Salerno: GD dopo assemblea
Nulla di nuovo all’assemblea di venerdì. Utilizzare per la prima volta le nuove tecnologie non è segnale di cambiamento, è piuttosto come mettere lo smoking ad una scimmia, tanto per parlare il linguaggio di chi ama le metafore. Il nostro è un partito che dovrebbe puntare sui contenuti e sul radicamento territoriale, e i mezzi di comunicazione contemporanei sono lo strumento attraverso il quale dovremmo esprimere il nostro lavoro, la nostra idea, è sbagliato utilizzarli alla stregua del M5S, che ha la sua storia. Contemplare soltanto tre ore per un’assemblea aperta a tutto il territorio di Salerno e provincia è un ossimoro: è inevitabile che la probabilità di intervenire si riduca a pochi, fortunati o meditati chissà, oratori. Dinanzi a una platea anagraficamente datata, i nostri interventi sono stati tra quelli tagliati, mentre la maggior parte di chi ha avuto il via libera per esprimersi ha evitato l’autocritica facendo strettamente riferimento al quadro nazionale, come indicato da un ordine del giorno che non prevedeva riferimenti agli scenari locali. Chi, invece, ama dettare la linea da lontano e si considera del PD solo quando gli vengono promessi ruoli, scaricando le “anime morte” quando, poi, non ci guadagna nulla, anche stavolta era assente, non ha degnato della sua presenza tanti iscritti accorsi da tutto il territorio che si aspettavano proposte sul da farsi. L’ordine delle prenotazioni on-line, per le quali non è mai arrivata una conferma via mail, non è stato rispettato, e sono stati tagliati i nostri interventi. Una coincidenza? La gestione del partito locale di questi ultimi anni ha dimenticato i territori, lasciando soli gli amministratori, i segretari e il suo stesso popolo, e facendosi viva solo in caso di congressi o di ricerca del voto. Continuare su questa strada sarebbe accanimento terapeutico, per cui più che chiedere teste, ci aspettiamo un atto di responsabilità, chi ha sbagliato non deve pagare, ma lasciare spazio a chi potrebbe provare a fare meglio.