C’e’ ancora spazio per i valori?

Giuseppe Lembo

Secondo una visione materialistica del mondo, non c’è assolutamente più spazio per i valori morali. Siamo sempre più vicini ad un modello di insieme collettivo fatto di rapporti spesso disumani basati sulla sola convenienza materiale. Tanto, con quali prospettive di cambiamento per il futuro? Purtroppo non c’è da sperare niente di buono; siamo, con le caratteristiche di società senza valori, in situazioni di assoluta fragilità e di un crescente disgregarsi umano con conseguente caos, dovuto soprattutto agli egoismi individuali che mettono inevitabilmente gli uni contro gli altri. Se i valori sociali sono sostituiti dal semplice valore materiale del denaro e del potere, è inevitabile la fine dei valori. Tutto questo spinge sempre più l’uomo del nostro tempo a ricercare per sé ricchezza e potere ad un punto tale che il più adatto a raggiungere i vertici della “scala sociale” è l’elemento umanamente peggiore della “scala morale”. In mancanza di etica, tutti sono più facilmente prevedibili e controllabili dall’aristocrazia finanziaria che, attraverso le sue ricchezze, può fare di ciascun uomo un servo sciocco ed ubbidiente. Ma è, soprattutto, chi detiene il monopolio della conoscenza che può determinare l’instaurazione di un tipo di ordine sociale piuttosto che un altro; tanto, manipolando semplicemente il sistema di credenze poste a suo fondamento. Purtroppo e sempre più spesso, la conoscenza è imposta dall’alto; nelle Chiese, in modo autoritario e diplomatico; nel mondo scientifico, in regime di apparente (solo apparente) trasparenza e democrazia. Le gerarchie ecclesiastiche in nome di Dio si attribuiscono il monopolio della spiritualità; le gerarchie della scienza, in nome della ragione, si attribuiscono il monopolio della conoscenza scientifica, che è chiusa nel recinto ed a nessuno, proprio a nessuno, è dato metterci il naso, in quanto prodotto di ingegno di un sapere sovrano solo per iniziati. Il sistema decisionale che si appella alla scienza, in tutto il mondo è centralizzato e fortemente gerarchizzato. Sempre più spesso, soprattutto ai nostri giorni, le verità scientifiche sono delle vere e proprie “bufale”, così come nelle volontà delle lobby che controllano lo sviluppo tecnologico e scientifico per esclusivi motivi di interesse privato. La scienza parla un linguaggio unico, tale da garantire uniformità di opinione. Il primo cartello scientifico  è del XVII secolo; risale alla fondazione della Royal Society di Londra, tempio scientifico della lontana massoneria inglese. È qui che nacque, in alternativa ai tribunali ecclesiastici, la società fondata sul materialismo. La massoneria andava sostenendo l’affermazione degli ideali empirici dell’Illuminismo. Le gerarchie ecclesiastiche e quelle accademiche in prospettive future si troveranno sempre più di fronte all’emergere di una nuova scienza senza dogmi capace di unire le leggi della materia a quelle dello spirito. La vita si manifesta seguendo precise istruzioni, alcune delle quali provengono da fonti invisibili, la cui ammirevole complessità supera di molto le limitate capacità intellettive dell’uomo.  L’uomo, al pari di ogni altra forma vivente, non è un osservatore passivo alla realtà che lo circonda; è, piuttosto, un partecipante attivo al suo processo di creazione.  Ancora per la scienza ed i suoi luminari, non vi è alcuna relazione tra la materia ed i suoi elementi costituenti. L’universo è cosa assolutamente certa,  non è solo un insieme caotico di elementi; è, piuttosto, il prodotto di una mente immateriale che rielabora continuamente se stessa in regime di “democrazia partecipata”, dove ogni creatura da essa concepita, contribuisce attivamente al risultato dell’opera senza la mediazione di nessuna casta sacerdotale. Per la scienza ufficiale, tutto questo è il frutto di sole indebite speculazioni filosofiche; per le Chiese si rasenta invece la blasfemia. L’universo è un perenne brulicare di energie a diverse gamme di frequenza; trattasi di energie che possono essere identificate in distinti regni fisici in base ai nostri sensi ed alle nostre classificazioni mentali; ma comunque esistono e comunicano indipendentemente da essi. Nel mondo classico era stato raggiunto un alto livello culturale dei popoli; tanto, come si evince dalla frase nosce te ipsum (conosci te stesso), Oracolo di Delfi – Grecia “Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei”. L’uomo moderno, purtroppo, conosce poco e sempre meno se stesso ed il suo universo; tanto succede negativamente oggi rispetto al lontano popolo greco che, più di duemila anni fa, seppe intelligentemente inventare la democrazia diretta e partecipata. Il nostro Paese è, sempre più il paradiso della falsa democrazia della sola rappresentanza; oggi un clown va intelligentemente tentando di smantellarla e di sostituirla con la democrazia della partecipazione. Ma ne è del tutto convinto Beppe Grillo? Se ne è convinto, riuscirà a smantellare fino in fondo, l’Italia pagnottista che ama i privilegi e purtroppo, in modo assordante, se ne fotte degli italiani e dei loro problemi, anche quando si tratta di problemi seri, fortemente legati alla vita o alla semplice sopravvivenza degli italiani che non ce la fanno più a campare, per cui scelgono spesso disumanamente la libertà del suicidio.