Salerno: sequestro…canino!

E’  incredibile  la  vicenda  che  stanno  vivendo  un  Sovrintendente  di  Polizia  in pensione,  Antonio  Ramussi,  nato  e  residente  con  la  moglie  a  Sarno,  in provincia di Salerno, ed  il  suo cane Rino, un Pastore del Caucaso di quattro anni. Ramussi si stabilisce nel 2011 al secondo piano di uno stabile nelle prossimità della stazione  ferroviaria di Sarno, acquistando un’ abitazione con  la moglie, affetta da grave malattia  cronica, grazie ai  risparmi di una  vita. Da  subito  le incomprensioni  con  il  vicino  del  piano  inferiore,  sensibilissimo  ai  rumori provenienti  dall’  appartamento  sovrastante:  le  pulizie  fatte  troppo presto  ladomenica mattina, la nipotina che fa troppo chiasso quando viene  a trovare i nonni, e l’ abbaiare del cane, di Rino. Abbaiare diurno, intendiamoci. Abbaiare sporadico,  intendiamoci. Abbaiare che si  inserisce  in contesto urbano dove –con  la  stazione  ferroviaria  ed  il  capolinea  degli  autobus  a  pochi metri  –  i decibel  di  sottofondo  sono  ben  più  molesti,  intendiamoci.  Ma  il  vicino  è inflessibile: e proprio nei riguardi di Rino dirige la sua strategia di “attacco” al sig. Ramussi.  Si badi: nell’ appartamento al terzo piano, sovrastante quello del Sig. Ramussi, nessuno si lamenta, nel condominio nessuno si lamenta, l’ amministratore non si lamenta, nel circondario – peraltro abitato da diversi cani, in genere ben più vivaci  e  rumorosi  di  Rino  –  nessuno  si  lamenta.  E’  solo  al  vicino  del  piano inferiore che Rino risulta insopportabilmente molesto. Si  comincia  con  un  esposto  all’ ASL  sulle  condizioni  “incivili”  in  cui  sarebbe tenuto  il  cane: ma  i  due  veterinari  che  si  recano  a  casa  del  Ramussi,  dopo avere constatato la regolarità dei documenti sulle vaccinazioni e naturalmente la  iscrizione all’ anagrafe canina di Rino, fanno anche  i complimenti al signor Ramussi  per  la  docilità  e  la  socievolezza  del  cane.  Sfido!  Ramussi  si accompagna da una vita ai cani, è appassionato della  loro educazione e del rapporto  che  riescono  a    creare  con  il  “padrone”,  ed  in  passato  ha  anche frequentato  (con  i  predecessori  di  Rino)  “concorsi”  nei  quali  la  capacità  del cane  di  vivere  in  simbiosi  con  il  padrone  e  di  eseguire  abilità  è messa  alla prova! Si  continua  con  un  esposto  ai  Vigili  Urbani,  che  convocano  il  Ramussi  per verificare nuovamente  la  regolarità dei documenti  relativi a Rino: altro buco nell’ acqua. Nuovo  esposto  all’  ASL  locale  e  nuova  visita  di  un  veterinario  (stavolta diverso): ennesima attestazione dell’  assenza di elementi di  irregolarità  circa Rino. Intanto, nel condominio di Sarno si susseguono gli atteggiamenti minacciosi del vicino, che viene due volte denunciato per ingiurie e minacce (“Lei non sa chi sono io….”) dal Ramussi (e i due procedimenti penali sono pendenti). Ma  nella  lite  condominiale  –  a  questo  punto  –  entra  con  prepotenza  un provvedimento del Tribunale di Nocera  Inferiore  (SA).  Il vicino, nelle sequela di  querele  e  contro-querele  reciproche,  aveva  denunciato  il  Ramussi  per “disturbo della quiete pubblica” (art. 659 c.p., contravvenzione punibile con  l’ arresto  fino  a  tre mesi  o  con  l’  ammenda  fino  a  309  Euro),  con  particolare riferimento all’ abbaiare di Rino. Manco a dirlo: certificato medico sullo stato ansioso  del  vicino  causato  dall’  abbaiare  del  cane,  perizia  fonometrica  sulla rumorosità della camera da letto del vicino, fotografie (?) sugli inutili tentativi del povero vicino di insonorizzare la camera stessa.  Per il P.M. di Nocera  basta e avanza: Rino, “corpo del reato”, va sequestrato, sottratto  al  Ramussi  ed  alla  moglie,  di  cui  rappresenta  l’  insostituibile compagnia da quattro anni, e affidato in custodia giudiziaria ad una pensioneper cani. Il G.I.P. Alfonso Scermino presso il Tribunale di Nocera Inferiore (SA), alla richiesta del P.M., non batte ciglio, e  per buon peso ha cura di ricordare nel  provvedimento  che  gli  animali  –  nel  nostro  ordinamento  –    sono considerati “cose”. E’ l’ Otto Giugno 2013: una data che il Ramussi e la moglie non dimenticheranno facilmente. Disperato,  il Ramussi  contatta  le associazioni di  tutela animale del  territorio, ed  in particolare  l’ ENPA e  la LAV, nelle persone delle responsabili provinciali Manuela  Zambrano  e  Maria  Sperada  Laudisio.  Viene  interessato  l’  Avv. Michele Capano,  legale dell’  ENPA,  ed oggi,  18 Giugno,  viene depositato  al Tribunale di  Salerno  la  richiesta di  riesame del provvedimento di  sequestro, che verrà discussa in un’ udienza che sarà fissata nei prossimi giorni. Intanto  Venerdì  21  Giugno,  alle  ore  10.30,  presso  lo  spazio  “Dada Design”  in Via Ruggi   d’ Aragona n. 5 a Salerno,    l’ Avv. Michele Capano illustrerà  i  contenuti  dell’  impugnazione  in  una  conferenza  stampa  alla presenza  dei  rappresentanti  delle  associazioni  animaliste  del  territorio  che vorranno  esserci,  per  una  battaglia  di  principio  che  non  può  che  essere comune. Ci sarà, grazie ad un “permesso” richiesto al custode giudiziario, anche Rino, con  il compagno di vita Antonio Ramussi. Speriamo  in qualche abbaio: vorrà forse segnalare al dott. Scermino di Nocera  Inferiore, ed ai Magistrati che  la pensano come  lui, che non di “cosa” si tratta, ma di essere senziente come  il nostro  quadro  costituzionale,  legislativo  e  giurisprudenziale  unanimemente chiariscono. Vorrà forse ululare che quella stessa magistratura così timida nel dare applicazione alla normativa sulla tutela animale, ed innanzitutto ai delitti“contro il sentimento degli animali” introdotti dalla legge 2004/189, dovrebbe usare molta, ma molta maggior cautela prima di avventurarsi a compiere un atto  traumatico  come quello di  imporre  ai membri di  una  famiglia  – quella formata dal sig. Ramussi, da sua moglie, e da Rino – di separarsi.