambiare professionista, anche dallo stesso Gerardo Motta, giacchè era stato deciso che nulla mi sarebbe stato approvato, mentre Cecilia veniva offesa e oltraggiata, minacciata e dileggiata in consiglio comunale anche dai fiancheggiatori di Santomauro e dal Sindaco stesso.

Anche in questo caso, Gerardo Motta ci ha azzeccato, con la sua palla di vetro, o per le sue conoscenze, o per il suo udito fine. Quando ho denunciato questo intreccio e questa deriva, che vedeva nel mentre Gerardo Motta alla guida della commissione che ha prodotto quella famigerata ipotesi di PUC che aggrediva una enormità di aree agricole, fui querelato dall’Amministrazione Santomauro  su stimolazione anche dell’avv. Orazio Tedesco e di altri esponenti del centro destra.Gerardo Motta afferma che: “non ho votato le linee guida del PUC perché sono state stravolte rispetto al documento che uscì fuori dal laboratorio politico”.

BUGIA: nella delibera n°042 del 27/04/2012 sull’approvazione del preliminare di PUC GERARDO Motta spiega qual è stato il suo ruolo nella stesura delle linee guida (pag. 37) “Stasera quando viene fuori che è la tua maggioranza che ha voluto portarlo in consiglio comunale, e allora significa che tutto il lavoro che tutti quanti insieme abbiamo fatto non è più il lavoro di tutti ma è quello che decide la tua maggioranza, caro Sindaco.…Quindi quando Bruno Mastrangelo mi chiede di non votare e di abbandonare l’aula, non di votare contro, che io non voto contro le cose che ho condivise, cosa che farà anche lui, però noi non condividiamo il percorso… io non voto contro perché non posso votare contro le cose che ho fatto e che condivido, però vista la situazione non me la sento”. Per intanto, in questi quattro anni, il sottoscritto, come ricorda il buon Gerardo Motta, ha avuto una montagana di bocciature ed ha ricevuto l’approvazione di soli 4 nuovi progetti, uno per anno, su 26 istanze totali, il cui peso specifico tratta un “vero” deposito agricolo, due ristrutturazioni di due piccoli edifici col piano casa e la ristrutturazione di un sottotetto esistente, mentre il “genero” di Santomauro, ha “ricevuto”  ben 2 ristrutturazioni di sottotetti esistenti, una struttura balneare precaria e la ristrutturazione di un fabbricato produttivo esistente. Anche lui, “genero” del Sindaco, ha ricevuto un trattamento di “favore”, forse perché mio stretto e capace collaboratore. Ma va bene così. Come auspica Gerardo Motta dovrò trovare committenza tra chi ha bisogno di cucce per cani. Anche in quel ruolo non cambierei la mia esistenza con quella di Gerardo Motta.

Arch. Bruno Di Cunzolo