Con Cristina in Bangladesh

 Padre Oliviero Ferro*

Cristina Palumbo di Salerno, ormai da due anni, si trova in Bangladesh, nel progetto dei TOKAI-SONGHO (bambini di strada) di Dacca, iniziato da padre Riccardo, missionario saveriano. L’ambiente in cui lavorano è quello delle discariche, della strada,dei bambini alla mercé dei soprusi . I bambini sniffano colla e sono oggetti di abusi sessuali. Sono tra i 4 e 16 anni. Cosa si fa per loro? Si cerca di tirarli fuori da questa realtà. In bengalese TOKAI vuol dire riciclare, raccogliere. I bambini raccolgono roba vecchia e li portano dai riciclatori che impongono i pressi che loro vogliono e di fatto poi i bambini diventa loro schiavi. Si ammalano, si fanno imprestare soldi a tassi di usura (che non potranno mai restituire). L’obiettivo è di metterli in strutture protette (tipo casa famiglia). Soprattutto di rodargli l’età,farli ritornare bambini (i loro diritti). Vengono mandati a scuola. Nella struttura oltre alla scuola, si fanno dei lavoretti, si gioca. Cristina ci dice che vogliono sentirsi accettati per quello che sono e,a volte, ti sfidano,  per vedere se quello che dici, se li ami davvero, è vero. Insieme a padre Riccardo e a Cristina, ci sono degli animatori (bambini cresciuti con il padre missionario) che si rapportano con le varie realtà. Per finire, alla domanda “cosa mi ha dato questa esperienza”, così ci risponde:”Mi ha fatto vivere la mia maternità, i bambini hanno cominciato a parlare della loro famiglia,cioè hanno cominciato ad avere fiducia in me”. E ci ricorda un episodio di Usha, una bambini che faceva fatica a ricordare suo padre. Cristina le dice che lei somiglia a suo papà. E allora, Usha, quando vuoi ricordarti di tuo papà, guarda il tuo viso nello specchio e il tuo cuore e così lo vedrai ancora. Da quel momento Usha si è sentita più felice.

*missionario saveriano