Renzi-Bersani: scontro finale

Angelo Cennamo  

Fermare i grillini prima che questi paralizzassero le Istituzioni con la loro boria e la dilettantesca supponenza alimentata dal gran capo incappucciato e dal suo avatar Casaleggio, non sarebbe stato complicato per i politici di lungo corso, se solo lo avessero voluto, si intende. Sarebbe bastato cioè che i nostri governanti della casta avessero approfittato dell’anno sabbatico di Mario Monti per fare quelle due due o tre cose che gli italiani chiedono loro da anni, senza mai ottenerle : una legge elettorale decente, l’eliminazione di un ramo del parlamento e soprattutto una sforbiciata a emolumenti e privilegi vari. Non è accaduto, e così un terzo del corpo elettorale si è stufato : piuttosto che non andare a votare o andarci solo per disegnare il proprio organo genitale sulla scheda, ha messo la croce sulle cinque stelle di Beppe Grillo gettando il Paese in uno stallo parlamentare mai conosciuto prima. Sia chiaro, se l’Italia è finita in un simile pantano la colpa non è solo della setta dei pentastellati e delle sue fisime isolazioniste, ma anche di Pierluigi Bersani e di quella strana paura di mescolarsi al nemico. Il segretario del Pd, dopo aver vinto le primarie, era convinto di arrivare al traguardo delle elezioni rimanendo fermo, sicuro che dall’altra parte il Cavaliere e il suo partito si fossero avviati verso la fine più ingloriosa, a suon di bunga bunga e di falsi spread. Ma la storia va vissuta fino in fondo, e chi ha dato del morto a Berlusconi, quasi sempre, è morto per primo. Lo stalking praticato nei confronti dei grillini ( che per statuto sono refrettari a qualunque accordo politico) ha raggiunto il suo culmine nella diretta streaming durante la quale l’umiliazione del gemello di Crozza, al cospetto dei debuttanti Crimi e Lombardi, ha vissuto momenti di feroce intensità e di puro masochismo. Nel guardare le immagini dell’inutile faccia a faccia, ho pensato ai tanti elettori del Pd che, se avessero potuto stare ai bordi di quel ring impietoso, avrebbero volentieri gettato l’asciugamano o la spugna sul tavolo e gridato : “bastaaaa!”. Bersani sembrava un attempato studente fuori corso che balbetta concetti triti e ritriti, che si incarta in risposte sbagliate e che alla fine si fa bocciare da due giovani assistenti laureatisi prima che lui finisse il liceo. Le immagini del segretario del Pd che ascolta l’amara sentenza dei grillini in silenzio e con la testa tra le mani sono paragonabili per tristezza solo alle ultime scene del Dottor Zivago. Roba da non crederci. Ora il Pd è alle prese con una lotta fratricida senza quartiere, con il giovane Renzi pronto a spodestare il gemello di Crozza alla prima occasione utile, anche a costo di scavalcare le primarie. Il sindaco di Firenze ha lanciato un monito ai politici e ai 10 saggi ( ultima trovata di Napolitano) che, a suo dire, rallentano la soluzione della crisi esasperando la rabbia e la delusione degli italiani. Al rottamatore non farebbe schifo allargare la maggioranza includendo anche il Pdl, purchè si decida di fare presto : il Paese è fermo e i mercati ci guardano.  

 

6 pensieri su “Renzi-Bersani: scontro finale

  1. ho sperato inutilmente in una rivoluzione 2.0. invece dopo che per la prima volta un movimento acquisisce, almeno in italia, una rappresentanza parlamentare rivelantissima e vincolante tale poter condizionare l’agenda delle decisioni governative che succede? si cagano sotto!
    e così quello che sarebbe potuto essere il colpo di grazia a tutte le contraddizioni degli ultimi ventt’anni che ha portato l’Italia alla ribalta globale per lo scuorno e gli scandali, si è rilevata vaga speranza e anche il cavaliere ha rimesso su la sua armatura migliore e ripicchia le solite assurde pretese di impunito.
    è la solita fortuna o un disegno del creatore che ci vede sofferenti fino alla fine dei nostri giorni?

  2. La mia attuale speranza è che il partito si spacchi, che la parte renziana se ne vada a raccattare elettori del PDL e la parte di sinistra ricostituisca un soggetto socialdemocratico.

    1. Solo il tempo potrà dirlo. Io a questo punto vorrei un partito moderno di sinistra e, se potessi fare un nome, preferirei quello dell’economista Barca. Ma non ho nulla, né contro il liberismo di Renzi, né contro Renzi stesso: oltre al fatto che non mi rappresenta, mi sono resa conto che non è il mostro che avevo pensato che fosse.

  3. Renzi e Barca sono contrapposti : o preferisci una linea o preferisci l’altra.

    1. Ma difatti preferirei Barca (se mai dovesse presentarsi alle primarie: non mi pare interessato all’argomento). Ho solo detto che non considero Renzi un mostro, come durante la campagna per le primarie (ma questo fu colpa della sua comunicazione, a mio avviso impostata malissimo).

      Tra l’altro, oggi come oggi, non so perché, ma a me a volte Renzi pare il passato, nonostante venga presentato sempre con il futuro: è come se il suo tempo fosse terminato. Ma magari sbaglio: negli ultimi mesi NON ce ne ho azzeccata una! 🙂

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