Salerno: in libreria “Langobardìa. I Longobardi in Italia” di Tommaso Indelli

Presso la Sala del Gonfalone, al Comune di Salerno, il 23 aprile del 2013 alle ore 18:00, con la presenza del sindaco Vincenzo De Luca, dell’assessore Ermanno Guerra e del Prof. Claudio Azzara dell’Università degli Studi di Salerno presentazione del libro di Tommaso Indelli“Langobardìa. I Longobardi in Italia” Edizioni di Ar, Padova 2013, Collana: La Genealogia, 40 Euro, 401 pagine, con illustrazioni fuori testo, Prefazione di Claudio Azzara, Professore Ordinario di Storia Medievale presso l’Università degli Studi di Salerno, membro del Comitato Direttivo del CISL (Centro Italiano di Studi Longobardi). Nella bibliografia e nella manualistica commerciale, ma anche in quella scolastica ed universitaria più recente, la presenza dei Longobardi nella storia d’Italia sembra essere considerata un fatto geograficamente limitato alla sola Italia settentrionale. Eppure non è così. Dopo il crollo del regno longobardo, a seguito dell’invasione franca del 774, la presenza di questa stirpe barbara sul suolo italiano, pur essendo radicata nel solo Mezzogiorno, continuò a condizionare le vicende politiche, economiche e “culturali” dell’intera penisola ed ebbe modo di protrarsi fino alla seconda metà dell’XI sec., per soccombere, infine, alla conquista normanna (XI sec.). Lo scopo di questo libro, pertanto, è quello di dare alla storia dei Longobardi in Italia il senso della continuità, cronologica e geografica, offrendo al lettore una descrizione esaustiva degli eventi, delle istituzioni e della cultura di questo popolo, dal momento del loro ingresso nella penisola e fino alla loro definitiva caduta. L’opera si propone di svolgere un’indagine completa sull’Italia longobarda, attraverso un’analisi che, pur non prescindendo mai dal dato evenemenziale, cioè dall’analisi attenta ed esaustiva degli eventi, non trascura di approfondire, sia nel testo che nell’apparato di note, i molteplici aspetti politici, militari, istituzionali e anche, più ampiamente, “culturali”, che caratterizzarono la lunga permanenza dei Longobardi in Italia (VI-XI sec.), nel più rigoroso rispetto dei dati forniti dalle fonti, oltre che attraverso l’esame degli studi contenuti nella vasta bibliografia reperibile sull’argomento, dalla più antica alla più recente. Molta importanza è stata data, nell’analisi delle vicende, anche al dato archeologico, in una prospettiva di costante e attenta comparazione e integrazione tra “storiografia” e “archeologia”. Il libro, quindi, tenta di dare una visione d’insieme, la più analitica e completa possibile, della civiltà longobarda in Italia, estendendone lo studio tanto alla Langobardìa maior che alla Langobardìa minor, con particolare attenzione all’esame dei problemi connessi all’identità etnico-culturale dei Longobardi e all’analisi del loro lungo processo di assimilazione del  patrimonio culturale della civiltà romano-bizantina. Tutto ciò, infine, rende il presente volume un’opera decisamente originale, non essendo reperibile, attualmente, e in lingua italiana, niente di simile in commercio. Si tratta , pertanto, di un’opera adatta alla lettura tanto di un pubblico di “specialisti”, quanto dei cultori e degli appassionati della materia. L’argomento “Longobardi”, tra l’altro, è ancora al centro di importanti riflessioni di carattere storiografico, come è dimostrato dallo svolgimento, a Brescia, dal 21 al 24 marzo di quest’anno, del primo convegno internazionale su re Desiderio, organizzato dal “Centro Italiano di Studi Longobardi” (CISL), nell’ambito della rete UNESCO “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774)”, che riunisce i siti archeologici ed artistici più significativi della presenza longobarda in Italia. Con tale convegno, infatti, ha preso avvio l’attività del Centro. Il CISL, costituitosi nel 2012, a Brescia, ha come obiettivo istituzionale, in attuazione delle prescrizioni UNESCO, di promuovere convegni di studi, con la pubblicazione dei relativi atti, e attività di ricerca riguardanti la civiltà dei Longobardi in Italia.  L’incontro di Brescia, promosso dal CISL, si è avvalso del lavoro di alcuni dei massimi studiosi italiani ed europei, affiancati da più giovani ricercatori, e si è proposto di illustrare il profilo del sovrano, il suo progetto politico, le relazioni internazionali con i regni e con Bisanzio, i rapporti con la Chiesa, con i duchi e con le istituzioni monastiche, fino allo scontro finale con Carlo Magno. L’indagine sulle prospettive politiche del progetto desideriano e sulle motivazioni del loro parziale insuccesso inaugura la serie degli incontri itineranti di studio promossi dal Centro Italiano di Studi Longobardi. In essi, gli approfondimenti storico-documentari, socio-politici, archeologici, economico-normativi, religiosi e artistico-culturali, del ruolo dei re longobardi – da Alboino a Clefi, da Agilulfo a Rotari, da Liutprando ad Astolfo e Desiderio – non trascureranno anche la straordinaria vicenda dei ducati meridionali e della Langobardìa minor, che costituirono un’esperienza, senz’altro importante, per l’affermazione e lo sviluppo della civiltà longobarda in Italia.

  • Il presente libro ha il merito di raccogliere e ordinare, con dovizia d’informazione, i risultati più aggiornati della ricerca storica sui Longobardi, offrendo al lettore un quadro di sintesi assai ampio, attento in particolare alla ricostruzione evenemenziale e all’illustrazione degli ordinamenti istituzionali dell’Italia longobarda. Peculiare del lavoro di Tommaso Indelli è l’aver concesso largo spazio all’esperienza della Langobardìa meridionale, in genere ridotta in opere d’insieme di questo genere al rango di fenomeno di appendice, in qualche modo di sostanziale ‘sopravvivenza’, rispetto alla durata del regno; e che invece va recuperata come momento di pregnante significato in sé, capace di portare a compimento, fin dentro il secolo XI, quei processi di trasformazione della società e delle istituzioni longobarde, nel connubio con il sostrato romano della penisola, che vennero bruscamente interrotti al nord dal sopraggiungere, nel 774, di Carlo Magno”.

 

Claudio Azzara

Professore Ordinario

di Storia Medievale

 presso l’Università degli Studi di Salerno