Salerno: “Se stiamo insieme” sulle coppie di fatto

 Giovedì 23 maggio, alle ore 20.30, presso l’american bar Time Out di via dei Greci, 150 Salerno, si terrà un incontro con l’autore napoletano Claudio Finelli, curatore dell’antologia SE STIAMO INSIEME, racconti sulle coppie di fatto ed autore della raccolta di poesie SULLE MIE LABBRA (la canzone che mai dirò), pubblicato nel 2013 da La Vita Felice di Milano. L’incontro letterario sarà coordinato da Ottavia Voza, presidente di Arcigay Salerno “Marcella Di Folco”. SE STIAMO INSIEME, racconti sulle coppie di fatto è un’antologia pubblicata da Caracò con il sostegno morale di Arcigay, presentata al Salone Internazionale del Libro di Torino 2013. Alla raccolta hanno partecipato Luca Baldoni, Vincenzo Branà, Franco Buffoni, Antonella Cilento, Geraldina Colotti, Ivan Cotroneo, Claudio Finelli, Daniela Gambino, Mapì Garò, Alessandro Pilloni, Eduardo Savarese, Ivan Scalfarotto, Marco Simonelli, Willy Vaira. Ci accorgiamo di essere una “coppia di fatto” quando il fatto è fatto. In una sala di rianimazione, davanti a un giudice o dal direttore di una banca. E siamo “di fatto” per differenza…. Non invitare Adele Parrillo al funerale di Stefano Rolla, morto a Nassirya. Impedire a Rossana Podestà di vedere Walter Bonatti ricoverato in rianimazione dopo decenni di convivenza alla luce del sole. Non consentire a Michela Miti di decidere della sorte di Alberto Bevilacqua ricoverato in una struttura ospedaliera. Tre storie francamente inspiegabili che riguardano tre coppie alle quali non mancava nulla se non il crisma di un matrimonio, magari contratto dieci, venti o cinquant’anni prima. Non dovrebbe essere lo Stato a decidere chi ha diritto a presenziare a un funerale né un parente a decidere delle sorti di un malato, se quel malato ha condiviso letto e tavola, sogni e speranze, “buona e cattiva sorte” con una persona che non può immediatamente trasformarsi in un’estranea. Per le coppie omosessuali, poi, le cose sono ancora diverse. Se le “coppie di fatto” eterosessuali sono tali per scelta, quelle omosessuali sono tali perché è l’area grigia del fatto, l’unica disponibile ad accoglierle. Nel tempio luminoso del diritto, sotto la luce abbacinante che promana dalla bilancia della giustizia, non c’è nessuno spazio per loro. «La legge è uguale per tutti», dicono. Beh, insomma. Per la legge noi non esistiamo: non esiste il nostro amore, non esiste la nostra vita, non esiste nulla (dalla prefazione di Ivan Scalfarotto)

 SULLE MIE LABBRA (la canzone che mai dirò) è una raccolta di poesie edita da La Vita Felice nel 2013.

Claudio Finelli ci offre con Sulle mie labbra la sua prima raccolta di versi. Un evento dirompente (…) di questa raccolta, assai coesa e compatta, costituisce l’ossatura: il turbamento per la giovinezza. […] tema che si rincorre come un motivo ossessivo nella nostra tradizione, spesso configurandosi come il paradigma più estremo dell’ambivalenza dell’esperienza amorosa. […]Se la fatalità d’amore domina la raccolta, ciò avviene nei singoli testi in termini mai nebulosi, ma con una evidente aderenza a moti, episodi e riflessioni di un particolare momento. La poesia di Finelli tende, e si torce, verso un assoluto anche poetico, ma senza annacquare l’occasione specifica e singolare. Non è una poesia d’occasione (…) Si ha al contrario la netta impressione di un’aderenza bruciante ad ogni nuovo istante di rivelazione/delusione, all’incespicare nei numerosi grani di un lungo rosario. Soprattutto lampeggiano momenti, e sono questi i più atroci, in cui la gioventù appare in tutta la sua spietatezza, nel suo essere inevitabilmente concentrata su se stessa e trascinata verso il proprio futuro. […] La scrittura di Finelli assomiglia a un flusso lavico raggelato, un fiume di fuoco che ribolle e lampeggia, e che pure scorre con estrema lentezza, strozzato dagli argini, appesantito dalla sua stessa carica. l’espressione di una fatica, del lento e doloroso farsi strada dell’esperienza attraverso il corpo, per arrivare attraverso questo alle parole che pure, sgorgando come lacrime, più che venire scagliate verso il mondo sembrano coagularsi in un sudario, in cui le vicende dell’anima rimarranno perennemente racchiuse.                                                     

(dalla prefazione di Luca Baldoni)