Cava de’ Tirreni: L’Italia S’é Desta, fratelli Senatore in barba alla coerenza!

 L’Italia s’è desta…e speriamo invece che i fratelli avvocati Senatore si assopiscano un poco. Parlano bene (a prima vista) ma razzolano male. Junior e senior farebbero bene a ritirarsi in esilio (magari in Sud Africa) definitivamente, facendo tesoro del consenso, anzi dissenso, avuto alle ultime elezioni comunali. Hanno dimenticato probabilmente quanti voti hanno preso dai cavesi (pochi) tanto che il buon avv. Marco si ritrova in Consiglio solo perché ripescato in quanto subentrato ad un consigliere nominato assessore. Ci vengono a parlare di coerenza e polpettari, quando entrambi hanno rivestito la carica di assessore con il povero Gravagnuolo, il maggiore distintosi come fax simile di sceriffo (chi può dimenticare la fantomatica unità cinofila da barzelletta) ed il minore che ha fatto da staffetta accaparrandosi l’assessorato al commercio ed artigianato (non lasciando traccia). Tutti e due assessori di una giunta di sinistra. La testina di Mussolini nello studio legale oramai da nera è diventata rossa non solo dalla vergogna. D’altra parte il ruspante Alfonso fu precursore del compromesso storico quando addirittura da giovane missino fece il vicesindaco di Abbro. Un vizietto, quello del “voltagabbanismo”, che li ha visti, nuovamente, entrambi protagonisti appoggiando un sindaco di sinistra come Gravagnuolo e stando in maggioranza addirittura con Rifondazione Comunista (tanto per restare in tema di coerenza politica). Coerenza che è ricomparsa non appena fu chiaro che Gravagnuolo avrebbe perso le elezioni, tanto che il senior ritornò alla corte di Cirielli che gli buttò l’osso di un incarico alla provincia; il junior, invece, il giorno prima delle dimissioni di Gravagnuolo rivestiva ancora la carica di assessore della giunta di sinistra e dopo 12 ore si presentò nell’aula gemellaggi al fianco di Giovanni Baldi, Cirielli e Napoli per candidarsi dall’altra parte. Tornando all’attualità, siamo di nuovo alla farsa; i fantastici due si affannano a parlare di accerchiamento, di assalto alla diligenza del sindaco Marco Galdi, di spartizioni, poltrone, dimenticandosi che tra i primi a chiedere una poltrona sono stati loro. I furbetti, infatti, hanno tentato di inserire un assessore “GALEOTTO” nella trattativa con Galdi, (perché di trattativa di tratta). E poi ci vengono a fare la morale ed il pistolotto! Ma ci facciano il piacere! Il povero sindaco avrebbe dovuto fare una giunta di quindici assessori per accontentare  i clan in consiglio comunale. Pensate che su 30 consiglieri comunali ci sono circa 10 gruppi consiliari. Una vergogna che costa alla comunità cavese circa 25 mila euro all’anno. Ma Cava è veramente rappresentata da questi galantuomini? Ma veramente siamo caduti così in basso? Che Il Padre Eterno c’è la mandi buona.

L’Italia S’é Desta, Comitato liberi pensatori cavesi