Potenza: Regione, consorteria d’affari: Io amo l’Italia contro consociativismo

La bufera dei falsi rimborsi ha travolto anche la Basilicata. Non è una notizia che ci coglie impreparati. Non c’è meraviglia. Piuttosto una triste presa d’atto della mancanza di valori che invade la nostra classe politica. Non si tratta di speculare sull’esistenza o meno di reati o di discutere se vi sia stata truffa o peculato o entrambi. Per quello c’è la magistratura. Non si può parlare di condanna finché non c’è una sentenza definitiva che accerti le responsabilità penali. E le sentenze si pronunciano nelle aule di Giustizia, non sui giornali. Siamo fermamente convinti che la Giustizia farà il suo corso e confidiamo nell’operato della magistratura lucana. Tuttavia ci sia consentita una riflessione, non giuridica, appunto. E neanche politica, visto che la bufera lucana ha travolto tutti. Centro. Destra. Sinistra. È stata proprio bipartisan. Del resto come sarebbe potuto non esserlo. La Basilicata ha una classe politica così connivente e consociativa che non avrebbe potuto essere altrimenti. Magdi Cristiano Allam, sin dalle regionali del 2010, fu il primo a denunciare la spartizione del denaro e delle poltrone tra destra e sinistra lucana, i passaggi di potere tra i soliti noti, che si sono impossessati del potere e lo hanno gestito a loro uso e consumo, in danno dei cittadini lucani i quali non hanno mai tratto un effettivo vantaggio da una tale sconsiderata gestione della cosa pubblica. Ci sia consentita, quindi, una riflessione morale. L’Italia è in crisi. La Basilicata ancor di più. E la nostra ‘intellighenzia’ lucana cosa fa? Viaggia gratis, con la famiglia (a nostre spese) o addirittura si fa rimborsare viaggi mai fatti, consulenze non vere, gomme per l’auto. Aggiunge, persino, zeri sulle fatture. Se non fosse così tragico sarebbe patetico. È possibile che con tutti i soldi che prendono i politici lucani abbiano bisogno di acquistare i pasticcini per il compleanno, i cd, i salumi e persino le caramelle con i soldi della collettività? È possibile che il loro più che generoso stipendio non riesca a coprire le loro necessità? Non crediamo. Sicuramente non è bisogno. Non quello che sentono la maggior parte delle famiglie lucane che stentano ad arrivare a fine mese. Si tratta più probabilmente di un’egoistica ingordigia, per la quale più si ha e più si vuol avere. Al di là degli eventuali reati configurabili, al di là delle considerazioni politiche, non si può tacere lo sconforto che invade la popolazione lucana che potrebbe essere la più ricca d’Italia e che, invece, è relegata a fanalino di coda della nazione da un governo locale, consociativo ed egoista. È necessario, come sostenuto da Magdi Cristiano Allam, effettuare una riforma etica della cultura politica e mettere al centro la persona, i valori, le regole e il bene comune, affinché la politica stessa sia genuinamente a servizio della collettività. Solo con una tale rivoluzione etica, auspicata e promossa da Io amo l’Italia, si può sperare che accadimenti del genere non si verifichino più. Io amo l’Italia annuncia che parteciperà alle prossime elezioni regionali come referente dei lucani perbene e di buona volontà che aspirano a un autentico cambiamento che li riscatti dall’ingiustizia di una classe politica che ha trasformato la Regione potenzialmente più ricca d’Europa nella popolazione più povera d’Italia.